Ecco come l’alimentazione influisce sui nostri ormoni (e sulla nostra salute)


fonte: www.psoriasimetodoapollo.com
Conoscete la correlazione tra ormoni e alimentazione?
Ne sentiamo tanto parlare: l’insulina che regola il livello degli zuccheri, il cortisolo che permette di reagire allo stress, l’ossitocina prodotta quando siamo innamorati o quando aspettiamo un bimbo…
Ma cosa sono esattamente gli ormoni?
Si tratta di “messaggeri”: sono prodotti da cellule o organi e portano messaggi presso altri distretti corporei.
Ad esempio il cortisolo è un ormone secreto dalle ghiandole surrenali che attiva il corpo a rispondere a situazioni stressogene: ci fa essere più attivi, attenti e in allerta. Ma alla lunga, ci esaurisce.
L’ossitocina viene prodotta a livello ipotalamico e ci mette in quella condizione da “nuvoletta rosa e occhi a cuoricino”, facendoci essere più rilassati e bendisposti.
Quando gli ormoni sono bilanciati e in equilibrio noi stiamo bene: abbiamo fame solo quando il corpo ha bisogno di cibo, siamo stressati solo in condizioni di pericolo, siamo vigorosi e in salute, (per le donne) abbiamo un ciclo regolare.
Quando gli ormoni si sbilanciano ecco che compaiono i sintomi del dis-equilibrio: proprio perché gli ormoni sono messaggeri che viaggiano in tutto il corpo, i sintomi di un disequilibrio endocrino si presentano in distretti diversi del nostro organismo. Ad esempio: sapete che un eccesso di cortisolo può portare ad avere brutti sfoghi dermici, o che una carenza di progesterone (ormone che regola la seconda parte del ciclo mestruale) può determinare stati depressivi?
Quale legame unisce alimentazione e ormoni?
Il modo in cui ci alimentiamo ha il potere di modulare la produzione ormonale: la prima terapia per un riequilibrio ormonale passa proprio da quello che mangiamo. L’effetto del cibo sul sistema endocrino è duplice:
- In primo luogo, esistono specifici alimenti (o specifiche sostanze contenute negli alimenti) che hanno il potere di stimolare o inibire direttamente la produzione di determinati ormoni. Ad esempio, gli zuccheri sono legati all’insulina, la caffeina al cortisolo e il triptofano (un aminoacido) alla serotonina.
- In seconda battuta, quello che mangiamo influenza la nostra flora batterica intestinale, che a sua volta è in grado di captare gli ormoni e modularne l’azione.
Una flora batterica forte e funzionale avrà le massime possibilità di rispondere efficacemente allo stimolo ormonale, mentre una flora debole sarà pigra e svogliata anche nell’interagire con gli ormoni.
Dunque, in che modo possiamo prenderci cura dei nostri ormoni attraverso il cibo?
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Un occhio di riguardo all’insulina
E’ molto difficile fare una gerarchia degli ormoni, ossia dire quali siano quelli più importanti: dal momento che sono tutti in interconnessione sarebbe difficile toglierne uno senza gli altri crollino. Tuttavia, da un punto di vista nutrizionale, l’insulina è l’ormone maggiormente controllabile, e controllando l’insulina abbiamo la possibilità di modulare anche il suo “dialogo” con altri ormoni, come ad esempio cortisolo, estrogeni e testosterone.L’insulina viene secreta in modo inopportuno quando la dieta è ricca di zuccheri semplici e carboidrati raffinati, quindi il primo passo per armonizzarne la produzione è eliminare gli zuccheri dalla propria dieta e ridurre il consumo di carboidrati. In caso di patologie autoimmuni o metaboliche, sarebbe opportuno che la maggior parte dei carboidrati della propria alimentazione provenisse da ogni tipo di frutta e verdura (comprese castagne, patate, zucca, pastinaca…), ma con una limitazione massima dei cereali, orientandosi verso quelli senza glutine.
