Dizionario dei Sintomi – Lettera G

Dizionario dei Sintomi – Lettera G

 

GAMBE: rappresentano la capacità di andare avanti.

Dolori alle gambe:

I dolori alle gambe sono spessoDizionario dei Sintomi – Lettera G alla paura di lasciare una situazione per andare verso una nuova. Alcuni esprimono questa paura dicendo: «Si sa quel che si lascia ma non quel che si trova!»

Può anche essere l’espressione della resistenza a un cambiamento. Per esempio, si sta bene in un posto e non si ha voglia di andarsene, ma si è costretti.

Ho paura di lasciare o perdere ciò a cui tengo?

Ho paura di impegnarmi in un nuovo percorso?

Difficoltà a camminare o a correre:

Mi vieto di avanzare perché mi sento in colpa per la scelta che ho fatto o per l’azione che ho intrapreso?

Ho paura di deludere o di creare dispiacere se vado nella direzione che desidero?

GAMBE PESANTI: è sovente conseguenza di un’insufficienza venosa superficiale che può essere dovuta al lavoro. Lavoriamo molte ore seduti? La mancanza di esercizio favorisce il ristagno del sangue nelle vene degli arti inferiori, così come quando si lavora molte ore in piedi o in un luogo in cui fa caldo. Tuttavia è anche possibile che lo si esprima dicendo: «Questa situazione mi pesa!»

Mi pesa il quotidiano in questo momento?

Che cos’è che mi pesa in ciò che mi attende?

È possibile che mi senta limitato nel mio avanzamento professionale o nel mio cammino?

GAS INTESTINALI: vedi Flatulenza.

GAS NELLO STOMACO: vedi Stomaco.

GASTRITE: infiammazione della mucosa dello stomaco, sovente in relazione a un sentimento di rabbia per non sentirsi rispettati o perché si considera ingiusta la situazione che si incontra.

Qual è la situazione che non posso digerire e che mi suscita molta rabbia?

GASTROENTERITE: infezione della mucosa dello stomaco e dell’intestino in seguito all’azione di un germe esterno di origine virale, batterica, parassitaria o di una enterotossina, accompagnata spesso da diarrea e vomito che possono comportare la disidratazione dell’organismo. È sovente conseguenza di un rifiuto radicale nei confronti di una situazione che non si può accettare. Può trattarsi di una situazione in cui ci si è sentiti usati, traditi, trattenuti, minacciati, in pericolo ecc. Questo può colpire nel più profondo dell’essere al punto da togliere persino il gusto di vivere.

A un partecipante di un seminario che dovevo tenere, ma per il quale dovetti essere sostituita all’ultimo momento, venne una gastroenterite causata dalla mia assenza. Ebbe una reazione violenta. Aveva vissuto la mia assenza come una cattiveria da parte mia. Si era sentito manipolato, tradito, non rispettato. Questo era in risonanza con esperienze vissute con sua madre. Dal momento che io rappresentavo un’autorità (come sua madre quando era un bambino) rivisse la situazione con rabbia e rifiuto. La cosa gli aveva suscitato anche il desiderio di morire. Questo era ciò che manifestava attraverso la gastroenterite.

Cosa ho rifiutato con forza?

Che cosa mi colpisce nel più profondo dell’essere?

In un bebè:

Il bambino rifiuta con forza quello che percepisce come indifferenza da parte dei genitori perché lo lasciano piangere nel suo lettino? Questo può arrivare fino al punto da togliergli il gusto di vivere?

È possibile che il bambino abbia creduto di aver fatto soffrire la madre con la sua nascita e sentirsi per questo colpevole?

Il bambino ha forse reagito male a una vaccinazione?

GELONI: edema pruriginoso rosa-violaceo alle dita dei piedi, delle mani o al viso dovuto a una vasocostrizione periferica della pelle in un clima freddo. Vedi anche Allergia al freddo in Allergie.

Ho la tendenza ad aspettare che gli altri si prendano cura di me?

Ho una natura temeraria?

GENGIVE: formano la parte di mucosa orale che riveste le mascelle in cui sono impiantati i denti. Problemi con le gengive riguardano il dubbio e l’esitazione. Si può rimandare continuamente una decisione, ci si «sgonfia», demotiva, e le gengive si gonfiano. Può riguardare un’azione da intraprendere: si valutano i pro e i contro, ci si domanda se questo non ci costerà ancora di più, cosa potrà portarci…

Un esempio: un amico musicista mi consultò per un gonfiore della gengiva che ricopriva due suoi molari, il 46 e il 47. Il 46 corrisponde al bisogno di essere riconosciuti dagli altri, il 47 al modo in cui il nostro lavoro e ciò che realizziamo vengono percepiti dagli altri (vedi Dentizione).

La gengiva gli si era gonfiata dopo aver scoperto che una persona aveva copiato parte delle sue opere e le aveva pubblicate in un Paese in cui non era ancora conosciuto. Voleva citarla in giudizio, ma esitava a farlo considerando il tempo che avrebbe perso e i soldi che ci sarebbero voluti. Si diceva che era forse meglio investire quel tempo per scrivere cose nuove e usare i soldi per la pubblicità, e così ritornava ogni volta sulla sua decisione. Si «sgonfiava» e la sua gengiva gonfiava. L’esitazione durò sei mesi. Dopo il nostro incontro, decise di passare all’azione e difendere i propri diritti. Dopo questa definitiva decisione, la gengiva si sgonfiò e non si rigonfiò più.

L’esitazione o il dubbio possono venire da predizioni che si sono avute. Ci si trattiene dall’agire, si preferisce aspettare. Il dubbio ci rode e le gengive si gonfiano. È bene ricordare che qualunque predizione non è altro che una previsione. Si decide e gli eventi accadono. Si dice: «Aiutati che il ciel t’aiuta».

Quali sono i dubbi che mi impediscono di passare all’azione?

Qual è la decisione che rinvio e quale ne è la ragione?

Gengivite: infiammazione delle gengive.

Sono arrabbiato con me stesso per il fatto di esitare sempre?

Provo rabbia nei confronti di una persona che cerca continuamente di farmi dubitare di quello che ritengo sia il mio potenziale, o che spegne ogni volta il mio entusiasmo?

Parodontite: vedi anche Parodontolisi.

Quali dubbi mi rodono e mi impediscono di afferrare quello che ho scelto di fare?

Sanguinamento delle gengive: esprime tristezza per una decisione, che può essere compensata con un meccanismo di consolazione.

Un esempio: i genitori di Jonathan traslocano, quest’ultimo deve lasciare il suo ambiente, i suoi amici e il cane che ama poiché dove vanno a stare non accettano cani. La decisione dei genitori gli causa una profonda tristezza.

Allo stesso modo questo sentimento può essere in relazione alla decisione che ci è stata imposta di vivere in un collegio, in una famiglia di accoglienza o con i nonni.

A quattordici anni sanguinavo molto dalle gengive. Il dentista consultato lo attribuì al fatto che mangiavo troppe patatine fritte. In effetti in quel periodo, ogni volta che ero triste o emozionata, mangiavo patatine perché in precedenza avevo memorizzato patatine = consolazione. Ma da cosa cercavo di consolarmi così tanto? Scrivendo questo libro, mi è venuto in mente che fu precisamente a quell’età che mia madre, mia sorella e io ci eravamo trasferite per andare a stare con mio fRatello che aveva aperto un ristorante. Temendo che le persone credessero che veniva servita loro carne di gatto se ne vedevano girare uno per la cucina (che era in comunicazione con il nostro appartamento), mia madre a mia insaputa aveva fatto sopprimere il mio. Avevo nutrito quel gatto con i piccoli biberon delle mie bambole (la sua mamma era morta dopo il parto), dormiva ogni notte con me, era la mia fonte di affetto. Il sanguinamento delle gengive corrispondeva a tutta la tristezza legata alla decisione della mamma di far uccidere il mio gatto.

