Dizionario dei Sintomi – Lettera F

Dizionario dei Sintomi – Lettera F

 

FALLIMENTI RELAZIONALI CONSECUTIVI: vedi Bipolarità.

FALSA GRAVIDANZA: vedi Gravidanza e i suoi problemi.

FALSO CRUP o LARINGISMO STRIDULO: infiammazione e restringimento delle vie aeree che provoca una tosse cavernosa, rauca, accompagnata da stridore (nell’inspirazione simile a un fischio) e dispnea (difficoltà respiratoria). Il falso crup in un bambino piccolo può essere legato a un misto di paura (essere abbandonato) e rabbia perché non si risponde ai suoi pianti. Per esempio, si lascia piangere il bambino nella sua camera o nel lettino per non rispondere a quelli che si ritengono solo capricci o per non viziarlo, secondo quello che dicevano le nostre madri: «Se il tuo bebè ha mangiato bene, lo hai cambiato e piange, lascialo fare perché se vai da lui finirai per viziarlo e avrai problemi in seguito!» In passato anche alcuni pediatri incoraggiavano a lasciar piangere il bambino, sostenendo che questo aiutava a sviluppare i polmoni.

Il falso crup può esprimere emozioni di paura e di rabbia vissute dal bambino, che non è in grado di verbalizzare. Questo spiega il motivo per cui, quando i genitori lo confortano, il bambino si calma, così come i suoi sintomi.

Il bambino si sente incompreso nel manifestare il pianto?

È possibile che il bambino provi un senso di insicurezza quando non vede più la mamma?

FARINGITE: la faringe rappresenta la comunicazione e il passaggio delle idee dalla testa fino al cuore. Di conseguenza, un problema a questo organo esprime una difficoltà di comunicazione. Vedi anche Gola.

Sono stato sommerso da un’emozione di rabbia?

Ho represso un sentimento di rabbia?

FASCITE NECROTIZZANTE o DERMOIPODERMITE ACUTA, NECROTIZZANTE: al di sotto dello strato di grasso ipodermico si trova un’aponeurosi detta «aponeurosi superficiale». Nelle dermoipodermiti come l’erisipela e l’eritema nodoso non vi è necrosi.

Nella sindrome di Meleney la dermoipodermite è necrotizzante come nel caso della fascite. Ciò che la distingue è il fatto che in questo caso l’aponeurosi viene difficilmente attaccata, mentre nella fascite l’aponeurosi superficiale si necrotizza. In essa i batteri non si nutrono della carne, come si potrebbe pensare, bensì liberano necrotossine. All’inizio si riteneva che responsabile del processo fosse lo streptococco beta-emolitico del gruppo A, ma in seguito sono stati scoperti altri batteri presenti in questa patologia, tra cui lo stafilococco aureo, il Clostridium perfringens (che produce necrotossine), il Vibrio vulnificus, lo Pseudomonas aeruginosa (spesso incriminato nelle infezioni nosocomiali o ospedaliere).

La fascite necrotizzante è una cancrena dei tessuti che compongono il derma, l’ipoderma e l’aponeurosi superficiale. È caratterizzata dalla morte dei tessuti che vanno in cancrena in seguito a mancanza di nutrimento o di ossigeno. Vedi Cancrena.

Se pensiamo ai batteri e ai virus presenti in un cadavere in decomposizione, diremmo forse che sono questi ad aver ucciso la persona? Non penseremmo piuttosto che i batteri presenti sul cadavere prendono parte solo alla trasformazione della materia, per decomporre i tessuti?

È possibile che possa capitare la stessa cosa quando i tessuti si necrotizzano?

Ma cos’è che conduce i tessuti alla necrosi? Alcune ricerche hanno dimostrato che non sono i batteri che li distruggono, bensì il sistema immunitario che libera radicali liberi contro i propri tessuti. Probabilmente la fascite necrotizzante non è classificata tra le malattie autoimmuni perché se ne attribuisce la causa allo streptococco beta-emolitico del gruppo A (vedi Malattie autoimmuni). Ma qual è il terreno psicologico della persona che ne è colpita?

Una donna aveva perduto il marito che amava. Per colmare la dolorosa solitudine sposò un vedovo che si trovava nella stessa situazione. Quando i conflitti con il secondo marito crebbero, pensò: «Non posso più di vivere in questo modo. Non posso vivere senza l’uomo che amavo!» Le venne una fascite necrotizzante alle gambe e morì.

Un uomo politico colpito da questa malattia aveva l’abitudine di ripetere: «La politica mi consuma la vita!»

È possibile che io non fossi più in grado di vivere in un ambiente di critiche, conflitti o di negativismo, e che questo lentamente mi uccideva?

Ho pensato di non aver più voglia di proseguire la mia vita senza quella persona che amo o che amavo?

FEBBRE: innalzamento della normale temperatura del corpo. Dopo una vaccinazione, la comparsa della febbre ha lo scopo di distruggere i microorganismi iniettati. Quando accompagna una patologia come tonsillite, laringite, faringite, bronchite, vaginite, può esserci della rabbia che bolle dentro di noi.

