Dizionario dei Sintomi – Lettera I

Dizionario dei Sintomi – Lettera I

 

ICTUS: danno vascolare su base ischemica o emorragica di solito correlato all’ispessimento della parete dell’arteria. È legato al fatto di dispiegare molte energie per difendere o conservare ciò a cui si tiene. Se ci si aggrappa, se si resiste di fronte a qualunque alternativa o se ci si chiude a essa, ne può derivare un blocco dell’energia che può manifestarsi nell’ostruzione di una delle arterie.

C’è una situazione che non voglio assolutamente lasciare e per la quale rifiuto di accettare compromessi?

IDROFOBIA: si tratta della paura dell’acqua. Spesso le sue radici si ritrovano nell’infanzia, poiché i bambini sono impressionabili. Assistere a un annegamento, guardare un film in cui persone muoiono affogate può sviluppare l’idrofobia. Può esserci un legame con la nascita, se il bambino ha avuto paura di restare senz’aria mentre era nel liquido amniotico. Infine, può darsi che l’anima della persona affetta da idrofobia abbia già vissuto un’esperienza di annegamento. Per liberarsene bisogna sciogliere le emozioni legate a queste immagini e imparare a respirare in un ambiente acquatico.

Sono rimasto impressionato quando ero bambino da un racconto o da immagini di annegamento?

IDROSADENITE: ascesso delle ghiandole sudoripare.

Provo forse rabbia nei confronti di una persona o di una situazione che mi fa «sudare» o che mi richiede molti sforzi?

ILEITE: vedi Morbo di Crohn.

IMPETIGINE: infiammazione superficiale della pelle caratterizzata da piccole bolle, che colpisce soprattutto i bambini.

È possibile che il bambino abbia provato rabbia per il fatto di essere trascurato a favore di un’altra persona o di un altro bambino?

IMPOTENZA: o difficoltà sessuali nell’uomo. Sono di vario tipo:

Difficoltà di erezione: possono sopravvenire:

• Quando un uomo vede la sua compagna come sua madre (così come voleva resistere alla madre altrettanto può cercare ora di fare con la moglie).

• Quando un uomo serba rancore nei confronti della ex partner sessuale perché lo ha ingannato o lasciato.

• Quando un uomo si è sentito umiliato sessualmente.

Mario ha la sua prima esperienza sessuale con una donna più vecchia che si burla della sua inesperienza e che gli chiede una nuova prestazione. Si sente umiliato e non rispettato. L’esperienza è per lui più traumatica che piacevole. In seguito, ha difficoltà ad avere erezioni durante gli scambi amorosi. Non riesce ad averne se non masturbandosi in solitudine. Si libera da questa difficoltà grazie all’amore di una compagna comprensiva. Inoltre deve trasformare il significato che aveva dato dell’atto sessuale, che si riassumeva in: «non essere prestanti = essere ridicoli» in una nuova equazione che è: «atto sessuale = atto d’amore, comunione, condivisione».

Serbo ancora rancore nei confronti di un’ex partner?

Mi sento colpevole di provare piacere con la mia nuova compagna?

Mi sento forse bloccato nella mia sessualità?

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Impossibilità o assenza di eiaculazione durante la penetrazione: esprime la difficoltà dell’uomo ad abbandonarsi a una donna, sia perché ha troppe preoccupazioni, sia perché si tiene sulle sue a causa di ferite sul piano emotivo o anche per il bisogno di dominare o di conservare il suo potere maschile.

Di cosa ho paura?

Cosa mi manca perché mi senta a mio agio?

Problemi di penetrazione: gli uomini che hanno questo problema sono stati sovente testimoni dei lamenti della madre che diceva al marito: «Mi fai male», o ai pianti della sorella abusata dal padre.

Ho giudicato mio padre?

Ho paura di fare del male alla mia partner?

Provo un senso di colpa nei confronti di mia madre?

INCIDENTE: cadere, bruciarsi, ferirsi, essere colpiti da un oggetto, scontrarsi con un veicolo, in poche parole tutto ciò che può ostacolare o impedire di compiere le proprie attività abituali, può rivelare un desiderio inconscio di voler porre fine a un lavoro o a una situazione per i quali non si vede alcuna soluzione.

Può trattarsi ugualmente di una situazione in cui abbiamo paura di fallire. L’incidente diventa allora il mezzo o lo strumento necessario per porre fine alla situazione.

C’è un’attività che volevo lasciare, una situazione alla quale volevo sottrarmi?

Jeannette lavora come infermiera nel reparto di psichiatria. Ogni giorno che passa, il suo lavoro le sembra sempre più pesante. Non sopporta più di vedere come sono trattati i pazienti del suo reparto. Purtroppo, per lei non è disponibile un’altra sistemazione. Durante un fine settimana, mentre sta svolgendo dei lavori in casa, cade e si frattura la seconda vertebra lombare: si ritrova immobilizzata a letto per settimane. L’incidente le permette di interrompere quel lavoro che non riusciva più a sopportare, ma che manteneva per necessità economiche.

Se l’incidente è un ostacolo alla fruizione di qualcosa di piacevole, se impedisce di approfittare di qualcosa o di condividere momenti felici, si cerca forse inconsciamente di privarsi di qualcosa o non ci si vuole concedere momenti di piacere o di felicità.

Porto in me il senso di colpa di vivere, di avere più degli altri, una vita migliore dei miei genitori, tanto più se si sono sacrificati per me?

Può essere una manifestazione di un senso di colpa che rovina la nostra gioia, salute, felicità o possibilità di successo. Può anche darsi che si sia un po’ troppo perfezionisti e che si pretenda la perfezione da noi stessi.

Mi sentivo in colpa per concedermi questo piacere prima che mi accadesse l’incidente?

Ho la tendenza a cercare la perfezione?

Incidente alle dita:

Mi sentivo in colpa per dei dettagli della quotidianità?

Per esempio, essere in ritardo per preparare da mangiare, essersi sbagliati nelle misure facendo dei lavoretti in casa ecc.

Se l’incidente ci procura sofferenza, cercavamo forse inconsciamente di punirci o di autodistruggerci per cose o azioni di cui ci rimproveriamo?