Che cos’è questa tristezza che provo in relazione a una decisione che ho preso, che non ho preso o che mi è stata imposta?

GHIANDOLA PINEALE o EPIFISI: è una piccola ghiandola endocrina conica, mediana, attaccata all’estremità posteriore del terzo ventricolo, corrispondente alla regione delle fontanelle in un neonato. Produce la melatonina (derivato della serotonina prodotta dai tessuti nervosi), chiamata l’ormone del sonno poiché viene prodotta in risposta all’assenza di luce e partecipa alla regolazione dei ritmi cronobiologici. Oltre alla sua funzione di ormone e alla sua interazione con le altre ghiandole, partecipa anche al sistema immunitario come antiossidante catturando i radicali liberi. Corrisponde al centro coronale (settimo chakra) e rappresenta la quiete. L’aureola intorno alla testa dei santi rappresenta giustamente l’energia di questo centro. La meditazione e lo yoga ne favoriscono l’equilibrio mentre preoccupazioni costanti di ordine materiale possono destabilizzarla. È attraverso questa ghiandola che possiamo metterci in connessione con il divino che è dentro di noi.

L’armonia del mio corpo è stata forse turbata da sostanze chimiche o tossiche?

La mia pace mentale è stata turbata da grandi preoccupazioni?

Medulloblastoma della ghiandola pineale: vedi Medulloblastoma.

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GHIANDOLA TIROIDEA: questa ghiandola a forma di farfalla, situata nella parte anteriore del collo, è detta endocrina perché, a partire dalle sue cellule, produce ormoni che sono mandati direttamente nel sangue: T3 (tri-iodotironina) e T4 (tiroxina o tetra-iodotironina).

Gli ormoni tiroidei servono ad adattare gli organi alle condizioni esterne. Quando la loro produzione è scarsa si parla di ipotiroidismo. Al contrario, quando il tasso di ormoni T3 e T4 prodotti dalla tiroide è elevato, si parla di ipertiroidismo.

Questa ghiandola è responsabile della crescita e del metabolismo e dipende dall’ipotalamo che stimola l’ipofisi a produrre l’ormone TSH. A sua volta, quest’ultimo stimola la tiroide a produrre gli ormoni tiroidei.

La tiroide è situata a livello del centro faringeo, rappresenta la capacità di esprimersi attraverso le parole e le azioni, cioè di esprimere la nostra creatività, chi siamo, quello che siamo capaci di fare.

I problemi alla tiroide sono spesso legati a una difficoltà di esprimere i propri bisogni o al desiderio di voler mostrare quello che si è capaci di fare. Ci può essere ugualmente un senso di colpa profondo che fa sì che si impieghino grossi sforzi con scarsi risultati.

Ciste della tiroide: può derivare dalla tristezza per il fatto di non poter esprimere i propri desideri perché l’altro non ci ascolta.

Mi sono sentito incapace di esistere in ciò che penso, in ciò che dico o in ciò che è importante per me?

Mi sono trovato di fronte alla chiusura della persona da cui volevo farmi capire?

Marcel ha una ciste alla tiroide. Gli chiedo: «Hai avuto difficoltà a esprimerti?» Marcel scoppia in lacrime e mi dice: «Non riesco a esprimere i miei desideri, non vengo mai ascoltato». Marcel era sposato a una donna dal carattere dominante, tanto che si era detto: «A che pro, non mi ascolta mai!» Era totalmente incapace di esprimere i suoi desideri, cionondimeno amava sua moglie. Era solo questo aspetto che non gli piaceva. Per sopravvivere aveva quindi imparato a tacere. È la stessa cosa che aveva vissuto con la madre.

Marie, sua moglie, aveva temuto l’autorità del padre e, per sopravvivere, aveva imparato a «controllare» tutto. Doveva superare la paura degli uomini per smettere di dominare Marcel e per permettere alla donna che era in lei di accogliere il suo sposo. Per quel che riguarda Marcel, doveva perdonare la madre. Aveva attratto una donna simile a lei per meglio comprenderla. Doveva allo stesso modo prendere il suo posto invece che aspettare il permesso degli altri per essere se stesso.

Ipertiroidismo: caratterizzato da un iperfunzionamento della ghiandola tiroidea che produce troppi ormoni tiroidei, cosa che ha spesso per conseguenza uno stato di iperattività, nervosismo, agitazione, evacuazioni frequenti e un’accelerazione del ritmo cardiaco, perdita di peso malgrado un appetito normale o aumentato, gozzo, esoftalmo nel morbo di Basedow. Quando si è ipertiroidei, è come se fossimo attaccati a una corrente di alimentazione di 250 volt.

Nell’ipertiroidismo c’è una certa determinazione a raggiungere i propri obiettivi a detrimento del proprio bisogno di riposo, e ciò spinge a dover attingere alle proprie riserve di energia. Questa determinazione può avere le sue radici nella paura, si dice a se stessi: «Non posso fermarmi, bisogna che resista, altrimenti…» Può anche essere legata al desiderio di dimostrare agli altri ciò che si è capaci di fare, cosa che genera in noi uno stress che ci rende iperproduttivi fino a che raggiungiamo lo sfinimento e lo scoraggiamento che fanno passare alla fase ipotiroidea.

Ho preteso molto da me stesso per avere successo, per dimostrare ciò di cui ero capace, per essere amato o perché mi ritenevo indispensabile?

Morbo di Basedow: deriva dall’iperfunzionamento di tutto o di una parte del parenchima tiroideo. Questa patologia presenta complicazioni cardiache (tachicardia costante) e oculari (esoftalmo con lacrimazione, diplopia e fotofobia). Si tratta di una malattia autoimmune (vedi Malattie autoimmuni).

Come era la nostra situazione psicologica per permettere alla malattia di colpirci? Eravamo continuamente sovreccitati?

Prima di essere colpito da questa malattia è possibile che fossi continuamente stressato o che vivessi in modo accelerato?

È possibile che non mi conceda il diritto di vivere?

Una giovane donna presentava tutti i sintomi del morbo di Basedow. La sindrome era iniziata dall’adolescenza. Sua madre soffriva di un problema di sovrappeso che le causava, secondo quello che le avevano detto, problemi cardiovascolari. Non smetteva di ripetere che era sempre stata magra, che aveva cominciato a ingrassare dopo la nascita della figlia. All’epoca vedevo questa povera ragazza che cercava di guarire con tutti i mezzi. Ero testimone impotente della sua sofferenza. Oggi sarei portata a credere che questa giovane donna aveva capito: «È per causa mia che la mamma soffre… non ho quindi il diritto, io, di stare bene!» Sua madre non comprese mai l’effetto che le sue parole potevano avere sulla figlia poiché senza dubbio le diceva solo per giustificare il suo aumento di peso che era molto più dovuto a uno stile di vita troppo sedentario.

Se la persona si svaluta a causa di un problema di esoftalmo (occhi sporgenti) la malattia può evolvere con complicazioni reumatologiche (periartrite e osteoporosi).

Per la persona che non si ferma mai perché si crede indispensabile, la parola chiave per guarire da questa malattia è «rallentare», cercare dei mezzi che l’aiutino ad acquisire la calma mentale e concedersi il tempo di vivere. La meditazione e lo yoga possono aiutare.

La persona che non è particolarmente sovreccitata potrà chiedersi se si è sentita in colpa di vivere e consultare un terapeuta qualificato per aiutarla a liberarsi da questo senso di colpa.1

Esoftalmo: caratterizzato da un aumento di volume dei tessuti molli dei globi oculari, che dà l’impressione che gli occhi vogliano uscire dalle orbite in una persona affetta da ipertiroidismo. L’esoftalmo si accompagna solitamente a un edema delle palpebre.