Ho vissuto un’esperienza che mi ha fatto provare rabbia?

FEBBRE DA FIENO: vedi Riniti allergiche.


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FEBBRE DELLE LABBRA o FEBBRE SORDA: vedi Herpes labiale alla voce Herpes.

FECONDITÀ (problemi di):vedi Sterilità.

FEGATO: uno degli organi interni più grandi e più importanti, che da solo funziona come una fabbrica chimica regolando livelli e concentrazioni della maggior parte delle sostanze chimiche nel sangue. Situato sotto il diaframma, è formato da due lobi principali. Riceve il sangue ossigenato dall’arteria epatica e quello carico di sostanze nutritive dalla vena porta, che drena la totalità del sangue proveniente dall’intestino. Il sangue carico di sostanze di scarto lascia il fegato attraverso la vena sovraepatica. Le cellule epatiche producono la bile che esce dal fegato attraverso i canali biliari. All’interno dell’organo i piccoli canali biliari, l’arteria epatica e le venule portali si riuniscono a formare lo spazio portale. Il fegato assicura molte funzioni vitali che appartengono al nutrimento, alla creazione di riserve di sostanze, alla trasformazione delle sostanze tossiche, alla difesa e all’immunità. Senza fegato l’organismo non può sopravvivere, ed ecco perché appartiene agli organi vitali come il cervello, i polmoni, il cuore e i reni.

Le patologie che riguardano il parenchima del fegato, ovvero la sua parte funzionale, sono in relazione a emozioni legate a una carenza, visto che è il fegato che ha il compito di formare riserve e distribuire nutrimenti all’organismo. Per il nostro corpo è come una banca.

Il sistema biliare, ossia la cistifellea e i canali biliari, rappresenta la capacità di adattarsi. Quando il modo di fare di una persona o una situazione ci danno sui nervi, la rabbia che insorge in noi può colpire il sistema biliare.

Ascesso del sistema biliare del fegato:

Ho provato una grande rabbia riguardo a una situazione che ritengo ingiusta?


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Tumore al fegato:

Tumore primario del fegato: ci sono due tipi di tumori primitivi del fegato: l’adenocarcinoma epatico, che si sviluppa a detrimento del parenchima del fegato, e l’epitelioma colangiocellulare, a danno delle cellule parietali dei canali biliari.

Adenocarcinoma epatico: è in relazione a un eccesso di emozioni riferite a un senso di mancanza nei nostri bisogni vitali o alla paura di morire di fame. Quando si apprende che la caratteristica dei tumori al fegato è quella di utilizzare al massimo un nutrimento limitato, si comprende meglio l’analogia tra il senso di mancanza e la comparsa del tumore.

Ne ho abbastanza di vivere continuamente in ristrettezze, con il timore di non avere soldi o cibo?

Ho vissuto forti emozioni riguardanti i risparmi che mettevo da parte da anni, un’eredità che mi spettava?

Epitelioma colangiocellulare: questo tumore riguarda le relazioni con gli altri, più spesso situazioni di ingiustizia.

Ho provato rabbia o rancore nei confronti di una situazione che reputo ingiusta?

Tumore secondario del fegato o tumore metastatico del fegato: si tratta di una patologia che colpisce il sistema portale, ovvero il sistema che permette al fegato di usare i nutrimenti che giungono dall’intestino tenue o dalle riserve. In questo tipo di tumore accade spesso che la persona non voglia più alimentarsi. Il cervello, temendo che l’organismo muoia di fame, attiva la funzione di stoccaggio del fegato, ciò che può originare una o più localizzazioni tumorali. Il cancro secondario del fegato esprime sovente il desiderio di porre fine alla propria vita poiché la persona colpita non sopporta più di soffrire. Del resto, se la si ascolta, dice: «Ne ho abbastanza di soffrire», o: «Ne ho abbastanza delle vostre cure, tanto vale farla finita…»

È possibile che non abbia più voglia di lottare perché non credo più né alle cure né alla guarigione?

Cirrosi: distruzione dell’architettura del fegato e fibrosi (indurimento). È una forma di autodistruzione legata a un senso di colpa per il fatto di vivere oppure a rancore.

Colpisce soprattutto gli alcolisti che si distruggono con l’alcol per nutrire il loro rancore nei confronti di un parente (spesso la madre) che li ha abbandonati o «castrati» nelle loro iniziative. Sono consapevoli dell’autodistruzione in cui affondano ma scaricano la colpa su qualcun altro. È colpa del loro padre o della loro madre… poi dopo è colpa della loro moglie… se sono arrivati a quel punto.

Mi sento in colpa di far soffrire le persone che amo con il mio alcolismo?

Ho nutrito rancore nei confronti di un genitore che mi ha picchiato, abbandonato, rovinato o che mi ha messo alla porta?

È possibile che dovessi imparare a perdonare?

Coliche epatiche o crisi di fegato: crisi dolorosa che si manifesta attraverso la distensione dell’albero biliare e che inizia spesso dopo un pasto. Il dolore è di solito violento e può evolvere tra fasi acute a fasi di tregua. Esprime una grande rabbia per sentirsi disprezzati, incompresi o non rispettati nei propri bisogni. Vedi anche Crisi.