Vediamo un esempio: qualcosa ci colpisce in un occhio. Possiamo considerarlo un evento sfortunato. Ma se ci fermiamo a riflettere, possiamo chiederci:

Cos’è successo prima che quella cosa mi colpisse l’occhio? Quali erano i miei pensieri? Mi rimproveravo per ciò che vedevo o constatavo attorno a me?

Se, per esempio, vedessi mio figlio scontento del fatto che il mio cambio di impiego ci ha costretti a trasferirci in un’altra città, potrei pensare che, a causa della mia scelta, ho fatto soffrire il mio bambino.

Può anche riguardare una lettera che ho ricevuto da una persona cara che mi rivolge dei rimproveri e che mi spinge a pensare: «Non avrei dovuto affrontare la cosa in questo modo…»

Mi sono forse rimproverato o sentito colpevole per qualcosa in particolare prima che capitasse questo incidente?

Infine, se piccoli infortuni o incidenti sovente possono essere legati al senso di colpa, possono però anche essere il segnale di una rabbia che proviamo e che rivolgiamo contro noi stessi, invece che verso gli altri.

Marlène mi domanda il significato di un piccolo incidente che le è capitato mettendo il bagaglio a mano nella cappelliera dell’aereo: si è schiacciata un pollice. Le domando se, prima di salire nell’aereo, può essersi sentita colpevole di qualcosa. Mi risponde: «Non credo, ero invece arrabbiata per quanto mi avevano chiesto al controllo della sicurezza». «Quando sei arrabbiata, hai l’abitudine di rivolgere la rabbia contro te stessa?» Marlène sorride e mi dice: «È quello che faccio sempre, non voglio essere cattiva». Comprende così il suo incidente al pollice.

INCIDENTE VASCOLARE CEREBRALE: vedi Ischemia.

INCISIVI: denti anteriori (quattro in alto e quattro in basso). Vedi Dentizione.

INCONTINENZA: emissione involontaria di urina. Il disturbo riguarda soprattutto le persone che sentono invaso il proprio territorio e che si esprimono talvolta in questo modo: «Non mi sento a casa in casa mia!» o: «Non ho più un mio spazio dopo che mio marito è andato in pensione o che mio figlio è tornato a casa». Le persone anziane, messe all’ospizio, presentano spesso problemi di incontinenza. È possibile che sentano il proprio spazio invaso dall’intrusione nella loro stanza del personale curante?

Mi sento forse invaso nel mio spazio?

Mi sento invaso dalle richieste degli altri, al punto da non avere più tempo per rilassarmi?

INDIGESTIONE: termine di uso comune usato per descrivere i sintomi di un’intolleranza alimentare che può manifestarsi con bruciori di stomaco, nausea e vomito.

Prima che facessi questa indigestione, ci sono state forse parole, dei comportamenti di uno dei miei cari o una situazione che mi è molto dispiaciuta?

Che cosa avrei rifiutato?

INDOLENZIMENTO:è un dolore alla schiena, in modo particolare nella regione lombare, che può insorgere a seguito di un eccesso di lavoro o di sforzo fisico. Può anche accompagnare uno stato influenzale o un’altra malattia virale.

Tendo a chiedere troppo a me stesso?

Può darsi che per me riposo, rilassamento = pigrizia?

Ho avuto genitori che non si fermavano mai e che mi facevano sentire in colpa quando non facevo niente?

INFARTO DEL MIOCARDIO o CRISI CARDIACA: vedi Cuore.

INFEZIONE: consiste in un insieme di reazioni dell’organismo provocate da uno o più microorganismi come batteri, virus, parassiti o funghi. Il ruolo dei germi è principalmente la trasformazione della materia. Ne esistono due tipologie, ovvero i germi (o microbi) eterogeni e i germi autogeni.

I germi eterogenei sono esterni al corpo. Possono penetrare nell’organismo attraverso ferite o tagli, inoculazione (vaccinazione) o per ingestione (acqua non potabile, alimenti scaduti o conservati). Ci si può difendere con una buona igiene, un’alimentazione a base di prodotti freschi o ben conservati ed evitando tutti i tipi di contaminazione. Se tuttavia si viene colpiti da un virus del tipo «influenza atipica», è bene ricordare che i virus difficilmente resistono a un aumento di calore. Non bisogna dunque temere l’innalzamento della temperatura corporea e magari, se è il caso, favorirla, per esempio con un bagno caldo o una bevanda calda, per poi sdraiarsi a letto coprendosi bene per favorire la sudorazione.

I germi autogeni invece non sono estranei al corpo. Siamo noi stessi a produrli quando il nostro ambiente interiore, fisico o psichico, si modifica. Intervengono per riparare e pulire i tessuti colpiti.

Un esempio: una donna è arrabbiata perché il marito ha trascorso la serata con gli amici mentre si rifiuta di uscire con lei. Pensa: «Non ha mai tempo per me, ma per i suoi amici lo trova sempre!» La collera altera il suo ambiente interiore e colpisce in modo particolare la mucosa vaginale (la cosa le fa vivere una profonda delusione nei confronti del suo partner sessuale). Per riparare l’alterazione del tessuto (terreno) creata dall’emozione della collera, il corpo fa appello a germi autogeni, ovvero a batteri o lieviti che sviluppa lui stesso a partire dai miliardi di microzimi di cui è costituito.

Dopo Pasteur, i germi ci sono stati presentati come facenti parte sia di specie simbiotiche (che vivono in simbiosi con il nostro corpo) sia patogene (responsabili delle infezioni). I germi patogeni sono ancora considerati come nemici, responsabili dei nostri disturbi (tonsillite, vaginite, cistite ecc.), che devono essere distrutti il più rapidamente possibile.

Capire che non sono tanto i germi che bisogna eliminare (se, ovviamente, stiamo parlando di quelli autogeni) quanto piuttosto trasformare il nostro ambiente interiore (fisico o psichico), apre le porte a una migliore gestione di una perfetta salute. Invece di optare per la guerra ai germi, si sceglie l’approccio della pace nell’ambiente psichico, che può avere solo ripercussioni favorevoli nel nostro ambiente fisico interno che chiamiamo metabolismo.

