Lo Shiatsu entra in ospedale. Succede in Lombardia

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Lo Shiatsu entra in ospedale

Sono dell’idea che la medicina “tradizionale” e quella “alternativa” possano (e debbano) trovare un punto di accordo comune. Una non deve escludere l’altra, ed è rincuorante sapere di questa notizia… ovvero che lo Shiatsu è finalmente entrato ufficialmente in un ospedale come cura di sostegno vera e propria.

Si era già parlato dello Shiatsu come via di cura del corpo e dello spirito in un articolo precedente, ma riporto volentieri questa notizia a beneficio di tutti:

 

Sabrina Servucci, un’operatrice Shiatsu, è entrata per la prima volta in Italia in ospedale a trattare pazienti in stato vegetativo o in minima coscienza. E’ successo in Lombardia, che come la Toscana riconosce ufficialmente l’attività dell’operatore in Discipline Bionaturali, con tanto di registro regionale ad hoc. Ne è nata un’esperienza unica che prosegue da nove anni e fa scuola

“Penso che il mio compito di giornalista sia quello di portare in giro le parole buone, di farle camminare, perché arrivino sempre più lontano. Tiziano Terzani ultima maniera diceva che l’oggettività è impossibile, che l’anglosassone decantata oggettività del giornalismo non esiste. Io non so la verità ma, vista la complessità del mondo e della vita, mi sento di pensarla allo stesso modo. L’esperienza di cui sto per parlarvi ha degli aspetti che mi paiono comunque oggettivi, ma il punto di vista – il taglio – che ho scelto per presentarveli è del tutto personale, in quanto per mia etica parlo solo di ciò che il mio cuore sente vero e necessario da comunicare. –V. Guzzardo

Nuclei di coscienza anche in stato vegetativo
Comincio da un fatto: il 30% delle diagnosi di stato vegetativo è risultato, nel tempo, erroneo e nasconde in realtà nuclei di coscienza ancora presenti e in difficoltà a trovare espressione e riconoscimento. “Tutti coloro che lavorano come terapisti”, scrive Franco Bottalo, esperto di Shiatsu e Medicina Tradizionale Cinese “conoscono l’importanza della presenza come aspetto fondamentale per consentire il cambiamento”, possibile grazie alla plasticità del cervello e anche l’importanza delle relazioni per l’attivazione della coscienza. Lo Shiatsu (come altre terapie energetiche e, naturalmente, le altre prestazioni più istituzionali già previste) è lì per riconoscere la possibile presenza di una ripresa di contatto col mondo e sostenerlo in modo attento.

Un lavoro fatto con molto… SLAncio
Il libro Punto di ConTatto, di Sabrina Servucci, parla di questo, ed è un concentrato, un libro intenso, da interiorizzare, su cui tornare, prima di esser pronti a parlarne.

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Milano. Sabrina Servucci, operatrice Shiatsu.

Eccomi quindi a portare la mia testimonianza di giornalista vocata al tema del benessere dopo l’incontro con la terapia Cranio-Sacrale Upledger, che amo e ho praticato anche come volontaria nella Clinica Pineta del Carso di Trieste. Anch’io, dunque, ho avuto la fortuna, come Sabrina Servucci – operatrice energetica che dal 2006 applica lo Shiatsu su persone uscite dal coma con gravi cerebrolesioni – di poter portare (sebbene molto più brevemente) un po’ di benessere in un ambiente come quello post-coma. Un fatto enorme. Giustamente Sabrina, che ha lavorato in diverse strutture sia di riabilitazione che di lungodegenza e attualmente collabora con la Residenza S. Pietro-Progetto SLAncio di Monza, ringrazia i medici di riferimento che, avendo l’autorità per farlo, “hanno coraggiosamente inserito il concetto di benessere nel dolore più dilaniante”.

L’esperienza di un facilitatore in ospedale Shiatsu
Perché è importante, al pari di tutte le altre figure coinvolte, la presenza di un facilitatore in ospedale in contesti simili? L’esperienza di Sabrina, tramite le parole del suo libro, risponde.