È possibile che voglia talmente riuscire (la mia guarigione, la mia relazione di coppia, la mia azienda) che ci metto tutta l’energia (tutt’occhi) per non farmi sfuggire niente?

Gozzo: gonfiore o ipertrofia della tiroide, risultato di un ipertiroidismo. Esprime il punto a cui abbiamo potuto spingerci per raggiungere gli obiettivi o per non mollare.

Ho forse preteso troppo da me stesso per rispondere ai bisogni di coloro che contavano su di me, convincendomi che ero coraggioso?

Sono arrivato al limite delle mie energie per non mollare, per provare a me stesso o agli altri ciò di cui ero capace?

Gaëlle soffre di gozzo tiroideo. A quattordici anni il padre la mette alla porta dopo aver avuto un grosso conflitto con lei. Questo la costringe a lasciare gli studi e a entrare nel mercato del lavoro. Promette a se stessa di vendicarsi del padre ottenendo più successo di lui. Gaëlle non ha mai ascoltato la sua stanchezza perché la sua determinazione e il desiderio di vendicarsi le procurano una grande energia, ma ora sente le ripercussioni di tutti questi anni di sforzi.

Ipotiroidismo: consiste in una ridotta attività della ghiandola tiroidea che non produce una sufficiente quantità di ormoni tiroidei che attivano il metabolismo. Se la quantità di questi ormoni è insufficiente, il metabolismo funziona al rallentatore: il ritmo cardiaco sarà più lento, ciò che causa una circolazione sanguigna meno buona provocando freddolosità, estremità fredde assieme a costipazione, debolezza muscolare, edema al volto, pallore della pelle, voce roca e grave ecc. Si prova una grande stanchezza e tutto ciò che si fa richiede un grosso sforzo e ci sfinisce rapidamente. Si potrebbe dire che si è attaccati a una corrente di alimentazione di 70 volt.

L’ipotiroidismo può esprimere una condizione di scoraggiamento – «A che pro, non ci riuscirò, nessuno mi capisce!» –, un senso di colpa per il fatto di vivere o un rancore trattenuto.

Dorothée ha trentotto anni. Si lamenta di una carenza continua di energie. Soffre di insonnia cronica. Da un anno prende un farmaco antidepressivo poiché il suo sfinimento è stato confuso per una depressione. Ignora di soffrire di ipotiroidismo malgrado tutti i sintomi rivelatori che ha. Ecco la sua storia.

A otto anni, i suoi genitori ospitano un pensionante. Questi cerca tutte le occasioni possibili per stare da solo con lei. In quelle occasioni, cerca di convincerla a masturbarlo. Siccome ha paura, Dorothée si piega ai suoi desideri. Lui la minaccia dicendole di non parlarne con nessuno. Dorothée vive un senso di colpa e di rabbia verso i genitori che non si accorgono di niente. Trent’anni più tardi conservava ancora questo segreto, che non aveva mai rivelato a nessuno.

Liberandosi del suo senso di colpa, del rancore verso quest’uomo e verso i suoi genitori che non erano intervenuti, liberò le sue energie bloccate, ritrovò il sonno, lasciò gli antidepressivi e poté godere di una salute che non aveva più avuto da anni.

Ho la sensazione che nessuno mi capisca, che malgrado tutta la mia buona volontà non ce la farò?

Porto un senso di colpa che non ho mai osato rivelare?

Nutro rancore nei confronti di una persona?

Nodulo tiroideo: si tratta di un rigonfiamento alla tiroide, in relazione spesso a un insieme di impotenza e frustrazioni per non potersi esprimere, perché la persona che si vorrebbe avvicinare si è chiusa oppure oppone resistenza.

Ingrid sviluppò un nodulo alla ghiandola tiroidea dopo uno scambio telefonico con la madre. Riagganciando, in collera, Ingrid si disse: «È inutile cercare di parlarle, in ogni modo mi rende sempre responsabile di quello che succede. Non voglio mai più parlarle!»

Quando ci incontrammo era senza voce e mi parlò del nodulo per il quale doveva essere operata. Si rese conto, mentre ne discutevamo, che aveva sempre avuto la sensazione di essere di fronte a un muro ogni volta che parlava con sua madre, cosa che la portava a spendere molte energie per farsi capire. Dopo aver preso coscienza della propria impotenza a cambiare la madre, le proposi di telefonarle in mia presenza, ma questa volta solo per farle sapere che le voleva bene e senza l’intenzione che sua madre fosse diversa. Sentendosi accettata, la madre l’accolse con una migliore disposizione d’animo. Riattaccando, il timbro di voce di Ingrid era cambiato. Non ebbe bisogno di farsi operare.

Tiroidite: infiammazione della ghiandola tiroidea.

Prima che mi venisse questa tiroidite, ho forse provato una grande collera per il fatto di non potermi esprimere in ciò che rivestiva importanza per me?

Tiroidite di Hashimoto: malattia autoimmune che provoca la distruzione della ghiandola tiroidea da parte del sistema immunitario. Può essere il risultato di un’infezione virale. Vedi Malattie autoimmuni.

Prima di soffrire di questa patologia della tiroide, ho avuto una malattia virale (influenza, raffreddore) o ho fatto un vaccino?

GHIANDOLE DI BARTOLINO: ghiandole situate lateralmente e posteriormente rispetto all’orifizio della vagina. Le due ghiandole svolgono un ruolo importante nella lubrificazione della vagina durante l’eccitazione sessuale.

Bartolinite: infiammazione acuta o cronica delle ghiandole di Bartolino che causa dolori nella parte posteriore della vulva e al perineo e che si manifesta con la comparsa di gonfiore o tumefazione di una o di entrambe le ghiandole.

Sono forse arrabbiata perché il mio partner non tiene conto del mio piacere o dei miei desideri sessuali?

Secchezza vaginale: mancanza di lubrificazione della mucosa vaginale durante i rapporti sessuali. Può derivare da un ipofunzionamento delle ghiandole di Bartolino ed essere legata a paure nei confronti della sessualità, a una diminuzione di desiderio per il sesso o per il partner.

Frequente in menopausa, può dipendere dalla paura di essere meno desiderabili o da un calo della libido. Può anche sopravvenire in seguito alla rottura con un partner con cui c’era grande intesa sul piano sessuale.

Desidero meno il mio partner?

Sono ancora innamorata del mio ex?

Mi sono sentita in colpa per il fallimento della mia relazione?

La liberazione dai timori e dai rimpianti e la riattivazione del desiderio può far passare il disturbo, anche in menopausa.

GHIANDOLE LACRIMALI: secernono un liquido alcalino che prende il nome di lacrima. Le lacrime proteggono la cornea e impediscono lo sviluppo della flora microbica negli strati esterni dell’occhio. È importante sapere che la funzione lacrimale aumenta durante una fase di recupero o di riparazione. Questo spiega perché, quando siamo molto stanchi, possono lacrimarci gli occhi senza che si sia tristi. Accade spesso, dopo un parto molto lungo o dopo un intervento chirurgico, che si pianga. La cosa viene spesso confusa con la tristezza data dall’ambiente ospedaliero, mentre si tratta della fase di recupero o di riparazione. Le lacrime hanno l’effetto di liberare tossine, sciogliere tensioni e calmare la mente.