Con questo nuovo approccio (già proposto da un grande ricercatore come Antoine Béchamp, vissuto all’epoca di Pasteur) se ho un’influenza, un raffreddore, una vaginite, una tonsillite o una malattia infettiva, prima di dare la colpa ai germi vado a ricercare che cosa ha potuto modificare il mio terreno interiore e permettere la loro comparsa nell’organismo. In questo modo, agendo sul mio terreno fisico (evitando tutte le forme di contaminazione) e psicologico per ristabilire l’equilibrio, la pace e l’armonia, smetto di mantenere un terreno favorevole al loro sviluppo. Naturalmente, se la loro azione è troppo violenta e dà luogo a manifestazioni dolorose o insopportabili, l’assunzioni di antibiotici è certamente indicata (vedi anche Antrace e Fascite necrotizzante).

Si può anche dare il nome di infezione a un processo di riparazione di un tessuto. Per esempio, una donna vive una profonda delusione amorosa da parte dell’uomo con il quale condivide la propria sessualità. Questa ferita affettiva può colpire il collo dell’utero, creando un piccolo tumore ulcerato. Quando la ferita affettiva si attenua, il corpo fa appello ai batteri autogeni per eliminare le cellule colpite e riparare i tessuti. La comparsa di leucorrea, accompagnata da perdite di sangue, può essere confusa con una vaginite e suscitare preoccupazione per un tumore al collo dell’utero. Se si fa un PAP test in quel momento, lo striscio può presentare cellule atipiche che sono quelle che, giustamente, il corpo sta eliminando. Per assicurarsene, si potrà chiedere alla paziente se, prima della comparsa della leucorrea, abbia vissuto una profonda delusione amorosa che avrebbe però già superato nel frattempo. Se questa è la situazione, siamo sicuramente di fronte a una fase di riparazione dei tessuti e la cosa migliore è lasciare che il corpo svolga il suo lavoro di guarigione, che di solito non dura più di quindici giorni.

INFEZIONE NOSOCOMIALE o OSPEDALIERA: si tratta di un’infezione contratta nel corso di un ricovero ospedaliero. È possibile che non dipenda tanto da una carenza di igiene quanto da una frequenza vibratoria?1 Sovente, infatti, è proprio negli ospedali più asettici che si riscontrano queste infezioni.

Abbiamo forse la sensazione che in questi ospedali la tecnologia abbia soppiantato la qualità delle cure?

È possibile che vi sia della rabbia per la mancanza di gentilezza, di comprensione, per i trattamenti fatti da certe infermiere o l’accanimento terapeutico di certi medici?

Ho provato rabbia per le cure che mi sono state prodigate?

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INFIAMMAZIONE: quando un tessuto subisce un’aggressione come un intervento chirurgico, un trattamento radioterapico, un colpo di sole, una bruciatura, una collisione con un oggetto, il cervello interviene per procedere alla riparazione di uno o più tessuti colpiti e, per fare ciò, fa ricorso a cellule specializzate, i mastociti. Essi liberano una sostanza detta «istamina» che attiva la circolazione sanguigna nella parte del corpo interessata, inducendo un aumento del calore e un arrossamento della pelle nel punto in cui questa attività è più intensa. A loro volta, i capillari sovraccaricati da questo surplus di sangue liberano un surplus di liquido (linfa interstiziale) che si infiltra nei tessuti e crea un gonfiore «tumorale», dolori e talvolta pruriti dovuti alla stimolazione delle terminazioni nervose locali. È ciò che chiamiamo infiammazione.

Inoltre l’infiammazione si accompagna nella maggior parte dei casi a un accumulo di leucociti che contribuiscono al risanamento e al ripristino dei tessuti danneggiati, e svolge quindi un ruolo di riparazione e di difesa dei tessuti in seguito a un’aggressione.

Le aggressioni possono venire da elementi esterni: il contatto con certe piante o certe sostanze, oppure da shock accidentale oppure indotto (radioterapia, intervento chirurgico…). O anche da emozioni che hanno come conseguenza quella di amplificare l’azione del sistema linfatico.

Un esempio: quando proviamo una grande rabbia il ritmo cardiaco aumenta, la circolazione sanguigna si intensifica, diciamo che ci bolle il sangue nelle vene. A seconda dell’intensità, la rabbia può generare un aumento del calore nell’organo interessato e tradursi in una sensazione di bruciore, gonfiore dei tessuti colpiti, accompagnato a volte da febbre. In seguito a questo turbamento emotivo, osserviamo che siamo colpiti da un’infiammazione, ovvero da una malattia che termina con il suffisso «-ite» come un’otite, laringite, sinusite ecc. L’infiammazione o la malattia è di fatto la fase di riparazione dall’alterazione che ha subito il tessuto durante l’aumento di attività del simpatico «simpaticotonia», quando abbiamo sentito il sangue ribollire nelle vene. Il senso di bruciore associato all’infiammazione corrisponde all’attività intensa (aumento della circolazione sanguigna e/o aumento dell’attività batterica e virale) nei tessuti allo scopo di procedere alla loro riparazione.

L’infiammazione è dunque la risposta a un’aggressione e mira alla riparazione del tessuto colpito.

L’aumento di attività richiesta da un processo di riparazione è tuttavia dolorosa. Gli antinfiammatori non sono utilizzati per combattere l’infiammazione quanto per ridurne l’intensità, poiché non dobbiamo dimenticare che l’infiammazione fa parte di un processo che mira alla guarigione del tessuto o dell’organo interessato.

Gli antinfiammatori chiamati corticosteroidi sono per le infiammazioni ciò che gli antibiotici sono per le infezioni. Entrambi svolgono un’azione di riduzione dell’attività di riparazione del tessuto danneggiato. Lo scopo è far diminuire il dolore. Voler eliminare rapidamente o completamente l’infiammazione denota una mancanza di comprensione del funzionamento del nostro organismo.

Immaginiamo che una parte della nostra casa sia stata danneggiata da un albero caduto sul tetto. Il nostro assicuratore ci manda una squadra di operai. Questi fanno un baccano tale da essere invivibile. Diminuiamo la loro attività mandandone via una parte in modo che il lavoro sia svolto in modo meno intenso. Ma che succede se mandiamo via tutti gli operai? Chi riparerà il danno? Se nessuno procede alla riparazione i danni rischiano di aggravarsi.

