Ecco perché quando si è “giù di morale” si mangiano più dolci.Il gusto cambia con le emozioni.
Percezione del gusto? Una ricerca conferma che lo stato d’animo può cambiarlo.
Una ricerca condotta presso la Cornell University (USA), ha rilevato che che lo stato emotivo di una persona influisce sulla percezione del gusto e dei sapori.
In particolare,le persone in stati emotivi negativi tendono a desiderare i dolci più di coloro che si trovano in uno stato d’animo sereno, felice e positivo.
“Abbiamo determinato come le emozioni derivanti dal risultato delle partite di Hockey, in questo studio specifico, influenzino la percezione del gusto dolce, salato, amaro, acido e saporito, come le risposte personali sul gradimento del cibo” ha dichiarato Robin Dando, Professore di Scienze dell’alimentazione presso il College of Agricolture and Life Sciences che, insieme a Corinna Noel, dottoranda in Scienze dell’alimentazione, ha pubblicato i suoi risultati sulla rivista Appetite.
In pratica, la manipolazione emotiva sotto forma di eventi (sportivi, teatrali, musicali) nella vita reale, piacevolmente o spiacevolmente percepite, possono influenzare la percezione del gusto, guidando la nostra scelta verso un giudizio di accettabilità o non accettabilità di un alimento.
Il risultato di questa ricerca, conferma che tale “modulazione del gusto” potrebbe quindi favorire e spiegare il “mangiare emotivo” nei momenti in cui proviamo emozioni negative
Curiosità: Il numero dei gusti esistenti è 6
Sono infatti l’amaro, l’aspro, il dolce, il salato, il grasso e l’umami
Cosa vuol dire UMAMI? Tradotto letteralmente dal Giapponese significa “Saporito”, molto simile al concetto più Occidentale di Sapidità. Esprime la sensazione gustativa provocata dal glutammato, un additivo alimentare che esalta i sapori di molti alimenti ricchi di proteine. Nel 1908, il Professor Kkudane Ikeda, mentre compiva ricerche sul brodo di alghe, individuò proprio del glutammato monosodico il responsabile del forte sapore della pietanza, che definì “Umami”