Secchezza oculare o sindrome dell’occhio secco: l’educazione che abbiamo ricevuto ci ha insegnato a trattenere le emozioni. Ci veniva detto: «Non piangere, poi le cose si aggiustano», o: «Guarda quello che sembri quando piangi», o ancora: «Un uomo non piange». Oppure veniva associato il coraggio al fatto di non piangere. Si diceva per esempio di una persona che aveva subìto un lutto che era molto brava se non aveva pianto durante i funerali, che piangere era un segno di debolezza. Questo spiega il motivo per cui molte persone hanno grosse difficoltà a lasciar uscire le lacrime o perché si scusano quando piangono. Il fatto di trattenere le lacrime fa spesso gonfiare le ghiandole lacrimali, che a sua volta provoca il gonfiore delle pupille. Al contrario, fa bene piangere perché troppe lacrime appesantiscono il cuore. Piangere lo alleggerisce oltre a permettere al cervello di allentare le tensioni. Certe persone si sono talmente trattenute dal piangere che talvolta hanno la sensazione di non avere più lacrime. Nel loro reprimersi possono anche avere ostruito i canali escretori delle lacrime. Impedirsi di piangere può comportare problemi cardiaci per le emozioni che rimangono represse nella persona.

Un mio partecipante che soffriva di ipertensione e di problemi cardiaci mi confidò che aveva seguito diverse strade per riuscire a liberarsi dell’eccesso di emozioni che aveva dentro senza trovare quella giusta. Gli chiesi cosa potessero rappresentare le lacrime per lui. Gli venne in mente che a sei anni aveva perduto il padre in un incidente d’auto. Nella camera funebre aveva visto sua madre piangere e aveva pensato: «Non sono che lacrime di coccodrillo». I suoi genitori litigavano di continuo e sua madre diceva sempre che se avesse avuto soldi lo avrebbe lasciato. A partire da quell’episodio, piangere per lui significò versare lacrime di coccodrillo. Questa equazione registrata nella sua memoria emozionale gli impediva di esprimere liberamente il suo dolore. Lo portai a comprendere che la madre forse non piangeva la morte del marito ma la situazione nella quale questo evento la metteva o forse si era forzata a piangere per non passare per una donna senza cuore nei confronti delle persone che non conoscevano la sua situazione. La comprensione che aveva registrato a sei anni, ovvero piangere = essere disonesti si trasformò. Comprese che la madre non aveva pianto per ipocrisia ma per dispiacere legato alla situazione o per paura di quello che gli altri potevano pensare di lei. Poté allora accettare l’idea che piangere significava esprimere il proprio dolore. Trasformando questa convinzione registrata nel suo cervello limbico, si liberò del suo blocco emotivo e si concesse il diritto di vivere le emozioni che aveva represso e che si manifestavano sul piano della digestione e della circolazione.

La difficoltà in un adulto di lasciar andare le lacrime può essere anche legata al fatto che da bambino veniva picchiato e gli veniva proibito di piangere, dicendogli che sarebbe stato ancora peggio se lo avesse fatto. Può anche essere che si sia stati presi in giro quando si piangeva o è anche possibile che non volevamo essere visti come persone fragili o che manipolavano gli altri con le proprie lacrime.

Chi mi ha insegnato a trattenere le lacrime o a impedirmi di piangere?

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GHIANDOLE SALIVARI: ce ne sono sei, ovvero le due parotidi, le due sottomandibolari e le due sottolinguali. Loro funzione è di secernere la saliva per mantenere l’umidità della bocca, facilitare lo scivolamento degli alimenti e discioglierli, cosa che permette di gustarli. La saliva attiva anche la digestione degli alimenti farinacei e zuccherati. È ancora nella bocca che il sistema nervoso prende le particelle più sottili di cui ha bisogno. Le persone che soffrono di depressione tendono a inghiottire senza masticare, privando in questo modo il proprio sistema nervoso di certe sensazioni piacevoli, cosa che accentua la loro patologia. La persona depressa trarrebbe vantaggio dal mangiare più lentamente. Prendersi il tempo di gustare il cibo è apprezzare le cose buone della vita. Questo spiega il motivo per cui se si perde il gusto di vivere non si ha più fame. Vedi Perdita dell’appetito.

Essere impediti di mangiare o di bere (di assimilare) può dar luogo a patologie tra cui il tumore.

Tumore delle ghiandole salivari sottomandibolari:

Dico spesso: «Non ho niente da mettere sotto i denti»?

Calcolo della ghiandola salivare:

Ho nutrito pensieri negativi nei confronti di una persona che mi avrebbe lasciato senza risorse o che mi avrebbe preso ciò che conservavo preziosamente da anni?

Calcolo della ghiandola parotide:

Ho la sensazione di levare di bocca il pane ai miei figli o che mi si levi il pane di bocca?

Ho paura di non riuscire a nutrire i miei figli?

Parotite epidemica: meglio conosciuta col nome di orecchioni. Vedi Orecchioni.

Ipersalivazione:

In un bambino piccolo:

L’ipersalivazione legata a una sovrattivazione delle ghiandole salivari con l’uso del succhiotto in un bambino piccolo può esprimere un bisogno di affetto, tenerezza o sicurezza. Se penso a quello che hanno vissuto i miei figli, la spiegazione si applica bene. Ho allattato mia figlia fino al sesto mese. Non ha mai voluto un succhiotto e non ha mai avuto bisogno di bavaglini mentre mio figlio non l’ho allattato che per qualche settimana a causa dei miei problemi di salute dopo il parto. A quell’epoca ero così stanca che mi capitava di usare un peluche per reggere il biberon, perché potesse poppare senza che dovessi stargli accanto. Beveva allora dal suo biberon a una velocità impressionante e si metteva a piangere ancora prima che avessi lasciato la sua stanza. Credevo che avesse ancora fame e gli preparavo un altro biberon. È stato solo dopo molti anni che ho capito quello che voleva esprimere: voleva che restassi accanto a lui, ma a quell’epoca non lo comprendevo. Gli è certamente mancata quella presenza rassicurante da parte mia. Il suo bisogno di suzione era una forma di compensazione a questa carenza affettiva; ha avuto bisogno di un bavaglino per anni. Oggi suggerisco alla mamma sfiancata da un parto difficile che non può dare il seno al bambino, di prenderlo nel letto per dargli il biberon. In questo modo il bebè può trarre beneficio dalla sua presenza rassicurante.

È possibile che il bambino abbia vissuto uno stress legato alla paura di essere abbandonato o esprima una mancanza di amore, di tenerezza o di sicurezza affettiva?

In un adulto:

Quando siamo in parasimpaticotonia, cioè in fase di riposo o di recupero, si verifica un aumento della salivazione. Così, più intensa è stata la fase di attività (simpaticotonia) più la fase di recupero è amplificata, e questo può dar luogo a una ipersalivazione.

Un esempio: quando affrontiamo un lungo viaggio in aereo che ci priva del sonno abituale può capitare che, quando siamo addormentati, della saliva macchi il piccolo cuscino e che delle lacrime ci bagnino il viso. Questi sintomi appartengono alla fase di parasimpaticotonia.

Un bisogno di gustare maggiormente sensazioni piacevoli (di cibo o legate al piacere sessuale) può manifestarsi ugualmente con un’ipersalivazione. Tuttavia, se questa si verifica durante il sonno, può esprimere il timore inconscio di essere rifiutati o abbandonati.

Ho bisogno di ricevere più segni di affetto?

Iposalivazione: carenza di saliva presente di solito nelle persone che respirano male dal naso e che, per questo motivo, tendono a respirare dalla bocca. La mancanza di gusto per la vita, la solitudine o la paura possono seccare la bocca.

Mi sento forse abbandonato, lasciato a me stesso a fronteggiare le mie difficoltà?