Mi sono forse sentito umiliato, disprezzato, incompreso, non rispettato?

Dolori o male al fegato:

Provo ansia per le necessità di sostentamento mie o dei miei figli?

Provo rabbia nei confronti di situazioni o atteggiamenti di uno dei miei cari, che non posso accettare?

Emangioma epatico:

Ho provato molta tristezza in seguito a una situazione che ho trovato ingiusta?

Epatite: infiammazione del fegato che provoca la distruzione delle cellule epatiche. Vedi anche Itterizia. Può essere acuta o cronica.

Epatite acuta: somiglia più a una crisi, contrariamente all’epatite cronica, che perdura. Può essere causata da un consumo eccessivo di alcol, di farmaci o da un’infezione virale (epatite A, B o C). Si manifesta con l’ittero (itterizia) accompagnato da disturbi tra cui nausea, dolore alla parte superiore destra dell’addome, indolenzimenti muscolari o dolori articolari.

L’epatite esprime molto spesso una grande rabbia nei confronti di un genitore (sovente è il caso dell’alcolista), un sentimento di ingiustizia, una discriminazione che si è subita, o può essere legata al fatto di trovare ingiusta la vita. Gli omosessuali, che costituiscono un gruppo a rischio per questa patologia, vivono spesso situazioni di discriminazione.

Provo rabbia perché mi sento vittima di un’ingiustizia o di una discriminazione?

Può anche dipendere dalla reazione a un farmaco.

Ho avuto una reazione a un vaccino o a un farmaco?

→ Epatite cronica: caratterizzata da lesioni diffuse con alterazione e necrosi delle cellule epatiche e formazione di cicatrici fibrose che danneggiano l’architettura del fegato. Dipende spesso da una rabbia nutrita nei confronti di una o più persone che si dovevano occupare del nostro nutrimento (materiale o intellettuale) e che non l’hanno fatto o l’hanno fatto male. Può anche riguardare la vita, che si considera ingiusta.

È possibile che nutra rabbia nei confronti di un genitore, di un professore o di un datore di lavoro?

Penso che la vita sia ingiusta, che alcuni hanno tutto e altri niente o che trascorrono la vita a lavorare sodo per guadagnare poco?

Epatite virale: dal momento che i microorganismi svolgono un ruolo nella trasformazione della materia, la presenza virale nelle epatiti sarà la conseguenza o la causa? Vedi Infezione e testimonianze alla voce Miofascite macrofagica.

Epatoma: nasce nelle cellule del parenchima del fegato, ovvero nelle cellule che con le loro secrezioni assicurano le funzioni endocrine ed esocrine del fegato. Questo tumore può essere benigno (adenoma solitario) o maligno (adenocarcinoma, epatocarcinoma, angiosarcoma…).

Sono preoccupato di restare senza nutrimento?

Si potrebbe ritenere che solo le persone con difficoltà finanziarie vivano con il timore di rimanere senza soldi e di non avere da mangiare per sé e per i propri figli. Ma non è sempre così. Una mia partecipante, finanziariamente agiata, aveva intrapreso un viaggio per venire al corso. I suoi bagagli erano pieni di cibo. Stupita, le assicurai che sarebbe stata nutrita bene in albergo. Mi disse che fin da piccola era ossessionata dalla paura di non avere cibo. Nel corso di una regressione vide l’immagine di una bimbetta che era morta di fame.

Ciste idatidea del fegato: tumore dovuto allo sviluppo nel parenchima del fegato di un parassita, la Taenia Echinococcus unicellulare allo stadio larvale, chiamato embrione esacanto.

Ho mangiato cibo o bevuto acqua contaminati?

È possibile che mi sia sentito usato o costretto a vivere una situazione che non mi confaceva?

Calcoli al fegato: vedi Calcoli biliari alla voce Calcoli.

FEMORE: osso lungo della coscia. Rappresenta la potenza nell’azione. La frattura può riguardare la parte della testa, del collo, la diafisi (porzione intermedia) o i condili (estremità inferiori che scaricano il peso del corpo sulle ginocchia).

Frattura del corpo del femore:

È possibile che abbia vissuto un conflitto con uno dei miei cari?

Frattura della testa o del collo del femore nelle persone anziane: questa frattura è frequente nelle persone anziane, in particolare dopo la morte del partner o in seguito alla partenza di un figlio su cui potevano appoggiarsi. Esprime il bisogno di essere sostenuti. Si nota abbastanza spesso che queste persone, se vengono lasciate a loro stesse, muoiono nei sei mesi che seguono la frattura.

È possibile che mi senta perduto senza la persona che amavo?

Ho bisogno che ci si occupi di me e non so come chiederlo?

Osteosarcoma del femore: vedi Osteosarcoma.