La stessa cosa succede nel nostro corpo. È importante sapere che esistono piante che svolgono un’azione antinfiammatoria naturale, senza alcuna controindicazione. È il caso dell’aloe vera, una succulenta molto facile da coltivare in appartamento. Il liquido di una foglia appena tagliata dà risultati favolosi in poco tempo.

Sono stato in contatto con una sostanza sconosciuta per me sbagliata (cibo, farmaco, vaccino, minerali, piante ecc.)?

Ho vissuto un’esperienza in cui mi sono sentito aggredito, non rispettato, non considerato e che mi avrebbe fatto provare rabbia?

INFLUENZA: ci sono due tipi di infezioni, ovvero quelle da germi autogeni e quelle da germi eterogeni e la stessa cosa succede con l’influenza. Quella che dipende da germi autogeni si sviluppa a partire da virus prodotti dal corpo. Questo tipo di influenza si sviluppa quando siamo molto stanchi e il corpo ha bisogno di riposo. Viene talvolta confusa con un’infreddatura ma, a differenza di questa, i sintomi (febbre, indolenzimento, problemi alle vie respiratorie) sono più intensi. Una vera influenza costringe a stare a letto.

Influenza da germi autogeni: 

Avevo molto bisogno di riposo che non ho ascoltato, perché ero preso dai miei doveri materiali, professionali o famigliari?

Mi sono forse fatto violenza per continuare?

Cos’è che questa influenza mi porta o mi obbliga a fare?

Influenza da germi eterogeni: queste influenze dipendono da fattori contaminanti. Sono del genere influenza stagionale, aviaria, suina (vedi Infezione).

INFORTUNIO, SINISTRO: vedi Incidente.

INGUINE: piega di flessione della coscia sull’addome. L’inguine unisce la regione sessuale (i genitali) alla zona «azione» (le gambe).

Un problema all’inguine può indicare una difficoltà nell’agire legata al proprio partner sessuale. «Io voglio agire in modo libero ma il mio partner non smette di dirmi quello che devo fare e come lo devo fare.» Vedi Ernia.

Dolore inguinale:

Ho paura di prendere posizione nei confronti del mio partner sessuale?

Strappo inguinale in uno sportivo:

Avevo bisogno di dimostrare a me stesso o al mio partner che potevo farlo?

Strappo inguinale senza incidente muscolare:

Ho voluto staccarmi, in ciò che ho fatto, dalle raccomandazioni del mio partner?

Psoriasi inguinale:

Mi sento incapace di mantenere l’armonia nel mio rapporto di coppia? Vedi Psoriasi.

INSONNIA: vedi anche Sonno, disturbi del.

Insonnia passeggera: può essere conseguenza di tensioni, preoccupazioni, inquietudini che inducono una predominanza del sistema simpatico che ci tiene svegli.

Cos’è che mi preoccupa o che mi crea ansia in questo momento?

Insonnia cronica: è quasi sempre legata a un senso di colpa. Perciò, di fronte a un problema di insonnia tenace, ci converrà cercare il senso di colpa che è in noi.

Per esempio, il senso di colpa per non aver potuto fare niente, o di aver fatto qualcosa che rimpiangiamo, di non aver agito al momento giusto, di aver ignorato qualcosa che era molto importante.

Mi sento forse in colpa per aver fatto soffrire mia madre nascendo?

Mi sento forse in colpa per averle imposto un matrimonio infelice perché era incinta?

Mi sento forse in colpa per la sofferenza o la morte di uno dei miei cari?

Mi sento forse in colpa per non essere intervenuto in aiuto di uno dei miei cari che si è suicidato?

Qual è il maggior senso di colpa che posso avere?

Insonnia nei bambini: vedi Sonno, disturbi del.

Insonnia nelle persone anziane: può essere legata alla paura di morire. Quando andiamo a dormire, perdiamo il contatto con le persone che ci sono care e gli oggetti che ci appartengono. È esattamente ciò che accade quando moriamo. La differenza tra la morte e il sonno risiede nel fatto che, al risveglio, ritroviamo lo stesso veicolo (il corpo fisico), mentre morendo lo lasciamo definitivamente. Le persone anziane hanno spesso paura di questa tappa di transizione che chiamiamo morte.

Ho paura di morire?

Ho paura di non rivedere più coloro che amo?

INSUFFICIENZA CORONARICA: vedi Cuore.

INSUFFICIENZA RENALE: vedi Reni.

INTERTRIGINE: o affezione delle pieghe della pelle, si manifesta con irritazione, arrossamenti, secchezza e screpolature della pelle tra le dita delle mani o dei piedi e nelle pieghe inguinali. Vedi anche Micosi.

Il disturbo può presentarsi nel caso di candidosi, eczema o psoriasi, ma anche indipendentemente da queste malattie. Riguarda in generale emozioni legate a dolore da separazione (partenza, morte), ma può anche riguardare il fatto di sentirsi separati da quello che ci piacerebbe fare o da un luogo in cui si vorrebbe essere. È anche possibile che ci si senta divisi tra ciò che si sta vivendo e ciò che si vorrebbe vivere.

Tra le dita:

Sono triste di non tenere più la mano della persona che amavo?

Rinuncio a una parte di ciò che mi piace fare per rispondere alle attese di coloro che amo?

Tra le dita dei piedi:

Può darsi che mi addolori il fatto di dover andare avanti senza la persona che amavo?

Mi trovo in un luogo mentre vorrei essere altrove?

Se vi è sanguinamento, può esserci la tristezza di non stare più con la persona che si amava.

Alle pieghe inguinali: 

Sono triste per aver perso il mio partner?

Ho rapporti sessuali con la persona che desidero veramente?