GHIANDOLE SEBACEE: minuscole ghiandole della pelle che producono una sostanza lubrificante, il sebo, che riversano nei follicoli piliferi. Un eccesso di sebo porta alla seborrea, la dermatite seborroica (vedi Dermatite o Acne). Il sebo rappresenta l’olio affettivo della pelle. Se si è troppo monopolizzati dalle persone che ci vogliono bene, si può avere la sensazione di non avere il tempo o lo spazio per sé. In questo caso si riceve troppo olio affettivo e la pelle può essere grassa. Nel caso inverso, se si viene lasciati a se stessi si può essere carenti di questo olio affettivo che la presenza delle persone che ci vogliono bene ci porta. La pelle mancante di esso diventa secca.

Seborrea: secrezione eccessiva di sebo, responsabile dell’aspetto unto del viso e dei capelli grassi.

Al viso:

Ho bisogno di un po’ più di tempo o di spazio per me?

Al cuoio capelluto:

Ho bisogno di più spazio o tempo per riflettere o essere solo con i miei pensieri?

Mi sento talvolta invaso dai consigli e dai suggerimenti dei miei cari?

Crosta lattea nel bebè: affezione del cuoio capelluto dovuta a un’iperattività delle ghiandole sebacee che danno luogo a una seborrea abbondante.

Ci sono molte persone attorno a questo bebè?

– Se sì, può essere che il bambino si senta invaso da tutte quelle persone mentre vorrebbe starsene solo con la mamma?

Se è solo con la mamma:

– Si sente forse invaso da una mamma inquieta?

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GHIANDOLE SUDORIPARE: secernono il sudore durante il processo di traspirazione. La funzione principale della sudorazione è quella di raffreddare le superfici delle zone del corpo in cui la temperatura è elevata per mantenere una temperatura costante del corpo.

È normale sudare quando la temperatura ambiente aumenta o quando abbiamo la febbre. Se la temperatura ambiente è temperata o fredda e se non siamo ammalati, la sudorazione può dipendere da uno stato di tensione, nervosismo, paura di sentirsi giudicati o da una difficoltà a esprimere le proprie emozioni.

Se la sudorazione riguarda le ascelle o le mani:ci può essere tensione in relazione a qualcosa che ci viene chiesto di fare, per esempio un esame medico, presentarsi a un concorso o per un impiego, parlare in pubblico ecc.

Che cosa mi rende insicuro rispetto a ciò che mi può essere chiesto?

Se la sudorazione riguarda soprattutto i piedi:può esservi tensione, preoccupazione nei confronti della direzione che si vuole prendere o in rapporto a ciò in cui ci si è impegnati.

Che cosa mi rende insicuro in questo momento della mia vita?

Se la sudorazione riguarda tutto il corpo:

Ho paura di essere colto in flagrante o di essere giudicato?

Un uomo aveva una relazione extraconiugale con la segretaria. Ogni volta che avevano rapporti sessuali, anche in una stanza climatizzata, era completamente ricoperto di sudore come se uscisse da una sauna: era diviso tra l’attrazione per la sua segretaria e la paura che venisse scoperta la sua infedeltà.

GHIANDOLE SURRENALI: le surrenali si trovano alla sommità dei reni e sono composte da una parte interna – la medullo-surrenale – e una esterna – la cortico-surrenale.

La medullo-surrenale produce due ormoni simpaticomimetici: la norepinefrina (o noradrenalina) e il suo derivato metilato, l’epinefrina, meglio conosciuta con il nome di adrenalina. Questi ormoni sono neurotrasmettitori, ovvero permettono il passaggio dell’impulso nervoso da una cellula nervosa a un’altra cellula nervosa o dell’organismo. Prendono parte al funzionamento del sistema nervoso simpatico che è uno dei due sistemi di fibre del sistema neurovegetativo o sistema nervoso autonomo, ovvero il sistema automatico previsto per regolare le diverse funzioni del corpo (digestione, circolazione del sangue, riparazione dei tessuti ecc.).

Il sistema simpatico ha la funzione di mantenerci nello stato di veglia e di reazione: in caso di pericolo reale o immaginario (paure) accelera il ritmo della respirazione e del cuore per portare una maggiore quantità di sangue ai muscoli e favorire così l’azione. Quindi, maggiore è la paura o il livello di stress, maggiore è la quantità di adrenalina e noradrenalina prodotta dalle surrenali.

La cortico-surrenaleproduce tre gruppi di ormoni ovvero i mineralcorticoidi, i glucocorticoidi e i corticoidi sessuali.

Nel gruppo dei mineralcorticoidi si trova l’aldosterone, il corticosterone e il desossicortisone che svolgono una funzione essenziale nell’equilibrio idro-elettrolitico (ritenzione del sodio, aumento del riassobimento dei liquidi ed eliminazione del potassio) e nel regolare il volume sanguigno e la pressione arteriosa.

Nel gruppo dei glucocorticoidi si trovano:

• I glucocorticoidi naturali che sono prodotti dall’organismo, ovvero il cortisone e l’idrocortisone (o cortisolo). Svolgono un’azione sul metabolismo dei protidi in dipendenza dei quali stimolano la neoglucogenesi, da cui la loro azione iperglicemizzante. Fanno aumentare la riserva di lipidi oltre a svolgere un ruolo molto importante nella diminuzione dello stress, un’azione antiallergica e antinfiammatoria. I corticoidi naturali sono utilizzati essenzialmente nell’ormonoterapia di sostituzione delle insufficienze surrenali.

• I glucocorticoidi di sintesi svolgono un’attività maggiore per permettere una migliore azione antinfiammatoria. Sono utilizzati nelle terapie antinfiammatorie, immunosoppressive, antiallergiche.

I farmaci chiamati cortisone sono corticoidi di sintesi del genere: prednisone e metilprednisolone a effetto breve o betametasone, dexametasone, cortivazolo a effetto prolungato.

• I corticoidi sessuali, androgeni nell’uomo, estrogeni nella donna, contribuiscono allo sviluppo dei caratteri sessuali.

Le ghiandole surrenali svolgono un ruolo importante nella sopravvivenza e nell’adattamento continuo dell’organismo.

Per esempio, quando ci si trova confrontati con un pericolo reale o potenziale (la paura), la medullo-surrenale si attiva per produrre adrenalina e noradrenalina al fine di aumentare l’azione del sistema simpatico così da predisporci all’azione. L’aumento di attività del simpatico per permetterci di fronteggiare un pericolo o una situazione di stress richiede molto all’organismo. Dopo questa richiesta è prevista una fase complementare che ha come scopo quello di aiutare a riprendersi dallo stress ed è qui che interviene la cortico-surrenale per riportare l’organismo allo stato normale.

Il ritorno alla modalità «normale» è talvolta doloroso, tanto più se uno o più tessuti sono stati aggrediti. Il corpo, per poter riparare, può aver bisogno di attivare la circolazione nella parte colpita e questo può causare un’infiammazione. L’uso di un cortisone di sintesi mira a diminuire il processo infiammatorio per apportare sollievo.

Si potrebbe dire che il cortisone e l’idrocortisone di sintesi sono per le infiammazioni quello che gli antibiotici sono per le infezioni.

Questi farmaci che sono fra i principali della moderna farmacopea sono molto spesso quanto di meglio i medici possiedono per dare sollievo ai sintomi dolorosi o angosciosi dei loro pazienti. Per quanto eccezionali siano, non sono privi di rischi e di effetti secondari. Vedi Infiammazione.

L’assunzione di corticoidi (cortisone di sintesi) a breve termine non pone in generale problemi. È l’uso a lungo termine che fa sorgere dubbi perché, in eccesso, questi corticoidi hanno un effetto immunosoppressivo sulle difese immunitarie ovvero riducono o annullano la funzione del sistema immunitario, cosa che ha per effetto quello di favorire le infezioni oltre a poter condurre alla sindrome di Cushing, vedi la voce corrispondente.

Eppure la natura offre antinfiammatori naturali senza effetti collaterali che si potrebbero somministrare alle persone che soffrono di patologie articolari, problemi della pelle (applicazione locale) o edema cerebrale (per via orale). Si tratta della pianta dell’Aloe vera.

