Dizionario dei Sintomi – Lettera E

Dizionario dei Sintomi – Lettera E

 

ECCESSO DI PESO: ci può essere più di una causa alla base di un eccesso di peso e talvolta più cause concomitanti. Ecco le principali:

Eccesso di peso in un bambino: l’eccesso di peso in un bambino può dipendere dall’alimentazione.

Il bambino si riempe di bibite gassate o di cibi ricchi di grassi e zuccheri?

Nel caso non sia un problema di alimentazione:

Il bambino si è sentito abbandonato, o ha creduto di non essere desiderato?


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Il suo eccesso di peso può voler dire: «Ho bisogno di sentire di avere un posto specifico per me in questo mondo». Può darsi che mangi per riempire un vuoto affettivo. Può anche esprimere il bisogno di essere notato, come se con il peso in più potesse dire: «Sono qui, non sono abbastanza grosso perché mi vediate?» È possibile che il peso (la massa di grasso) sulla sua pancia gli dia un senso di protezione, come se potesse allontanare gli altri da sé per proteggersi?

Eccesso di peso in un’adolescente:

L’adolescente è stata vittima di abusi o di contatti incestuosi?

L’adolescente vittima di un abuso può avere come equazione: «essere bella o desiderabile = pericolo», mentre «essere grassa e non attraente = protezione».

Se si dice a una persona che ha dentro di sé tale equazione, «Sei dimagrita, come sei bella!», questa riprenderà subito i suoi chili persi e talvolta anche di più di quelli originari.

Eccesso di peso in una persona sposata: a volte ho sentito dire: «Prima di sposarmi ero snella…» Che cosa è successo per farla ingrassare?

Può darsi che l’eccesso di peso corrisponda alla mia «assicurazione fedeltà», nel senso che, non sentendomi bene nel mio corpo, non rischio di cadere nella tentazione di essere attratta o di attrarre qualcuno che si interessa a me?

Eccesso di peso che esprime un bisogno di spazio: la sensazione di non avere spazio sufficiente può portare a un eccesso di peso: il corpo esprime il bisogno prendendo più spazio.

Lo spazio può essere inteso in senso fisico (avere una stanza per sé) o affettivo (essere importanti per la persona che si ama).

Ci sono persone che ingrassano ogni volta che hanno una relazione e che perdono i chili presi quando questa finisce.

Può darsi che quando ho una relazione di coppia tendo a dimenticare me stesso per rispondere a quelle che ritengo essere le attese del mio partner, e che provo una mancanza di spazio per me?

Julien ha iniziato a ingrassare dopo la morte del fratello. Di fronte alla sofferenza della madre, aveva la sensazione di non esistere, che solo suo fratello fosse stato importante per lei. Si sentiva abbandonato e pensava che non ci fosse spazio per lui nel cuore della madre.

Ho la sensazione che mi manchi spazio, nel mio appartamento o in casa?

Ho la sensazione di non avere uno spazio nella mia famiglia, nel mio lavoro o per una persona molto importante per me?

Accade spesso che le donne che hanno questo problema di spazio dimagriscano durante la gravidanza perché in quel momento si concedono il diritto di pensare a se stesse, essendo in gioco la vita del loro bambino. Gli altri possono attendere, il bebè ha la priorità. Dopo la gravidanza riacquistano il loro eccesso di peso dato che ricominciano a non aver cura di se stesse per occuparsi degli altri.

Può darsi che mi senta indispensabile per gli altri al punto che non mi rimane più molto tempo per occuparmi di me stessa? E cos’è questo spazio-tempo che mi manca?

Eccesso di peso legato a una situazione che ci pesa o a un eccesso di responsabilità: alcuni sostengono la propria famiglia, controllando che non le manchi niente. Avevo un’amica che cucinava per tutti. In casa aveva cinque frigoriferi. Quando i suoi figli venivano nel week-end, se ne andavano con vivande per tutta la settimana. E anche noi, che eravamo i suoi amici, avevamo diritto alle sue buone marmellate di fragoline di bosco.

