Orto in casa e in città: ecco come e perchè fa bene a noi e all’ambiente!

È gardening mania. Poco importa se abbiamo a disposizione una piccola aiuola, un soleggiato terrazzo o un minuscolo balcone, l’orto cittadino è una passione che “germoglia” in un numero sempre più ampio di persone. Ed è davvero alla portata di tutti!

Gli orti urbani: 5 buoni motivi per coltivare anche in città

  1.  Mangiare cibo sano perché coltivato con le nostre mani;
  2.  Ricavare un piccolo guadagno, cioè quello che deriva dal non dover più comprare la frutta o la verdura al supermercato;
  3.  Condividere il tempo con altre persone, amici o membri della propria famiglia, costruendo qualcosa insieme e consolidando i rapporti;
  4. Preservare la biodiversità, conservando e diffondendo coltivazioni locali, magari a basso rendimento e per questo non considerate dalla grande produzione;
  5.  Riavvicinarsi all’ambiente e ritrovare quel benessere interiore che solo il contatto con la natura può regalare.

Cosa coltivare?

Il primo passo è scegliere con criterio cosa coltivare. Siate realistici e abbandonate il sogno di avere il vostro avocado personale sul balcone, o di rimpinzare amici e parenti con i manicaretti preparati con le zucche di vostra produzione. Concentratevi piuttosto su varietà adatte ai piccoli spazi, che non richiedono terra molto profonda ed esposizioni particolari alla luce del sole. Il mio consiglio? Scegliete, soprattutto se siete alle prime armi, delle varietà a crescita rapida che danno soddisfazione, a livello estetico e visivo, ma soprattutto in termini di raccolta! Perché chi ben comincia…

Ecco alcuni esempi.

  1.   Verdure come lattuga, spinacio, pomodoro, peperone e peperoncino, melanzana e sedano, sono perfette perché non sviluppano radici molto profonde e crescono bene in vasi e vasche da balcone.
  2.   Tuberi come le patate richiedono vasi e vasche più profonde, ma crescono bene anche su balconi e terrazzi.
  3.  Piante come fagiolino, aglio, scalogno, carota, piccole barbabietole, ravanello, cipollotto e insalate da taglio sono perfette, perché richiedono poco spazio e possono essere piantate compatte, evitando di sprecare il – poco – spazio a nostra disposizione.
  4.   Se lo spazio lo permette, sono perfetti alcuni rampicanti veri e propri (come vite e kiwi) o varietà rampicanti di alcune verdure (come alcuni pomodori e zucchine).
  5.  Perché non le piante aromatiche? Sono perfette per gli spazi più piccoli (vi basta un davanzale), richiedono davvero pochissime cure e profumano l’ambiente. Meglio di così!
  6.   Se avete un terrazzo sufficientemente grande (e se il clima ve lo permette), potete coltivare alcune piante da frutto, meglio di varietà nane, come meli, peri, peschi, melograni, limoni, agrumi, albicocchi.
E se non avete proprio spazio provate col GUERRILLA GARDENING

Avete mai sentito parlare di “Guerrilla Gardening”? Forse no, ma se andando a fare la spesa avete notato quell’aiola particolarmente curata, o siete rimasti sorpresi dal trovare tanti fiori colorati in quel fazzoletto di terra abbandonato a lato della carreggiata, non avrete difficoltà a immaginare di cosa stiamo parlando.

La “Guerrilla Gardening” è infatti una forma di giardinaggio politico, di azione non violenta ma diretta, per sensibilizzare – e cercare di risolvere con creatività eco – il problema del degrado urbano e dell’imperante grigiore delle nostre città. Armatevi di terra, semi, piante, attrezzi da giardinaggio e tanta, tanta fantasia. Perché qui non stiamo affatto parlando di rivoluzioni e proteste sociali, ma di natura e verde, quello che piano piano è sparito dalle grandi città per lasciare spazio al mattone e al cemento, e che oggi con un piccolo aiuto sta riconquistando letteralmente “terreno”.

vaso

Come funziona concretamente? Molto semplice. Si individua un pezzo di terra abbandonato, più spesso un’aiola, uno spartitraffico o un marciapiede, quindi ci si arma di pale e badili e si parte con l’azione/attacco. Lo scopo è arricchire con piante e fiori le aree più dimesse della città,donando colore e vita all’intera comunità, gratuitamente.

Presupposto dell’azione è che il luogo della “guerrilla” sia pubblico o abbandonato, insomma che non ci appartenga: alla base di tutto, quindi, un innocuo – e contagioso – atto di disobbedienza sociale, ragione che spinge molti gruppi ad agire di notte, in segreto, mentre invece altri riescono a lavorare più apertamente, anche grazie all’appoggio delle organizzazioni e amministrazioni locali.

Il movimento nacque nel 1973 a opera di Liz Christy e del suo gruppo “Green Guerrilla”, che trasformarono un derelitto lotto privato nell’area di Bowery Houston, a New York, in un meraviglioso giardino (oggi ancora esistente e protetto dal dipartimento parchi della città). Da allora la guerriglia verde si è diffusa a macchia d’olio in tutto il mondo.

America, Canada, Inghilterra, Irlanda, gli “attacchi” famosi ormai non si contano più, e l’Italia non sta certo a guardare, con oltre cinquanta gruppi locali attivi sul territorio, coordinati a livello nazionale da Guerrillagardening.it(www.guerrillagardening.it), sito attivissimo (organizza ogni anno la Giornata Nazionale Italiana del Guerrilla Gardening) con un forum in cui ogni aspirante guerrigliero può attingere notizie, info ed esempi utili.

Da come costruirsi una “bomba di semi”, a quali attrezzi usare, a come piantare e curare il proprio piccolo “giardino pubblico”, è davvero semplice e di grande, grandissima soddisfazione. Perché non provarci?

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