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INTESTINO: porzione del canale digerente che va dal piloro all’ano. Si divide in intestino tenue e intestino crasso o colon. Rappresenta la capacità di trattenere e di lasciare andare. Ci sono cose buone da trattenere e altre che è meglio lasciare. Problemi all’intestino riguardano quindi le paure (di mancare o di dispiacere), convinzioni che ci portano alla ritenzione (costipazione, gas intestinali) o a una non accettazione, o ribellione, che ci fa rifiutare tutto (diarrea, malattia di Crohn). Ci si può sentire presi da una situazione (diverticolite) o si può incontrare difficoltà a lasciare andare (prurito anale).

Intestino tenue

L’intestino tenue è situato dopo lo stomaco e si divide in tre parti: il duodeno, il digiuno e l’ileo. Prende parte alla digestione e all’assorbimento intestinale grazie alle secrezioni biliari e pancreatiche che lo penetrano e alla mucosa ricoperta di numerosi villi intestinali che moltiplicano in maniera considerevole la superficie totale di scambio e di assorbimento delle sostanze nutritive con il sangue e la linfa.

Il glucosio, gli amminoacidi, gli acidi grassi a catena corta e il glicerolo passano dal canale intestinale ai vasi sanguigni.

Gli acidi grassi a catena lunga e i trigliceridi (ricostituiti dalla parete degli enterociti dopo la digestione dei trigliceridi alimentari) passano nei vasi linfatici. L’acqua, i sali minerali e le vitamine possono passare in entrambi i tipi di vasi.

I disturbi che colpiscono l’intestino tenue riguardano situazioni che non possiamo accettare, che rifiutiamo (morbo di Crohn), che ci rodono (ulcera del duodeno) o che ci fanno vivere in una situazione di privazione (cancro).

Ulcera dell’intestino tenue: può colpire tanto il duodeno quanto l’ileo ed è sovente legata a una rabbia che ci rodeperché non si riesce ad accettare una situazione che ci mantiene in un certo stato di privazione. Può essere legata al fatto di vedere la propria madre lasciarsi andare perché ci si occupi di lei mentre abbiamo un sacco di cose da fare; il proprio marito spendere buona parte del salario per ubriacarsi; il proprio figlio oziare tutto il giorno davanti alla televisione invece di cercarsi un lavoro visto che siamo noi a provvedere ai suoi bisogni, o ancora di essere in ristrettezze mentre il partner paga una cifra elevata per gli alimenti della ex moglie che si rifiuta di trovarsi un lavoro.

Vivo ogni giorno una situazione che mi costringe a privarmi e che mi fa provare un senso di frustrazione e di rabbia?

È possibile che io non abbia accettato la spartizione dell’eredità di famiglia?

Tumore dell’intestino tenue: è quasi sempre collegato a grandi ansie per il denaro, perché è con esso che ci si può procurare il cibo e ciò di cui si ha bisogno per vivere.

Ho passato momenti di grandi preoccupazioni finanziarie e paura di mancare del necessario?

Ho vissuto una situazione che considero ignobile?

Duodeno: riceve la poltiglia di alimenti semi-digeriti, chiamata chimo, proveniente dallo stomaco. I problemi al duodeno hanno a che fare con emozioni legate a una diminuzione di soldi, che può riguardare un indebitamento, alimenti da pagare, un’eredità o ciò che doveva spettarci dopo un divorzio.

Dolore al duodeno:

Ho paura di trovarmi in ristrettezze se mi indebito nell’acquisto di quest’auto o di questa casa?

Ho paura di dover assicurare le necessità di questa persona?

Digiuno:è il segmento intermedio che trasporta rapidamente gli alimenti digeriti dal duodeno all’ileo grazie ai movimenti peristaltici e di conseguenza contiene pochissime sostanze alimentari.

Ileo:la maggior parte dell’assorbimento dei nutrimenti utili si svolge nell’ileo prima che si passi nel cieco dell’intestino crasso.

Tumore dell’ileo:

Mi sono forse sentito espropriato di ciò che avevo impiegato anni a guadagnare?

Ileite: vedi Morbo di Crohn.

Colon o intestino crasso

Situato tra l’intestino tenue e il retto, il colon è un serbatoio in cui si accumulano i residui del bolo alimentare. È anche il luogo in cui numerose sostanze vengono riassorbite, in particolare l’acqua, i glucidi e certi farmaci (supposte). L’intestino crasso riguarda la capacità di lasciare ciò che non è più necessario. Respingere tutto in blocco senza discernimento non può che manifestarsi con la diarrea. Vedi Colon e Diarrea.

Briglie aderenziali: una briglia peritoneale è una sorta di aderenza fibrosa tra una porzione dell’ansa intestinale e il peritoneo parietale. Le briglie possono avere origine da un intervento chirurgico all’addome (appendicectomia o isterectomia per esempio). Disturbano la libera mobilità dell’ansa intestinale e possono comportare una torsione della stessa e impedire la normale evacuazione delle feci. Vedi anche Aderenze.

Sono forse alle prese con principi o divieti che mi impediscono di lasciarmi andare a essere me stesso?

Tumore del colon: vedi Colon.

Costipazione: vedi Costipazione.

Occlusione intestinale: arresto parziale o completo del transito intestinale a causa di una torsione dell’intestino, una briglia che ostacola il transito normale, un tumore, una malattia infiammatoria, una diverticolite, ascaridi, tenia, o può anche essere conseguenza di un’invaginazione provocata da un’ernia (inguinale o crurale).

Può anche essere associata all’assenza o alla scomparsa dei movimenti peristaltici (movimenti di contrazione dei muscoli intestinali): si parla allora di occlusione funzionale o paralitica che può provenire da un intervento chirurgico all’addome, da abuso di farmaci o da un’infiammazione intra-addominale. Infine l’occlusione può dipendere da un deficit circolatorio intestinale che può causare un infarto di origine arteriosa o venosa con conseguente distruzione dei tessuti che compongono le pareti intestinali.

Qualunque sia la causa, un’occlusione intestinale è sempre grave ed è necessario identificarne la causa. Vedi la patologia relativa.

Può darsi che non mi concedessi più il diritto di vivere?

Mi sono forse chiuso alla sfera affettiva?

Ho la sensazione di aver fallito, che tutti i miei sforzi mi abbiano portato a un fiasco penoso?

Sangue nelle feci: vedi Sanguinamenti.