Se state cercando di ridurre i livelli di insulina a digiuno o post-pranzo, magari perché soffrite di insulino-resistenza o diabete, orientatevi verso un’alimentazione ricca di proteine nobili da pesce, carne e uova, e che abbia un occhio di riguardo per i grassi buoni di olio extravergine, olive e certi tipi di frutta secca.
Non fate mancare verdura fresca e di stagione, frutta, e carboidrati in misura proporzionale al vostro dispendio calorico.
Ricordate che la secrezione ottimale di insulina permette di avere un beneficio che va ben al di là del controllo glicemico: ci sentiremo più energici e svegli, pronti all’azione; gestiremo meglio lo stress, e di conseguenza avremo un sonno più ristoratore e minimizzeremo gli effetti collaterali dell’ipercortisolemia (sfoghi cutanei, ritenzione di liquidi, ansia); avremo una buona produzione di ormoni sessuali. -
Evitare di consumare disregolatori endocrini
Esistono molecole contenute nel cibo il cui effetto accumulo contribuisce a creare disequilibrio ormonale e – laddove sia già in atto – lo esacerba.
Evitate la soia, poiché i fitoestrogeni contenuti interferiscono con l’armonia degli ormoni sessuali (ricordate che le donne orientali hanno un microbioma diverso rispetto al nostro: loro sono in grado di trarre benefici dal consumo di soia, per noi invece sono più gli effetti avversi!).Limitate le fonti di glutine, poiché questa proteina è associata a patologie autoimmuni (in primis Hashimoto e psoriasi) e fibromialgia. Se soffrite di queste sindromi, escludete completamente il glutine.
Limitate al minimo latte e derivati, anche se di capra o pecora, o se biologici. Ricordate che il latte, per quanto naturale possa essere, ha un potente stimolo alla crescita (in fondo, il suo ruolo principale è quello di far crescere un vitello!): ogni stimolo di crescita passa attraverso l’azione di ormoni come insulina e GH (growth hormone).Limitate fortemente l’alcol, che è in grado di inibire la produzione ormonale nel suo complesso, e di aumentare i livelli di cortisolo.
Evitate di introdurre fonti di glutammato, contenuto ad esempio nella salsa di soia e nei prodotti confezionati, poiché questo aminoacidi è di fatto un neurotrasmettitore eccitante a livello cerebrale, che va a stimolare importanti centri endocrini (ipotalamo e ipofisi). -
Prendetevi cura della vostra flora intestinale
Un’alimentazione ricca di alimenti naturali, non processati, non zuccherati e non trasformati, manda in visibilio i batteri buoni del nostro intestino, che saranno ben pasciuti, e ci ringrazieranno producendo acidi grassi, vitamine e molecole positive per il nostro benessere psicofisico. Inoltre, moduleranno l’azione degli ormoni prodotti da ogni tessuto del nostro meraviglioso organismo e rafforzeranno il sistema immunitario.
Al contrario, una dieta squilibrata e ricca di alimenti industriali porterà a un impoverimento del microbiota intestinale, che sarà pigro e non avrà voglia di aiutarci nel trovare il benessere completo.
Per poter nutrire adeguatamente la flora intestinale è opportuno mangiare verdura e frutta di stagione, alimenti fermentati (come kefir o crauti), prediligere cibo non pastorizzato e vibrante di energia, lasciar da parte carne da allevamenti intensivi in favore di quella grassfed, comprare solo uova bio e pesce pescato (soprattutto se poco costoso, come sarde o suri o sgombri), arricchire la propria dieta di grassi positivi (olio vegetale solo se extravergine, ghee biologico, avocado, frutta secca attivata dopo l’ammollo notturno).
Non mi resta che augurarvi di fare del bene a voi stessi semplicemente aprendo gli armadietti della dispensa e rendendovi conto di quante cose sarebbe il caso di buttare, e di quanto invece sia necessario arricchire il frigorifero di cibo vero, fresco, vitale.
Fonte: PsoriasimetodoApollo
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