FERRO: presente circa al 60 per cento nell’emoglobina e legato a una glicoproteina prodotta dal fegato, la ferritina, svolge la funzione di favorire l’ossigenazione del sangue (trasporto dell’ossigeno nell’emoglobina), partecipa al buon funzionamento del sistema immunitario, lotta contro i radicali liberi (responsabili tra l’altro dell’invecchiamento precoce delle cellule) e riduce il senso di stanchezza.

Mancanza di ferro o ipoferritinemia:

Ho la sensazione di non avere abbastanza forze per far fronte ai rischi della vita?

Manco di entusiasmo andando verso qualcosa di nuovo?

Una persona che aveva una carenza di ferro diceva: «Non riesco a decollare!» parlando di un progetto che aveva a cuore.

Eccesso di ferritina o iperferritinemia: la ferritina permette in ugual misura il deposito di ferro nella milza, nel midollo osseo e nel fegato.

Può darsi che mi assuma troppe incombenze per avere consensi nel mio ambiente?

Si può osservare che una iperferritinemia non è necessariamente legata a un eccesso di ferro, bensì può venire dalla distruzione di cellule del fegato (citolisi epatica). Si può avere un’anemia del sangue e ciononostante un tasso di ferritina superiore alla norma. In questo caso vanno controllate le transaminasi, enzimi che aumentano in caso di sofferenza epatica.

Ho fatto un vaccino per l’epatite B?

FIBROMA TUBARICO: vedi Tube di Falloppio.

FIBROMA UTERINO: vedi Utero.

FIBROMIALGIA: sindrome (insieme di sintomi) di dolori muscolo-scheletrici con sensazioni di formicolio e di intorpidimento delle estremità.

I pazienti che ne sono affetti asseriscono di avere male dappertutto oltre a soffrire di una grande stanchezza generale, aggravata da disturbi del sonno profondo che li costringono a rallentare le attività quotidiane e di lavoro.

Questa malattia è al centro di un dibattito all’interno del corpo medico (perlomeno in Francia) per stabilire dove indirizzare le persone che ne soffrono: a un reumatologo, a un neurologo, a uno psicologo o a uno psichiatra, dato che gli specialisti sembrano rilanciarsi la palla? La difficoltà nasce dal fatto che nessuno degli esami clinici mostra infiammazioni a qualsivoglia livello nella persona che ne è colpita.

Di recente alcuni ricercatori hanno scoperto che i pazienti affetti da fibromialgia presentano un disturbo del sonno, particolarmente della fase 4, corrispondente al momento in cui i muscoli di solito si distendono. L’insufficienza o mancanza di rilassamento muscolare fa ritenere che questa patologia potrebbe rientrare tra le miopatie (vedi Miopatie). La diagnosi di fibromialgia viene talvolta confusa con quella di miofascite macrofagica, i cui sintomi sono molto simili, vedi la voce corrispondente.

Per quanto riguarda il terreno psicologico della malattia, è spesso legato a un senso di svalutazione nei confronti degli sforzi compiuti per essere compresi, accresciuto dalla convinzione che è per propria colpa che gli altri non capiscono. La persona che ne soffre può pensare: «Non ce la farò mai a farmi capire». Allo stesso tempo ritiene di non essere degna di essere amata, ciò che la induce a essere dura verso se stessa, arrivando a volte fino al punto di farsi violenza.

Ho la sensazione che non arriverò mai a farmi capire dalle persone che sono importanti per me?

Mi sento colpevole per le difficoltà che ho nel rapporto con gli altri?

Si può guarire dalla fibromialgia? Conosco persone che ci sono riuscite. Per guarire sarà necessario aiutare il corpo sia sul terreno fisico che psichico.

Terreno fisico: privilegiare il riposo, un’alimentazione sana, ricca di antiossidanti (tè verde, vitamine A, C, E, frutti, legumi, cereali e noci), con cloruro di magnesio, Clorella,1 che è un’alga che ha la proprietà di eliminare i metalli pesanti (piombo, mercurio) e omega-3. La polpa di una foglia di aloe appena tagliata è un meraviglioso antinfiammatorio.

Terreno psicosomatico: può giovare liberarsi dalle emozioni legate a sentimenti di svalutazione, impotenza e scoraggiamento che possono farci sentire vittime.2

FIBROSI CISTICA o MUCOVISCIDOSI: caratterizzata da secrezioni anomale di muco e da un’infezione delle vie respiratorie ricorrente. Vedi Malattie congenite.

FIMOSI: restringimento anomalo dell’orifizio del prepuzio che impedisce l’uscita del glande.

È stata forse desiderata una femmina?

Il bambino ha forse avuto paura di prendere un posto di ragazzo?

FISSURA ANALE:èspesso in relazione alla sensazione di stare seduti tra due sedie, di essere in attesa che le cose cambino. Per esempio, vivo con una persona ma preferirei stare con un’altra.

Mi sento diviso tra due situazioni in attesa che una di esse si concretizzi?

FISTOLA: collegamento anormale tra un organo interno e la superficie del corpo o tra due organi. Può essere congenita (presente alla nascita) o acquisita (conseguenza di una malattia dei tessuti).

Fistola congenita: bisogna scoprire cosa ha vissuto la madre durante la gravidanza. Il feto avrebbe forse voluto sfuggire a un sentimento o a una situazione di disagio?