INTOLLERANZE ALIMENTARI: vedi Allergie.

INTOSSICAZIONE ALIMENTARE: si manifesta con nausea e vomito, crampi addominali, diarrea, che corrispondono agli sforzi che fa l’organismo per liberarsi dalle sostanze nocive che ha ingerito.

Il maggior numero di casi di avvelenamento o intossicazione alimentare sono dovuti al consumo di alimenti contaminati da batteri (shigella, salmonella, Escherichia coli, Clostridium) o da tossine come l’enterotossina dello stafilococco aureo, che è la più comune.

Il più delle volte l’intossicazione si risolve dalle due alle otto ore dopo l’ingestione dell’alimento contaminato. Tuttavia alcune intossicazioni possono essere più gravi e a volte anche mortali se la tossina attacca il sistema nervoso, come nel caso di:

tossina di Clostridium botulinum, che causa il botulismo (il batterio può svilupparsi nei barattoli non ermetici, nei salumi fatti in casa o nei cibi sotto sale confezionati in modo non corretto);

alcuni funghi velenosi come l’Amanita phalloides che contengono la muscarina;

alcuni pesci o molluschi che contengono un piccolo organismo marino chiamato dinoflagellato.

Prima di avere l’intossicazione alimentare ho avuto la sensazione che una o più persone tra quelle che mi sono vicine mi avvelenassero l’esistenza?

Uno dei miei pazienti ebbe un’intossicazione alimentare dopo aver mangiato un panino in un centro commerciale. Alla mia domanda se aveva avuto l’impressione che qualcuno gli stesse avvelenando l’esistenza, mi raccontò di aver iniziato a far ristrutturare la sua casa e che gli operai gliela avevano trasformata in un vero immondezzaio che non sopportava e che gli dava la nausea. Non essendo rispettato il suo ambiente, aveva la sensazione che gli avvelenassero l’esistenza.

Intossicazione alimentare a una festa o a un matrimonio:

Mi sono sentito colpevole per aver provato piacere?

Talvolta si prova inconsciamente un senso di colpa nei confronti del piacere, e questo può derivare dall’aver visto i propri genitori lavorare molto e concedersi poco. Nel momento in cui si ha la sensazione di avere più di quello che hanno ottenuto loro dalla vita, può accadere che inconsciamente si voglia rovinare ciò che ci rende felici, per esempio macchiando o strappando un abito che ci piace e a cui teniamo molto, rovinando la nostra automobile nuova, ammalandoci durante le vacanze, in poche parole impedendo a noi stessi di fruire di ciò che potrebbe procurarci piacere. Vedi Diarrea del viaggiatore.

Se si tratta di un’intossicazione alimentare che attacca il sistema nervoso, ci si potrà chiedere se prima di ingerire quell’alimento, quel fungo, quel pesce o quel mollusco, ci siamo fatti o siamo stati oggetto di rimproveri che hanno fatto sorgere in noi un forte senso di colpa.

Ho avuto la sensazione che qualcuno mi avvelenasse la vita?

IPERATTIVITÀ: o sindrome ipercinetica. Caratterizzata da un aumento dell’attività motoria, impulsiva e disordinata, accompagnata da grida e da reazioni aggressive, al punto che il bambino non ha più la calma necessaria per poter prestare attenzione a ciò che gli viene detto, cosa che non può che creargli difficoltà di apprendimento a scuola. Il disturbo può dipendere da un problema neurologico. Tuttavia, se si osserva il genitore di un bambino iperattivo, si nota che questi si sente spesso completamente sopraffatto dai comportamenti eccessivi del figlio e si rifugia in una forma di indifferenza o di supplica nei suoi confronti. Ci si potrebbe chiedere se il bambino iperattivo con le sue provocazioni voglia dire: «Non vedete allora che esisto? Occupatevi di me!» Quello che non comprende è che le sue azioni caotiche e provocatorie fanno sì che nessuno lo possa più sopportare e che si ritrovi quindi sempre più ignorato.

Ciò di cui il bambino ha maggiormenete bisogno è di una dolce fermezza da parte dei genitori, ovvero di un’educazione in cui si senta considerato, ma anche guidato con polso fermo.

IPERCALCIFICAZIONE: deposito al di sopra della media di sali di calcio (fosfati) nei tessuti ossei e nei denti, che in condizioni fisiologiche ne garantiscono la durata. Nel caso di una patologia, questi depositi possono apparire in altri tessuti sotto forma di microcalcificazioni (vedi Microcalcificazioni). Negli organi cavi l’ipercalcificazione può comportare la formazione di calcoli (vedi Calcoli). Può anche essere un modo di guarigione, come nei tessuti cicatriziali.

Mi sono forse indurito?

Sono forse rigido nelle mie convinzioni?

IPEREMOTIVITÀ :l’emotività è la capacità di reagire a ogni stimolo sensoriale, emozionale o a qualunque modificazione del proprio stato psichico, affettivo o sociale. L’iperemotività è un’amplificazione dell’emotività, che può dar luogo a una grande ricchezza espressiva, ma anche comportare reazioni inadeguate ed eccessive se non è dominata. In situazioni di sofferenza emozionale ripetute, l’iperemotività può condurre alla psicosi. Imparare a dominare le proprie emozioni è la chiave per dominarla.

Ho talvolta reazioni eccessive che rimpiango in seguito?

Mi capita di esplodere e di tornare con un mazzo di fiori per farmi perdonare?

IPERLASSITÀ o IPERMOBILITÀ: si tratta di una mobilità eccessiva di alcune articolazioni. A seconda dei tessuti interessati, si parla di iperlassità legamentosa, articolare o cutanea. L’iperlassità, che può facilitare le contorsioni, a volte si traduce in articolazioni troppo lasche che possono dar luogo a lussazioni.

Ho la tendenza a oscillare tra gli estremi, vale a dire che in certi momenti sono troppo conciliante o dipendente da coloro che amo, e in altri troppo rigido e indipendente?

Iperlassità delle ginocchia:

È possibile che a volte mi piego troppo alle attese degli altri e che quando mi sento soccombere mi ribello e divento intrattabile?

→ Iperlassità delle braccia:

Può darsi che non ho misura in ciò che faccio o nel mio lavoro?