1) Perchè la sollecitazione della consapevolezza è parte fondamentale del percorso di cura.Shiatsu

Sabrina, una vita precedente nel marketing prima dell’incontro, nel 1998, con lo Shiatsu e la Medicina Tradizionale Cinese, sa dosare le parole come nessuno e ravvede nel cambiamento di linguaggio l’evoluzione in atto: shiatsuse una volta si parlava di stato vegetativo permanente, oggi lo stesso diviene stato di vigilanza non responsiva. Una definizione certamente meno arrogante e maggiormente aperta alle possibilità di cambiamento che offre, appunto, la plasticità del cervello. Avete presente quando, dopo anni, si leggono grandi titoloni come: “Dopo il coma racconta: vedevo e sentivo tutto?” Ecco. Non si tratta di miracoli. Sabrina con lo Shiatsu e noi con la Cranio-Sacrale lavoriamo sull’affascinante versante della contattabilità, un termine bello, semplice e umano. Siamo mani e cuore, come si definisce Sabrina, e con questi mezzi contattiamo, proviamo a trovare un punto di conTatto con la persona sul letto d’ospedale, entrare in una connessione profonda “in cui venirsi incontro”.

2) Perché attenua il senso d’impotenza dei familiari.

“Entro in empatia con la persona che tocco” scrive Sabrina “cerco di accettare il suo presente e il suo destino e fare del mio meglio per l’armonizzazione di un respiro, lo stimolo alla tosse, il contenimento della spasticità. Invito i familiari a guardare il proprio caro con lo sguardo del presente, non ricordando com’era né pensando a come non sarà”.
Pensateci, anche fuori da un ospedale questa prospettiva non sarebbe una gran bella rivoluzione? Quanti rapporti riabiliterebbe questo approccio che riduce le aspettative per ridare valore al momento presente?

Lo Shiatsu, un contributo di sostegno e nutrimento mirato a consentire vitalità dove l’operatore (Sabrina in questo caso) vede la propria vita aumentare di senso, così come i parenti, che smettono per un attimo di sentirsi impotenti ma, osservando il trattamento, “entrano indirettamente nella connessione a cui assistono, ne percepiscono la profondità, la pace, partecipano all’energia presente nella stanza, all’emozione che si muove, si rilassano fino ad addormentarsi sulle sedie, a volte”.

Ed è tregua, come nei sorrisi improvvisi e mai scontati dei degenti. “Si tratta, infatti”, scrive Sabrina “di articolazioni, muscoli, tendini, intenzioni e voglia di vivere, tutti insieme in un unico movimento”.Shiatsu

3) Perché offre ascolto senza la pressione delle aspettative

Perché “di fronte a certe condizioni s’innescano smarrimenti e conflitti interiori che toccano la parte più delicata di noi… Ci vuole tempo per elaborare le proprie emozioni, accettare il destino, ascoltarsi soffrire… a maggior ragione diventa preziosa una figura diversa dal familiare, specifica, che con distacco equilibrato porti… shiatsuil suo contributo di presenza e comunicazione… nel momento presente alla singola persona nella condizione in cui si trova… stimolandone le risorse vitali senza aspettative”. Infatti “nessuno può trattenerla o spingerla in un verso o nell’altro ma tutti possiamo restare in ascolto e offrire rispetto per ogni singola esperienza e per il suo procedere”.