Fistola acquisita: indica un malessere interiore dal quale si vorrebbe fuggire. Il luogo in cui è localizzata è indicativo del significato della patologia. Per esempio, una fistola anale può esprimere un senso di malessere perché le cose non si concludono.

Una fistola arterovenosa può esprimere un malessere interiore legato a quello che si riceve o che ci si aspetta (sangue arterioso) e quello da cui ci si deve liberare (sangue venoso). Per esempio, provo un senso di malessere perché aspetto di trovare l’amore, ma vivo nel rancore e non sto bene nella pelle.

Fistola tracheo-esofagea nel neonato: nella maggior parte dei casi è la conseguenza di una malformazione congenita con problema di comunicazione fra la trachea e l’esofago del bambino. Ne consegue difficoltà nell’inghiottire la saliva e, nell’alimentarsi, il rischio che gli acidi dello stomaco penetrino nei polmoni.

Come è stato il periodo fetale del bambino?

Come è andata la sua nascita?

Può darsi che il bambino sia stato separato troppo in fretta dalla madre?

Fistola anale: canale anormale che unisce la zona perineale con il canale anale.

Può darsi che io provi rabbia perché le cose non hanno l’esito che vorrei?

Provo rabbia perché non vedo la fine di una situazione problematica?

FLATULENZA o GAS INTESTINALE: sono spesso indicativi dell’aggrapparsi a una situazione o a qualcuno che non è più benefico per la persona, ma che rappresenta una sicurezza affettiva o materiale. Il gas può anche essere la conseguenza di paure.

Di cosa ho paura?

A che cosa mi aggrappo?


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FLEBITE o TROMBOFLEBITE: infiammazione di una vena, spesso accompagnata da coagulo. Può indicare che non si riesce a superare le difficoltà o che si vive una delusione dopo l’altra, di modo che tutta la nostra gioia rimane bloccata.

Passo la vita a risolvere problemi?

Provo forse molte delusioni o frustrazioni da parte del mio partner o di persone che per me sono importanti?

Mi trattengo forse dall’avanzare verso situazioni gradevoli per paura di rimanere ancora deluso?

Marjolaine partecipa a uno dei miei seminari. Propongo una festa per il sabato successivo. All’annuncio di questa novità, la sua gamba inizia a bruciare, si arrossa e si gonfia. Mi dice che sono anni che si fa curare per questo problema ma che non è mai stata trovata né la causa né il rimedio. Le chiedo quando è stata l’ultima volta che si è manifestata la flebite prima di questo episodio. Mi dice che è stato il 24 dicembre precedente. Era stata invitata dalla cugina per la vigilia. Mentre era per la strada in auto con suo marito, avevano avuto dei problemi meccanici che li avevano costretti a tornare indietro. La cosa era finita in una lite. Mi confessa allora: «Non ho mai avuto un bel Natale». Per lei, festa equivaleva a delusione ed è per questo che, quando ne avevo parlato, la paura di rimanere delusa era tornata in superficie, portandosi dietro i sintomi della flebite.

L’ho aiutata a liberare le emozioni di delusione che aveva vissuto da bambina quando, davanti all’albero di Natale, attendeva con tanta eccitazione il regalo che era destinato invece a sua sorella. Tutto il gruppo le organizzò la più bella delle feste. La flebite guarì.

FLEMMONE: infiammazione acuta o subacuta del tessuto connettivo che può evolvere o meno in un ascesso.

Ho provato rabbia per il fatto che i miei sforzi non vengono riconosciuti?

Il bambino a cui viene un flemmone alla mano può provare rabbia verso un genitore o un insegnante che non tiene conto di tutti gli sforzi che fa per avere buoni voti e che non fa che rimproverarlo.

FOBIA: paura smisurata, istintiva e ossessiva di un pericolo imminente. I bambini che sono cresciuti in un clima di insicurezza, di paura o di violenza hanno imparato molto spesso a usare il «controllo» per sopravvivere. Diventati adulti, quando una situazione sfugge al loro controllo e si sentono minacciati per la loro vita, la salute o le relazioni affettive, l’ansia si impossessa di loro. Se questa perdura o aumenta, può dare luogo a fobie o nevrosi fobiche. Vedi anche Nevrosi alla voce Malattie mentali.

Claustrofobia: angoscia di non avere aria, di restare intrappolati in uno spazio chiuso come l’ascensore, la metropolitana, l’aereo, una grotta o un tunnel. La claustrofobia può avere origine al momento della nascita. Un parto difficile o il cordone ombelicale attorno al collo di un bebè possono spiegare i sintomi della claustrofobia.

Molte persone dicono di aver paura dell’acqua ma, nella maggior parte dei casi, si tratta di una forma di claustrofobia. La paura di non avere aria sott’acqua li fa andare in panico appena non toccano più il fondo. Il bambino che ha assistito al recupero di una persona annegata può esserne rimasto traumatizzato al punto da essere incapace di nuotare dove non si tocca.

Come è avvenuta la mia nascita?