Sindrome di Cushing: in questa sindrome, come nel morbo di Cushing, vi è un eccesso di glucocorticoidi. Bisogna tuttavia distinguere la sindrome dalla malattia.

La sindrome:caratterizzata da sintomi quali viso arrotondato, obesità del tronco, schiena incurvata, arti che si atrofizzano, ossa che si indeboliscono, che possono essere generati da un eccesso di farmaci (cortisone di sintesi) somministrati per alleviare sintomi legati a un’insufficienza renale, a una malattia infiammatoria o a un adenoma ipofisario (tumore al cervello). Vedi sopra l’antinfiammatorio naturale.

Sono stato sopraffatto dalla paura di morire?

Morbo di Cushing:corrisponde a un iperfunzionamento della ghiandola cortico-surrenale contrariamente al morbo di Addison, che consiste invece in un ipofunzionamento della stessa. Nel morbo di Cushing vi è un’ipersecrezione di idrocortisone che causa atrofia muscolare e obesità del tronco, del collo e del viso, ipertensione arteriosa, disturbi del ciclo mestruale nelle donne, strie porpora accompagnate talvolta a un diabete zuccherino (mellito). Il morbo di Cushing può dipendere da uno sviluppo eccessivo delle ghiandole surrenali (tumore delle surrenali) o da una stimolazione anomala delle stesse da parte dell’ACTH (ormone adrenocorticotropo).

È possibile che io abbia la sensazione di non saper più come gestire le mie emozioni, quali azioni intraprendere, e che non mi senta compresa nei miei bisogni di affetto e di comprensione?

Emma è timida e riservata, per cui ha poche relazioni con gli altri. Il mattino del suo matrimonio suo padre, dubitando che suo genero sia l’uomo giusto, le dice: «Figlia mia, se sei infelice, non venire a piangere, sei tu che l’hai voluto». Emma non tarda a rendersi conto dell’errore commesso nello sposare quell’uomo, ma non può tornare indietro, ha sentito suo padre dirle: «Non venire a piangere…» Così va avanti in un rapporto in cui non ha voglia di procedere, tenendo dentro quello che sente, senza sapere che decisione prendere. Non ha i mezzi per andarsene né può sperare di avere aiuto. È dentro l’inazione e al limite delle emozioni. Il suo addome si gonfia e i muscoli inferiori si atrofizzano, soffre d’ipertensione. Solo dopo molti esami le viene diagnosticato il morbo di Cushing.

Morbo di Addison o insufficienza surrenale lenta: questa patologia è caratterizzata da una pigmentazione brunastra della pelle e della mucosa della bocca chiamata melanodermia (dovuta a un’attività importante dell’ipofisi che compensa l’insufficienza delle surrenali). Comporta anche ipotensione arteriosa, astenia, dolori lombari, dimagramento e disturbi digestivi.

In questa malattia si incontra spesso una distruzione graduale delle due ghiandole cortico-surrenali. La distruzione può essere dovuta all’esaurimento della componente corticale che è una malattia autoimmune che produce anticorpi antisurrenali o può essere associata ad altre malattie autoimmuni (la tiroidite di Hashimoto per esempio) o ad altre malattie che colpiscono le ghiandole surrenali. Vedi Malattie autoimmuni.

In ogni caso, essendo che il deficit riguarda in origine le surrenali, l’ipofisi di rimando produce l’ACTH (l’ormone adrenocorticotropo) per cercare di far lavorare le surrenali.

Se pensiamo di non aver preso la decisione corretta, la giusta direzione e che non possiamo più tornare indietro, possiamo sentirci bloccati nell’azione. Non ci sarà secrezione da parte della medullo-surrenale né compensazione della cortico-surrenale che smette di produrre il cortisone creando un grande senso di stanchezza. Quest’ultima vuole indurci a fermarci (soprattutto se abbiamo la sensazione di correre in ogni direzione) affinché si possa ritrovare la propria strada. Rimettendosi in moto, la cortico-surrenale può riprendere la sua attività. Ritrovare il proprio cammino vuol dire ritrovare la via della tranquillità che permette di avanzare.

Sono forse bloccato nell’agire e mi sento confuso, dubito della direzione presa e non voglio prenderne una nuova per paura che non sia ancora quella buona?

Mi sono forse sentito sfinito e scoraggiato di girare in tondo e di non sapere come uscirne?

Insufficienza surrenalica acuta: in questo caso i disordini metabolici sono aggravati da disturbi digestivi (vomito ripetuto, dolori addominali), nervosi (sindrome meningea, delirio, convulsoni) e cardiovascolari. Questa patologia può presentarsi nel decorso del morbo di Addison, ma è più vicina a una crisi scatenata da un’intossicazione alimentare, da farmaci o dalla sospensione improvvisa di una cura prolungata a base di corticoidi.

In questa crisi si ritrova spesso rabbia per il fatto di essersi sbagliati, di aver fatto una cattiva scelta di alimenti, di cure o di medici. Si rifiuta tutto in un blocco, si prova senso di colpa, di scoraggiamento e la paura di morire. Si è al limite delle emozioni.

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GINOCCHIO: è un’articolazione importante che permette di piegare le gambe e di chinarci. Rappresenta allo stesso tempo la flessibilità, la sottomissione e l’umiltà.

Patologia della cartilagine del ginocchio: vedi Condropatie.

Ferita al ginocchio:

Prima di ferirmi, mi sentivo in colpa per il fatto di voler avere ragione?

Dolore al ginocchio: nella maggior parte dei casi ha a che fare con conflitti di sottomissione. Sia rifiutiamo di piegarci sia ci imponiamo cose per paura di dispiacere o di non essere amati.

Ho difficoltà ad accettare le osservazioni o i suggerimenti degli altri?

Sono stato troppo conciliante nel passato e non abbastanza ora?

È possibile che il mio inconscio mi dica: «Non ti piegare troppo in fretta di fronte a questa decisione»?

Difficoltà a piegare le ginocchia: mancanza di flessibilità perché si ritiene di aver ragione. Nella maggior parte delle religioni genuflettersi rappresenta un atto di umiltà.

Mi sono convinto di aver accettato una situazione o una decisione mentre in verità non ho fatto altro che cedere per salvare la faccia o guadagnarmi la pace?

Strappo del menisco: il menisco è un disco cartilaginoso a forma di mezzaluna presente in diverse articolazioni. Quella del ginocchio ne comprende due, la cui funzione principale è collegata ai legamenti che li mantengono in posizione per poter ridurre le frizioni durante i movimenti.

Ho provato un senso di ribellione perché mi si voleva trattenere dal fare quello che avevo deciso?

Dolore al menisco: vedi Cartilagine.

Versamento al ginocchio: vedi Sinoviale.

C’è qualcuno del mio ambiente che vuole sempre aver ragione, cosa che mi fa provare rabbia?

Distorsione al ginocchio:

Ho voluto porre un termine a quello che mi veniva imposto o che mi si voleva imporre?

Una persona mi raccontò di aver avuto una distorsione mentre andava a un incontro con un uomo nel quale aveva molta fiducia, per parlargli di un progetto al quale aveva lavorato molto. Le domandai se, di fronte a questa persona, assumeva un atteggiamento sottomesso. Mi rispose di sì. Le chiesi: «È possibile che il tuo inconscio abbia voluto dirti: ‘Non così veloce, rischi di dare il tuo potere a questa persona e di ritrovarti in una posizione di sottomissione’?» Mi confermò che era quello che lei stessa aveva scoperto in seguito.

Ginocchia bloccate: 

Che cosa impongo a me stesso o agli altri e per cui rifiuto ogni compromesso?

Ginocchia che cedono: vedi Iperlassità.