Per esempio: sia che non faccia granché sia che non mi fermi mai, è in ogni caso possibile che sia a volte troppo conciliante e che quando sento che ci si approfitta della mia gentilezza o che non vengo rispettato, diventi intransigente.

IPERMETROPIA: disturbo della vista in cui l’immagine si forma dietro la retina. Richiede agli occhi della persona che ne è affetta sforzi di adattamento per vedere gli oggetti. Quando il soggetto è giovane di solito vede bene da lontano mentre la visione da vicino è sfuocata.

Gli sforzi dell’ipermetrope sono possibili solo fino a un certo punto. Oltre possono dar origine a mal di testa e talvolta a strabismo. L’ipermetropia si corregge con lenti convesse. Può derivare da tensioni dovute a insicurezza, per esempio un bambino che è lasciato solo a casa in assenza dei genitori.

Sono forse in tensione per una situazione che mi provoca insicurezza?

IPERSALIVAZIONE: vedi Ghiandole salivari.

IPERTENSIONE: detta anche «pressione alta», l’ipertensione indica una condizione in cui la pressione arteriosa è alta. Il carico emotivo è troppo forte e il barometro interiore si alza. Può essere legata a forti emozioni (paure, collera, angosce)o a emozioni di lunga data, per esempio la nascita di un bambino illegittimo, un aborto, uno stupro, un rovescio di fortuna…

Devo confrontarmi con una situazione che mi crea molta tensione emotiva?

Conservo un segreto emotivamente pesante, che non ho mai rivelato a nessuno?

Tendo a reprimere le mie emozioni?

IPERTIROIDISMO: vedi Ghiandola tiroidea.

IPERTROFIA TISSUTALE o ORGANICA: corrisponde all’aumento di volume di un tessuto o di un organo. Può essere indotta, in seguito a esercizi per la muscolatura, con lo scopo di aumentare la massa muscolare. Può essere successiva a un’infezione o a una distruzione cellulare importante, come nel caso di un’adenopatia (gonfiore dei linfonodi) o di una splenomegalia (aumento di volume della milza). Può anche essere dovuta a un’ipertrofia cellulare, chiamata iperplasia come nel caso di un tumore o dipendere da un edema (gonfiore) in un tessuto o in un organo. Vedi la patologia relativa.

IPERVENTILAZIONE: si manifesta soprattutto quando la persona ha molta paura di morire. Può manifestarsi, per esempio, quando si teme una sofferenza fisica (malattia, parto) o prima di un intervento chirurgico.

Ho paura di morire?

IPOACUSIA: vedi Diminuzione dell’udito.

IPOCONDRIA: falsa convinzione di essere affetti da una malattia grave malgrado le rassicurazioni dei medici. Può esprimere il bisogno che ci si occupi di noi. Tuttavia può anche essere una forma di ossessione della mente che ha molta paura della malattia.

Ho bisogno di questo espediente perché ci si occupi di me?

È la mia mente a dominarmi al punto che non posso gestire i pensieri che mi angosciano?

IPOESTESIA (INSENSIBILITÀ): anomalia nella trasmissione delle informazioni tra il cervello e i recettori della pelle o condizione conseguente alla compressione di un nervo o di un’arteria. Vedi anche Sclerosi a placche.

Torpore alle braccia:

Voglio rendermi insensibile al bisogno che ho di avere qualcuno tra le braccia?

Torpore alle mani:

Mi sento impotente ad aiutare qualcuno che mi è vicino e che soffre?

Torpore alle dita: vedi Dita.

Torpore alle gambe o ai piedi:

Ho l’impressione di ristagnare in una situazione o di non riuscire a procedere dal punto in cui mi trovo?

IPOFISI: soprannominata ghiandola pituitaria, regola tutte le altre ghiandole. Produce diversi ormoni tra cui: l’ormone antidiuretico che favorisce la ritenzione dei liquidi nell’organismo, l’ormone tireotropo o TSH che regola il funzionamento della tiroide, l’ormone gonadotropo che regola la maturazione del follicolo ovarico e il funzionamento dei testicoli, l’ACTH che regola il funzionamento della corteccia surrenale e la prolattina che stimola le ghiandole mammarie nella produzione del latte. Poiché l’ipofisi è collegata al cervello, svolge un ruolo importante all’interno del sistema nervoso.

Allo stesso modo è ancora l’ipofisi che capta l’ossigeno e la forza vitale (il prana) contenuti nell’aria che respiriamo e che li redistribuisce a tutte le cellule del corpo. Il centro frontale è in relazione diretta col centro cardiaco e col plesso solare. In questo modo, più acquietiamo il centro frontale attraverso respirazioni profonde (ma senza sforzo) o con la meditazione, più armonizziamo il centro cardiaco (centro dell’amore) con il plesso solare (centro delle emozioni) e in questo modo calmiamo il sistema nervoso.

La ghiandola ipofisi rappresenta l’equilibrio e la capacità di padroneggiare le situazioni della nostra vita.

Quando perdiamo questa padronanza perché ci lasciamo possedere dalla paura, perché non crediamo più in noi stessi o nella vita, può crearsi un disequilibrio all’interno del nostro organismo. L’ipofisi compensa favorendo l’aumento o la diminuzione degli ormoni di cui è responsabile. Uno squilibrio negli ormoni ipofisari può anche essere legato a un abuso di alcuni farmaci.

Adenoma ipofisario: gli adenomi dell’ipofisi possono dar luogo a fenomeni di gigantismo, acromegalia o alla sindrome di Cushing. Vedi Ghiandole surrenali.

Cercavo disperatamente soluzioni per vincere la mia impotenza nei confronti delle mie difficoltà, dei miei sintomi o della mia malattia?

Acromegalia: caratterizzata da un’ipertrofia dell’ossatura del cranio, del viso, delle mani e dei piedi.

Ho avuto la sensazione di non essere sufficientemente forte per difendermi, che bisognerebbe che fossi una superdonna o un superuomo per occupare il mio posto in questa vita?