Ho già vissuto una situazione traumatica che mi ha potuto far temere di restare intrappolato o chiuso? (Per esempio la porta di un bagno che non si riesce più ad aprire.)

Fobia degli ascensori: ossessione di rimanere chiuso in un luogo. Può anche essere collegata con un sentimento di essere stato soffocato dall’amore di un genitore possessivo.

Ho paura di ritrovarmi prigioniero di un luogo o di una persona?

Per me, amare equivale forse a essere soffocati?

Fobia degli animali: è la paura morbosa di certi animali. Può avere origine da un evento traumatico che si è vissuto, un film che si è visto, oppure essere legato a un trauma che la nostra anima ha vissuto prima di questa incarnazione.

Fobia della defenestrazione: paura del vuoto, del nulla, che dà una sensazione di vertigini.

Fobia specifica: la persona che ne soffre teme di commettere un atto terribile come quello di uccidere il suo o i suoi figli. Si tratta sovente di una persona che si è imposta un controllo totale e che ha quindi paura delle reazioni imprevedibiliche potrebbe avere.

Fobia dei mezzi di trasporto: disturbi provocati dal movimento possono causare nausea e vomito in automobile, autobus, treno, nave, aereo ecc. Questa fobia è molto spesso collegata alla paura dell’ignoto e, in particolare, della morte. Vedi Cinetosi.


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Fobia delle situazioni: l’eritrofobia, per esempio, è una paura eccessiva di arrossire, che è quasi sempre collegata a un evento traumatico in cui si è provato vergogna o in cui ci si è sentiti umiliati.

Fobia degli oggetti: per esempio, di oggetti a punta e taglienti come i coltelli e le forbici. Queste paure possono riportarci a un evento drammatico o a immagini traumatiche viste in un film.

Uno dei miei partecipanti era cuoco e aveva la fobia dei coltelli. Li usava sul lavoro, ma non ne aveva a casa. Se ne liberò il giorno in cui poté liberarsi dall’emozione che vi era legata. Un giorno suo padre, arrabbiato, aveva preso un coltello da cucina e aveva minacciato di ucciderlo. Controllando come poteva le sue emozioni, gli aveva detto: «Fallo, uccidimi!» La frase aveva avuto l’effetto di fermare il padre, che aveva immediatamente realizzato la portata della sua collera. La vista dei coltelli in una casa aveva come effetto quello di risvegliare le emozioni legate a quell’evento registrato nella sua memoria emozionale e di far scattare il suo sistema inibitore di azione.3

Per liberarsi da una fobia bisogna ritrovare, per quanto possibile, l’evento che l’ha originata, il o i sentimenti provati, le emozioni. Bisogna reincontrare la persona o il bambino che eravamo in quella scena o in quelle immagini drammatiche per rassicurarlo e permettergli di esprimere quello che prova. Se non si è mai fatto un lavoro di questo genere, è meglio consultare un terapeuta qualificato.4

FOLLIA: vedi Malattie mentali.

FOLLICOLITE: infiammazione del follicolo pilifero. Vedi Peli.

FORFORA: vedi Capelli.

FORMICOLIO: sensazione di avere migliaia di formiche che camminano sotto la pelle. Le formiche sono note per essere grandi lavoratrici. Non è forse quello che faccio in questo momento?

È possibile che mi sia assunto un carico eccessivo o che chieda troppo a me stesso?

È uno dei primi sintomi della sclerosi a placche, in cui la paura del fallimento può indurre a lavorare oltre il bisogno di riposo del corpo.

Il formicolio può presentarsi anche quando il corpo ha bisogno di procedere alla riparazione di un tessuto. Per esempio, in caso di ipotermia il cervello attiva la circolazione sanguigna per apportare calore. Se a una persona si è mozzato il fiato per un forte spavento, il cervello fa aumentare il respiro, ciò che può portare a iperventilazione accompagnata da formicolii. Si osserva questo fenomeno anche nella guarigione di una dermatite o in certe miopatie. Vedi anche Parestesie.

Ho paura di perdere coscienza?

Ho paura di quello che mi succede se non sento più le braccia o le gambe?

Può darsi che il mio corpo stia riparando ciò che gli ho fatto sopportare, il freddo, un’intossicazione da farmaci o una vaccinazione?

Ho vissuto forti emozioni riguardanti la perdita di una persona cara?

FORUNCOLI: ammasso di pus che forma una protuberanza all’interno di un tessuto o di un organo. Sono spesso conseguenza di un sentimento di rabbia. Si deve tener conto del punto del corpo in cui si manifestano.

Sulla schiena:

Sono arrabbiato al pensiero di essere io a dover fare tutto?

Sui glutei: un partecipante ai miei seminari aveva regolarmente foruncoli sui glutei. Faceva il rappresentante e passava il suo tempo in auto. Non amava più il suo lavoro: più passava il tempo, più provava frustrazione e rabbia ogni volta che rimaneva bloccato in un imbottigliamento.

Provo rabbia perché ho la sensazione di non essere nel posto giusto, di non fare ciò che avrei veramente voglia di fare?