Ginocchia intorpidite:

Voglio rendermi insensibile rispetto a ciò che mi stanno imponendo?

Per esempio, cerco di convincermi che la cosa non mi disturba mentre in realtà faccio resistenza.

Ginocchio valgo: spostamento dell’asse della gamba verso l’esterno rispetto alla coscia. Può esprimere insicurezza a procedere nella vita assieme a un bisogno di proteggersi.

– In un bambino:

La madre ha provato sensazioni di insicurezza durante la gravidanza?

Il bambino si sente insicuro?

In un adulto:

È possibile che abbia paura di andare avanti?

Ho già avuto paura di essere vittima di abuso?

Ginocchio varo: spostamento dell’asse della gamba verso l’interno rispetto alla coscia che crea l’effetto di gambe ad arco.

In un bambino:

Il bebè si sarà sentito pressato a uscire? Avrà iniziato a camminare troppo presto? Si sarà sentito spinto a farlo e non abbastanza sostenuto?

In un adulto:

Ho la sensazione di non aver avuto tutto il sostegno di cui avrei avuto bisogno per andare più lontano nella vita?

Gotta al ginocchio: vedi Artrite gottosa alla voce Artrite.

Artrosi del ginocchio: vedi Artrosi.

GIRADITO: vedi Patereccio.

GLAUCOMA: dovuto a una pressione oculare eccessiva, può danneggiare il nervo ottico e portare alla cecità. Può essere legato al rifiuto di guardare la vita in seguito a una pressione emotiva di lunga data non perdonata. È frequente nelle persone anziane che dicono: «Ne ho viste abbastanza». Vedi anche Cecità.

Chi è per me fonte di grande pressione emotiva in ciò che vedo?

Sono forse le esigenze di una persona nei miei confronti?

Si tratta forse di una situazione spiacevole di cui non vedo la fine?

GLIOBLASTOMA: tumore dell’encefalo a sviluppo rapido che si origina a partire dalle cellule gliali. Vedi Glioma.

GLIOMA: tumore cerebrale che si sviluppa a danno delle cellule gliali. Il cervello è composto per il 10 per cento di neuroni e per il 90 per cento di cellule gliali che formano la glia. Hanno la funzione di sostenere, alimentare, partecipare alla cicatrizzazione dei tessuti cerebrali, oltre a proteggere i neuroni che concorrono alla trasmissione degli stimoli nervosi (le informazioni) nell’organismo. Contrariamente ai neuroni, le cellule gliali si riproducono e si moltiplicano.

Un glioma che appare isolato, senza cioè che si siano prodotti altri tumori in altre parti del corpo, può essere in relazione con una persona che, nel suo bisogno di proteggerci per rassicurarci, ci impedisce di esistere nella nostra individualità (idee, scelte, sogni). Si produce allora un edema al cervello. Il liquido contenuto in esso, col tempo e col ripetersi di questi limiti imposti, ristagna formando una gelatina che si trasformerà in un tumore chiamato glioma.

Mi sento, da anni, limitato nelle mie capacità di prendere le decisioni e seguire le mie aspirazioni?

Può anche trattarsi di una o più cicatrici cerebrali.

Un glioma che compare dopo un primo o un secondo tumore è piuttosto legato al rifiuto di una prognosi sfavorevole. La persona può dirsi: «Non posso morire, i miei bambini hanno ancora troppo bisogno di me, devo trovare una soluzione!» Si produce allora un’iperattività a livello della glia che provoca una moltiplicazione di cellule gliali per formare un tumore che potrà essere un glioma o un glioblastoma.

Ho vissuto un grande stress per voler trovare delle soluzioni per guarire?

GLOMERULONEFRITE: vedi Reni.

GLOSSITE: vedi Lingua.

GLOSSODINIA: vedi Lingua.

GLUTEI: formati da muscoli coinvolti nella funzione locomotoria. Sono anche i cuscini di protezione delle ossa del bacino in posizione seduta. I glutei stanno al corpo come il pollice sta alla mano e l’alluce al piede. Rappresentano il potere, l’inattività e il riposo.

Il potere:

Sedendomi accanto a una persona, se ho i glutei grossi la costringo a farmi spazio.

Una persona con un bacino ampio e grossi glutei può in passato essersi sentita limitata nel suo ambiente. Crescendo o attraverso le esperienze fatte, ha quindi compensato fisicamente. Un bacino ampio può esprimere il bisogno di avere una propria collocazione.

I glutei alti sovente sono legati a un desiderio di accrescere il proprio potere (frequenti nelle persone di pelle nera).

I glutei piccoli, piatti e stretti possono essere associati al desiderio di passare inosservati, frequente in alcuni omosessuali.

I glutei ben arrotondati possono esprimere la capacità di avere potere sugli altri. La persona può avere attitudini da leader, capacità di dirigere o di dominare il prossimo.

L’inattività:

Ascesso al gluteo:

Ho forse provato rabbia per dover restare seduto per ore in questo luogo mentre avrei preferito trovarmi altrove?

Brufoli al gluteo:

Ho forse provato impazienza per essere rimasto seduto ad aspettare, quando avevo molte cose da fare?

Prurito ai glutei:

Sono impaziente di alzarmi e lasciare questa sedia? Per esempio, se si è sull’autobus, in treno o in aereo e si ha molta fretta di arrivare.

Pizzicore ai glutei: può essere in relazione al fatto di sentirsi costretti a restare seduti mentre si vorrebbe essere altrove. Il problema riguarda in generale persone che svolgono un lavoro sedentario o studenti che devono trascorrere molte ore ad ascoltare i professori mentre preferirebbero fare altre cose.

Foruncoli al gluteo: vedi Foruncolosi.

Il riposo:

Dolori ai glutei in posizione seduta: il dolore può talvolta risalire fino alla schiena.

Ho paura che mi si creda un fannullone?

Mi concedo il tempo di riposare?

Ho la sensazione di perdere tempo?

Quando sono seduto, penso a tutto ciò che mi rimane da fare?

GOLA o FARINGE: questo canale muscolo-membranoso mette in comunicazione le fosse nasali e la bocca (in alto) con la laringe e l’esofago (in basso). Rappresenta la comunicazione.

Mal di gola (senza infiammazione): spesso legato alla paura di esprimersi o a un’emozione di collera non espressa. Può anche dipendere dalla paura di essere messi in ridicolo o, ancora, di ferire qualcuno con le nostre parole. Questo timore può portare a trattenersi nell’esprimerci e manifestarsi con un edema (gonfiore) alla gola.

Una donna che aveva mal di gola da mesi comprese la causa del suo disturbo parlando con me. Aveva un figlio tossicodipendente. Avrebbe tanto voluto aiutarlo. Mi disse: «Ho talmente paura di non trovare le parole giuste e dire qualcosa che potrebbe ferirlo che preferisco tacere». Un’altra donna che aveva una voce molto bella si ritrovava con un mal di gola ogni volta che doveva cantare in pubblico perché aveva molta paura dei commenti degli altri.

Mal di gola con infiammazione o angina: infiammazione dell’istmo faringeo e della faringe.

Ho represso le mie parole invece che tirare fuori la rabbia che avevo dentro?

Può essere che ci si sia detti: «Preferisco tacere piuttosto che fare tante storie perché, se mi lascio andare a dire quello che sento dentro, rischio di dirne troppe»?

Pizzicore in gola:

Ho paura a esprimere le mie idee di fronte a una persona autorevole?

Ho paura di essere criticato, messo in ridicolo o rifiutato a causa di quello che potrei esprimere?

Flusso di liquido siero-mucoso nella gola:

Qual è la tristezza che non esprimo?

Sensazione di avere qualcosa bloccato nella gola:

C’è qualcosa che rimane incastrato, che non passa in ciò che esprimo o che vorrei esprimere?