Iperprolattinemia: la prolattina è un ormone prodotto dalle cellule del lobo anteriore dell’ipofisi che stimola lo sviluppo del seno nell’adolescente e la produzione di latte in risposta alla suzione del neonato nella puerpera. Un’iperprolattinemia nella donna può comportare disturbi del ciclo mestruale che vanno dall’amenorrea alla scomparsa dell’ovulazione mentre, nell’uomo, può portare a una ipofertilità (diminuzione della produzione di ormoni sessuali maschili), problemi di impotenza e un aumento del volume dei seni (ginecosmatia).

Nella donna:

È possibile che non voglia bambini?

Nell’uomo:

I miei genitori avevano forse voluto una figlia quando sono nato?

Ho problemi di identificazione col mio sesso?

→ Produzione di latte al di fuori dell’allattamento: 

Ho un grande desiderio di essere madre o di avere un altro bambino?

IPOGLICEMIA: insieme di disturbi legati all’abbassamento del livello di glucosio nel sangue al di sotto del valore minimo necessario al buon funzionamento del metabolismo. L’ipoglicemia può esprimere un sentimento di solitudine, di tristezza, insomma una mancanza di gioia di vivere. Può darsi che non ci si senta compresi, incoraggiati o sostenuti negli sforzi che si fanno per riuscire negli studi, nel lavoro o nella relazione di coppia. E ciò può indurci a dubitare del nostro valore.

Mi sento solo in una relazione affettiva che non mi nutre?

Ho paura di accogliere la felicità e il successo e di perderli di nuovo?

Dubito del mio valore?

IPOSALIVAZIONE: vedi Ghiandole salivari.

IPOTENSIONE: opposta all’ipertensione. I battiti della vita sono deboli, non si ha più voglia di lottare. Ci si sente soli, abbandonati a se stessi, scoraggiati.

Cos’è che mi fa vivere una tale tristezza o un tale scoraggiamento?

Ho perduto la motivazione per vivere?

IPOTIROIDISMO: vedi Ghiandola tiroidea.

ISCHEMIA: arresto della circolazione sanguigna (acuta o cronica e massiva o parziale).

Ischemia acuta: provocata dall’interruzione improvvisa della circolazione arteriosa in seguito a una rottura vascolare, una compressione arteriosa o una trombosi (interruzione per un embolo). L’arresto della circolazione comporta una mancanza di ossigenazione e di nutrizione dei tessuti che necrotizzano tanto più rapidamente se l’organo colpito ha una funzione prioritaria per la sopravvivenza dell’organismo (cuore, polmoni, cervello, reni).

A livello degli arti e dei tessuti superficiali, l’ischemia è responsabile di piaghe da decubito (da letto o da sedia a rotelle) o di cancrene.

Ischemia parziale: causata da una diminuzione del flusso sanguigno o da una compressione lenta di un’arteria o da una riduzione del suo suo calibro (arteriosclerosi, placche ateromatose).

Ischemia cerebrale o incidente vascolare cerebrale: breve interruzione della circolazione sanguigna in una parte del cervello che provoca disturbi momentanei della visione, della parola, della sensibilità o della motricità. Se l’ischemia si prolunga oltre le ventiquattro ore, si parla di incidente vascolare cerebrale che si manifesta con perdita di coscienza, paralisi e perdita della sensibilità.

Ho vissuto uno shock o una forte emozione che mi ha preso alla sprovvista, riferito a ciò che considero una perdita inestimabile?

Può trattarsi di un pignoramento da parte di un ufficiale giudiziario, un licenziamento, una separazione, un lutto, la perdita della propria azienda o anche di una situazione che ha risvegliato questa forte emozione.

ISTERIA: vedi Crisi isterica alla voce Crisi (di origine emotiva).

ITTERIZIA O ITTERO: itterizia è il termine comune usato per descrivere l’ittero che si caratterizza per una colorazione gialla della pelle e della sclera (bianco dell’occhio). Ci sono tre tipi principali di ittero: emolitico, epatocellulare e ostruttivo.

Ittero emolitico del neonato: conseguenza di una distruzione massiccia dei globuli rossi, che dipende da un’incompatibilità sanguigna tra la madre e il bambino.

Ittero epatocellulare: vedi Epatite.

Ittero ostruttivo: può essere legato a un rifiuto della propria vita o di se stessi. Può anche esprimere rabbia verso una situazione che non possiamo accettare.

Ho tendenza a nutrire pensieri di rabbia?

Ittero non emolitico del neonato: presente alla nascita in un terzo dei bambini nati a termine e in quasi tutti i prematuri nati in ospedale. Più raro quando il parto avviene in un centro nascita o in un contesto non ospedaliero. Si può anche osservare la presenza di più itteri con un’ostetrica e meno con un’altra. Può esprimere la rabbia del neonato in rapporto al suo arrivo in questo mondo.

Come è avvenuta la nascita del bambino?

Si è forse sentito strappato dalla madre o separato troppo rapidamente da lei?

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IVG o INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA: l’interruzione volontaria di gravidanza non è una malattia ma, se viene vissuta con senso di colpa, può essere all’origine di varie patologie che riguardano l’utero, le ovaie e talvolta il seno.

Ho avuto molte partecipanti ai seminari alle prese con un profondo senso di colpa per avere abortito. Il mio modo di aiutarle consiste nel proporre loro un’analogia.

«Viaggi su una strada e vedi una persona che fa l’autostop. Non sei nella disposizione di far salire una persona nella tua auto e passi oltre, lasciandola continuare a fare autostop. Ti senti in colpa?»

La maggior parte delle donne risponde: «No».

«Perché?»

«Perché la persona che fa l’autostop si assume il rischio di un rifiuto.»

La stessa cosa succede a un’anima che si presenta, anche lei si assume il rischio di un rifiuto. Inoltre, accade spesso che l’anima ritorni, se non nel bambino successivo, sovente nella stessa famiglia.

Per liberarsi dal senso di colpa, si può parlare con quella piccola anima e spiegarle che non era lei che non si desiderava, ma era la situazione che non ci permetteva di accoglierla, e domandarle di ritornare.

1 L’Autrice parla di frequenze vibratorie nel primo capitolo di Metamedicina. Ogni sintomo è un messaggio, Amrita, 2000.

 

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