Provo rabbia quando mi trovo bloccato negli ingorghi del traffico?

Sulle labbra della vagina:

Provo rabbia nei confronti del mio partner? Vedi Ascesso.

FORUNCOLOSI: disturbo caratterizzato dalla comparsa simultanea o ripetuta di foruncoli.

Ribollo di rabbia verso una persona o una situazione?

Al viso:

Ho subito un affronto che mi ha fatto molto arrabbiare?

FOTOFOBIA: il termine «fotofobia» significa «paura della luce», per quanto si tratti piuttosto di un’intolleranza alla luce. Può accompagnare una congiuntivite, una cheratite o una blefarite (vedi la patologia corrispondente). Può essere collegata all’imbarazzo che gli altri vedano ciò che non ci piace di noi, per esempio la contrazione esagerata delle palpebre o la deviazione di un occhio, uno strabismo o un eccesso di peso. La fotofobia può anche essere legata alla paura che sia rivelato pubblicamente qualcosa di cui ci si vergogna.

Una giovane che aveva subito abusi da parte del padre soffriva di fotofobia. Aveva paura che le sue compagne di classe venissero a sapere quello che le succedeva a casa. Vedi anche Blefarite.

Cos’è che mi crea imbarazzo in ciò che gli altri possono vedere di me?

Di cosa ho paura che possa essere rivelato pubblicamente?

FRATTURA: normalmentecausata da un incidente o da un atto violento. Nel primo caso può essere in relazione a un senso di colpa, di svalutazione o esprimere il desiderio di mettere fine a quello che si stava facendo. Se la frattura si verifica mentre ci si sta divertendo, è possibile che si ritenga di non avere il diritto di provare piacere. Vedi anche Incidente. L’ubicazione dell’osso fratturato è ugualmente indicativa. Ecco qualche esempio:

Bacino: il bacino corrisponde alla regione sacrale, ovvero la zona sessuale e della gestazione.

Mi svaluto sul piano sessuale o per il fatto di non avere figli?

È possibile che con questa persona abbia voluto mettere un freno alla mia vita sessuale?

Caviglia o piede:

Mi sento forse colpevole di aver preso questa direzione?

Inconsciamente ho forse voluto interrompere un’attività o un lavoro che non mi corrispondevano più, ma di cui non vedevo soluzione?

Colonna vertebrale: è sovente legata a un sentimento di svalutazione che porta a voler mettere un freno a quello che si fa.

Ho vissuto un senso di ribellione nei confronti di una persona autorevole, che invece di assecondarmi rendeva i miei sforzi ancora più difficili?

Avevo bisogno che ci si occupasse maggiormente di me?

Costola: le costole sono l’equivalente di un corsetto che protegge gli organi più vulnerabili. Rappresentano anche la protezione nei confronti di coloro che proteggiamo.

Mi sono forse sentito colpevole per aver abbandonato coloro che contavano su di me?

Cranio:

È possibile che mi sia sentito in colpa per aver fatto di testa mia o agito senza tener conto delle raccomandazioni di uno dei miei cari?

Femore:

Ho vissuto un conflitto con uno dei miei cari? Vedi Femore.

Mascella: la mascella insieme ai denti svolge la funzione di masticare gli alimenti, è in relazione quindi con l’«addentare» la vita.5 Vedi anche Mascella e Lussazione della mascella alla voce Lussazione.

Mi sono arrabbiato con me stesso per essere stato così aggressivo?

Mano: le mani riguardano ciò che si tocca, si fa o si esegue.

Mano destra in un destrimane o sinistra in un mancino:

È possibile che io non voglia più fare questo lavoro?

Mano sinistra in un destrimane e mano destra in un mancino:

Avevo bisogno di un aiuto che non chiedevo?

Naso: il naso riguarda al tempo stesso l’aria che respiriamo e l’odorato. Una frattura del naso che limita l’ingresso dell’aria può essere indice di un senso di colpa verso la vita o di una difficoltà ad accettarla. Vedi Naso.

È possibile che provi un senso di colpa per il fatto di vivere?

C’è forse una parte di me che non accetta di vivere in questo mondo, per come è fatto?

Dita dei piedi: riguardano in generale i dettagli che si riferiscono al futuro, ma ogni dito ha un significato particolare. Vedi Dita dei piedi. In generale:

Può darsi che mi sia sentito in colpa nel procedere in una direzione, mentre i miei cari non mi incoraggiavano?

Avevo bisogno di rallentare o di interrompere le mie attività?

Polso: può esprimere una resistenza alle direttive che ci diamo o che ci imponiamo.

Mi è stato chiesto di fare una cosa che è contraria alle mie scelte o in cui non mi sento rispettato per il mio giusto valore?

Rotula: in molti casi può esprimere il rifiuto di piegarsi davanti a una persona o a una situazione da cui ci si sente dominati.

Di fronte a chi rifiuto di piegarmi?

Tibia: indica uno stato di ribellione nel sentirsi trattenuti nell’avanzare nella direzione desiderata.

Mi sento trattenuto nell’avanzare nella direzione che desidero?