“Nella Medicina Tradizionale cinese la definizione di coscienza è raffigurata dall’ideogramma YI, che si può tradurre con ‘il proposito di esistere’. Si può pensare sia meglio ignorarli, lasciarli nel nulla, non stimolarli, non cercare di comunicare perché ‘se si svegliano soffrono di più…. ma sono certa che una maggiore responsività e presenza non possano dipendere solo da un’azione e da un’intenzione esterna e mi piace pensare che ognuno conservi, seppure con molte difficoltà e impossibilità, la libertà e la responsabilità di come porsi nella sua condizione, di aprirsi o di chiudersi, di esserci o di sparire”.Shiatsu

shiatsuAggiungerei che questo aspetto riguarda anche la dignità della persona in questione. Quando si è malati spesso le forze vengono a mancare. E’ già tanto dura non avere modo di poter dire la propria, lasciare ad altri – per forza di cose – le decisioni su di noi, sulle cure, sulla sopravvivenza. Nei casi trattati da Sabrina l’unico modo per comunicare sono le emozioni e l’unico atto di libertà che resta al degente è poterle esprimere. Bisogna però dargli modo di farlo e il trattamento aiuta questi rilasci.
“Con lo Shiatsu, dopo tanti anni di cerebrolesioni, mi sono quasi abituata, senza perderne mai l’emozione, a vedere persone (definite indifferentemente in stato vegetativo, minima coscienza o responsività più evoluta) che piangono, sorridono, provano ad aprire gli occhi, che a fine trattamento deglutiscono meglio, hanno una posizione più aperta e rilassata, emettono suoni, cambiano ritmo del respiro.Shiatsu

La sensazione è che la persona si affidi, voglia ‘partecipare’ alla vita che ha a disposizione”. Io stessa l’ho provato e posso testimoniare che è un’emozione indescrivibile poter assistere all’animarsi degli occhi di qualcuno, talvolta, a fine trattamento. E’ chiarissimo quando l’anima, o coscienza che dir si voglia, torna. Semplicemente, gli occhi che fino a poco prima erano spenti, fissi e vuoti si riempiono di presenza.Shiatsu

4) Perché la qualità della vita prescinde dalle cure farmacologiche

Medici, fisioterapisti, musico-terapeuti, parrucchieri, preti, operatori shiatsu, cranio-sacrali, chi fa la barba, chi taglia le unghie… tutti hanno diritto di esserci… nell’ottica del benessere di ogni individuo e di ogni sua parte (fisica, energetica e psichica): la qualità della vita non si nega a nessuno e prescinde dalle condizioni cliniche e dalle cure farmacologiche somministrate. copertina.Punto.di.conTatto“Nel campo delle relazioni d’aiuto sono certa che il modo migliore per prendersi cura delle persone in difficoltà sia offrire a ognuno molteplici stimoli e possibilità, strumenti diversi per vivere nel modo migliore la condizione (mutevole) in cui versa e consentire a chi gli è accanto – familiari e operatori – di fare il possibile, ciascuno con il suo personale angolo di visuale, la sua attitudine e modalità d’azione e la sua competenza.

Mi auguro che le diverse figure, ognuna col proprio bagaglio di studi, conoscenze, esperienze e sensibilità, anche attraverso diversi modelli culturali di riferimento, sempre più sappiano collaborare con spirito creativo, professionale e produttivo e contribuire al benessere ed alla qualità della vita delle persone loro affidate: persone ‘costrette ad affidarsi’ ma che diventano grandi maestri silenziosi”.
Come sottolinea il Direttore Editoriale di Infinito Edizioni, Luca Leone: «Il tentativo fatto sulla propria pelle di umanizzare le strutture sanitarie italiane è di per sé meritevole di attenzione e di premio. Noi pensiamo che il lavoro di Sabrina possa dare risposte a molte persone, non solo a coloro che hanno parenti in stato di coma o in stato vegetativo. In realtà il messaggio di amore e di attenzione lanciato nel libro ha un valore assolutamente universale. Speriamo ora che sempre più persone abbiano la voglia e il coraggio di avvicinarsi a questo mondo in modo da tornare umani tra gli umani».
Una lettura multidimensionale del bisogno, un unico bisogno: quello di una Sanità sempre più a misura d’uomo, d’uomo vivo – come scrive Sabrina – perché vivi sono – in molti – seppur in minimo stato di coscienza.

Per saperne di più:
Libro – Sabrina Servucci Punto di conTatto. Quando lo Shiatsu entra in ospedale,
mail: [email protected]

– Credit: V. Guzzardo  link  –shiatsu

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