Anni fa assunsi una redattrice per aiutarmi a lavorare a un mio manoscritto. Mi era stata raccomandata dalla persona che avrei voluto ingaggiare ma che non era disponibile in quel momento. Essendo buone le prime prove, le offrii il contratto. Dal secondo capitolo mi resi conto che non andava bene, non era il mio stile di scrittura. Ciò che desideravo era che lei correggesse i miei testi e non che li riscrivesse. Ebbi allora la sensazione di avere qualcosa in gola e la cosa mi durò per tutta la nostra collaborazione. Il disturbo non mi impediva di parlare né di mangiare, era per lo più una sensazione spiacevole. Dissi alla persona che me l’aveva consigliata: «C’è qualcosa che non va, che urta». Lei mi incoraggiò a persistere. Quando ne ebbi avuto abbastanza, e realizzai che il suo lavoro non mi si confaceva non perché non fosse competente ma per il fatto di non rispettare i miei testi, misi fine alla nostra collaborazione. La sensazione spiacevole in gola sparì.

Voce rauca: vedi Afonia.

GOMITI: rappresentano il mutamento di direzione rispetto a quello che facciamo o che ci piacerebbe fare. Può riguardare l’aspetto lavorativo o quello affettivo. Un dolore al gomito può esprimere il timore che la propria situazione non cambi o un senso di costrizione per dover prendere una direzione che non si desidera. Per esempio, si viene mandati a lavorare in un nuovo ufficio mentre si stava bene in quello in cui si era da anni. Vedi anche Cartilagine.

Mi svaluto in relazione a un cambiamento di direzione che ho intrapreso o che mi hanno imposto sul lavoro?

Sto facendo resistenza rispetto a un cambiamento di situazione nel mio lavoro o nel mio rapporto di coppia?

Ho paura di ritrovarmi senza mezzi o di invecchiare da solo?

Dolore che dal gomito sale fino alla spalla:

Ho paura di assumermi responsabilità, temo di non essere all’altezza?

Epicondilite: infiammazione della regione dell’epicondilo nella parte esterna del gomito, dove alcuni muscoli si attaccano al tendine dell’avambraccio. La patologia è strettamente legata alla rabbia verso chi ci trattiene a fare un lavoro che non ci corrisponde più, ma da cui ci si sente dipendenti.

Vorrei poter lasciare il mio lavoro?

Cos’è che mi disturba e che vorrei veder cambiare nel mio lavoro?

Un’infermiera soffriva di epicondilite al gomito destro. Quando partecipava ai miei seminari stava bene, ma quando doveva incontrare il medico per discutere del suo ritorno al lavoro il gomito le faceva molto male. Aveva bisogno di quel lavoro per vivere, ma non era più quello che voleva fare. La malattia le permetteva di vivere entrambe le situazioni.

Epicondilite laterale: detta anche «gomito del tennista». Vedi anche Tendinite.

Mi disistimo per non essere più competitivo o non aver vinto?

Ho paura di non farcela?

GONFIORE: vedi Edema.

GONORREA: vedi Malattie sessualmente trasmissibili.

GOTTA: vedi Artrite gottosa alla voce Artrite.

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GOZZO: vedi Ghiandola tiroidea.

GRAVIDANZA E SUOI PROBLEMI:

Bruciori di stomaco:

Ne ho abbastanza dell’eccesso di consigli e attenzioni dei miei cari o di una mancanza di riguardi da parte loro nei confronti del mio stato?

Costipazione:

Ho paura di perdere il mio bambino?

Prurito dell’addome alla fine della gestazione:chiamato anche herpes gestationis. Nonostante il nome, questo fastidioso prurito non ha niente a che vedere con l’herpes. Si tratta di una dermatosi che colpisce solo le donne incinte.

Sono impaziente di partorire perché non sopporto più di vedermi così grossa?

Ne ho abbastanza dei disagi di questa gravidanza?

Eclampsia: vedi Parto.

Aborto spontaneo: molto spesso legato al fatto che la donna (talvolta in modo inconscio) non desidera il bambino o non si sente pronta. Può anche darsi che l’anima del bambino non si senta pronta a incarnarsi e decida di ripartirsene.

Può dipendere da quello che si è vissuto precedentemente a questa vita. Se, per esempio, ci si era sentiti impotenti a salvare uno o più bambini, è possibile che in questa vita si riviva quel sentimento di impotenza nell’aborto. Tutto questo è solo a titolo di ipotesi.

Qual è il sentimento che questo aborto risveglia in me?

Gravidanza extrauterina o ectopica: vedi Tube di Falloppio.

Maschera della gravidanza: vedi Cloasma.

Mola idatiforme: tumore benigno formato a partire dai tessuti gestazionali all’inizio di una gravidanza in cui l’embrione non è riuscito a svilupparsi normalmente. Può esprimere confusione nel desiderio di un figlio.

Desideravo veramente questa gravidanza?

Nausea e vomito: non tutte le donne incinte soffrono di nausea e di vomito. Tra quelle che ne soffrono la maggioranza ne è colpita solo al primo trimestre. Tuttavia vi sono alcune donne che hanno questi disturbi durante una gran parte della loro gravidanza.

Al primo trimestre:

Alcuni attribuiscono le nausee a un’ipersensibilità olfattiva accresciuta dall’aumento di estrogeni. Il naso è associato alla vita poiché l’aria che entra nelle nostre narici corrisponde alla vita e anche la gravidanza riguarda una piccola vita in divenire.

Ci sono forse delle cose che possono maggiormente darci noia in relazioneall’arrivo del bambino?

Ecco un esempio: se il partner ha l’abitudine di lasciare in giro i suoi vestiti e noi li raccogliamo senza farci caso, può essere che avendo un maggiore bisogno di riposo questo ci disturbi di più. La nausea è un disturbo digestivo.

Il vomito può invece indicare il fatto che ci sia un rifiuto, sia del proprio stato sia del bambino, così come si può rifiutare una gravidanza «accidentale». Si può provare lo stesso sentimento verso la propria situazione (la situazione economica precaria in cui si vive, stare con i genitori o i suoceri, dover rinunciare agli studi ecc.).

Che cosa rifiuto nella mia situazione attuale per accogliere questa nuova vita?

Ho paura delle ripercussioni che questa gravidanza avrà nella mia relazione di coppia o nella mia vita?

Vomito durante gran parte della gestazione:Ines ha sofferto di vomito durante quasi tutta la gravidanza. Incinta di un uomo che faceva piccoli lavoretti mentre lei era senza un impiego, si domandava come sarebbero riusciti a nutrire il bambino. Rifiutava la difficile situazione in cui doveva trascorrere la gravidanza e quello che la attendeva dopo la nascita del bambino.

Che cosa rifiuto rispetto alla gravidanza o al bambino che aspetto?

Edema: l’edema alle gambe o ad altre parti del corpo è spesso legato al fatto di sentirsi limitate dal proprio stato nel desiderio di andare avanti o fare quello che piace: ballare, fare sport o fare l’amore.

Mi sento limitata dalla mia gravidanza?

Placenta previa marginale:

Ho voluto abbreviare la gravidanza?

GRAVIDANZA ISTERICA:

Desidero così tanto essere incinta?

GUANCE: designano allo stesso tempo il muscolo che serve ad aprire e chiudere la bocca, a masticare, come anche la mucosa del cavo orale che riveste l’interno delle guance. Vedi anche Mascella.

Mordersi l’interno delle guance:

Ce l’avevo forse con me per quello che avevo appena detto?

GUILLAIN-BARRÉ:vedi Sindrome di Guillain-Barré.

1 Nel sito della Metamedicina si può trovare una lista di terapeuti qualificati (www.metamedicina.com).

 

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