Può darsi che non voglia più procedere nella direzione in cui mi ero impegnato?

Questa frattura mi offre la scusa che mi serviva per porre fine a ciò che non mi va più bene?

Anca: vedi Anche.

Mi sentivo colpevole per essermi impegnato in questa direzione?

Nelle persone anziane: la frattura può esprimere il bisogno che i propri figli si occupino più di loro o che li aiutino ad avanzare in questa fase della loro vita.

FREDDO: vedi Freddolosità e Allergia al freddo in Allergie.

FREDDOLOSITÀ: tendenza ad avere freddo o a mal sopportare un abbassamento della temperatura. Più si è numerosi in una stanza e più fa caldo, mentre quando si è soli in una stanza priva di fonti di calore si ha freddo. Il freddo in queste situazioni sarà in relazione alla solitudine, il caldo al fatto di essere circondati da persone.

Coloro che asseriscono di essere freddolosi hanno per lo più vissuto un abbandono o la solitudine nell’infanzia. Può esserci stata l’assenza di un genitore, spesso il padre, dato che la figura paterna è associata al sole e quella materna alla terra.

Mi sento spesso solo?

Ho vissuto il lutto del genitore che ho perduto?

Ho paura di ritrovarmi solo sul piano affettivo?

Ho sofferto di questo disturbo per anni fino a quando ho compreso il legame e ho trasformato l’equazione che ne era conseguita, ovvero: freddo = solitudine, abbandono.

A sei anni sono stata mandata in collegio. Una notte la tosse che avevo impediva di dormire alla suora del nostro dormitorio, che mi mandò a sedermi in classe. Le finestre erano socchiuse, avevo freddo e mi sentivo sola e abbandonata. Mi sentivo così persa che non ho nemmeno pensato a chiudere le finestre. Per guarire da questo doloroso ricordo mi sono rilassata profondamente e ho visualizzato l’episodio. Poi mi sono vista, l’adulta di oggi, entrare in quell’aula, ritrovare la bambina di sei anni che ero. Le ho proposto di aiutarla a chiudere le finestre. Mi sono vista prenderla tra le braccia e stringerla perché stesse ben calda. Quando era ben calda, l’ho portata fuori a giocare nella neve, per mostrarle come il freddo potesse essere stimolante.

Con questo lavoro di immaginazione mentale ho trasformato l’equazione freddo = solitudine, abbandono, in freddo = attivazione, stimolazione dell’energia. In seguito mi sono resa conto di essere molto meno freddolosa e che amavo anche le docce fredde, mentre prima preferivo i bagni caldi. Io, che non osavo entrare in una piscina la cui temperatura non fosse almeno di 25 ºC, mi stupisco ora ad apprezzare l’acqua fredda, che trovo stimolante.

FRIGIDITÀ: mancanza di desiderio sessuale o incapacità di provare piacere in un rapporto sessuale. Sebbene sovente accompagnata dall’assenza di orgasmo, è diversa dall’anorgasmia (vedi voce corrispondente). La frigidità riguarda più le donne, ma colpisce anche gli uomini. Può essere legata a un disgusto per i rapporti sessuali derivato da immagini molto negative della sessualità. Può trattarsi di immagini pornografiche ripugnanti per la sensibilità di un bambino o di discorsi negativi fatti dalla madre. Vedi anche Desiderio sessuale. Può inoltre dipendere da una carenza di amore per il proprio partner. Spesso la donna dirà: «Voglio bene a mio marito ma non ne sono innamorata».

Mi trovo ad affrontare dei tabù o un certo disgusto nei confronti della sessualità?

Sento la mancanza di desiderio nei confronti del mio o della mia partner?

FRONTE: rappresenta il modo di usare il nostro pensiero. Per esempio, una fronte quadrata corrisponde in generale a una persona che pone l’accento su ciò che è logico, analitico e razionale. Se è tonda, denota piuttosto una personalità intuitiva, dotata di grande immaginazione. La fronte obliqua appartiene alle persone coraggiose nel loro modo di pensare.

Ascesso alla fronte:

Ho provato rabbia perché non si è tenuto conto delle mie idee o perché i miei suggerimenti sono stati rifiutati?

Ferita alla fronte:

Mi sento colpevole per aver fatto di testa mia?

Brufolo in fronte:

Ho provato un senso di impazienza nel tentativo di trasmettere le mie idee a una o più persone che non erano disponibili ad accettarle?

Ho troppe idee per la testa, e questo mi rende impaziente?

FUSO ORARIO: vedi Sonno, disturbi del.

1 Reperibile nei negozi di alimenti biologici e naturali.

2 Si raccomanda il seminario di «Liberazione della memoria emozionale».

3 Per il funzionamento della memoria emozionale cfr. dell’Autrice Nati per essere felici, non per soffrire: metamedicina delle relazioni affettive, Amrita, 2006.

4 Gli operatori di metamedicina raccomandati sul sito www.metamedicina.com sono qualificati in questo tipo di lavoro.

5 In francese si usa l’espressione «mordre la vie» (lett. «mordere la vita») che non ha un corrispettivo in italiano (N.d.T.).

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