La donna soffriva di un eccesso di peso senza rendersi conto di tutte le responsabilità di cui si faceva carico. Alcune persone si assumono le responsabilità dei propri impiegati, lavorando senza sosta per garantirne il salario. Alla lunga le responsabilità diventano un peso di cui non sanno come liberarsi. È ciò che il loro corpo esprime.

Cos’è che mi pesa?

– Sarà l’eccesso di responsabilità di cui mi faccio carico?

– Saranno le difficoltà dei miei cari che pesano troppo su di me?

– Sarà il mio partner, la mia famiglia, la mia azienda, il mio impiego?

Eccesso di peso per bisogno di attenzioni:  una persona fuori dalla norma attira lo sguardo. Molte persone obese o con un problema di peso hanno avuto, in un momento o in un altro, la sensazione di non avere un proprio ruolo. Pur di ottenere l’attenzione possono fare molte cose: parlare a voce molto alta in pubblico, pagare bevute al bar, portare molti anelli e catene d’oro. «Mi hai visto…?!»

Ho bisogno di essere visto, notato?

Qualcuno sceglie di occuparsi degli altri. Nell’ambiente che frequentano sono apprezzati, e questo è ciò che desiderano, ma appena dimenticano se stessi, anche gli altri li dimenticano.

Do agli altri quello che io stesso avrei bisogno di ricevere?

Ho bisogno che mi sia dato uno spazio per me?

Eccesso di peso legato alla compulsione: la compulsione si traduce nel bisogno imperativo di fare una cosa e nella difficoltà a sottrarvisi. Molte persone si esprimono così: «È più forte di me!» oppure «Supera la mia volontà!»

Non ci si costringe solo nell’alimentazione. Alcuni hanno atteggiamenti compulsivi nei confronti dell’alcol, del sesso, degli acquisti, del gioco (carte, azzardo, slot machine ecc.). Dietro questi comportamenti si nasconde una mancanza o una sofferenza. Per esempio, quando si gioca, si può essere talmente assorbiti da non sentire più la solitudine o la noia. Con il sesso e l’alimentazione si tratta soprattutto di un vuoto affettivo che si cerca di colmare. I dolciumi (cioccolatini, caramelle, torte) e gli alimenti salati (patatine, pop corn) ci riportano spesso a momenti di festa, felici, che inconsciamente vorremmo ritrovare. Vedi anche Bulimia e Compulsione.

Ho un bisogno imperativo di mettere cibo in bocca?

Qual è il vuoto che cerco di colmare?

La mia felicità dipende dagli altri?

Eccesso di peso legato a un’ossessione: «Si finisce per ingigantire ciò su cui concentriamo la nostra attenzione». Questa frase è molto importante perché riguarda la maggior parte delle persone con un eccesso di peso.

La persona ossessionata dal suo eccesso di peso ci pensa fin dal risveglio. Alzandosi pensa: «Che cosa posso mettermi oggi?» ricordando che tre quarti dei suoi abiti sono troppo stretti. Poi pensa alla colazione, a quello che può e non può permettersi di mangiare. Per strada, poi al lavoro, pensa che deve trovare più tempo per fare del movimento ripetendosi: «Devo dimagrire», «Ho così tanti chili da perdere!» ecc. Passa così metà della giornata a pensare al suo eccesso di peso, e l’altra metà al fatto che ha fame, senza rendersi conto che più ci pensa, più il suo sovrappeso aumenta.

Talvolta questo accade anche per la paura di diventare come una persona che soffriva di un eccesso di peso e a cui siamo stati paragonati: «Sei come mia zia. Anche lei aveva solo qualche chilo di troppo a vent’anni, ma poi è stata grassa per tutta la vita!»

Oppure ci si ripete: «Appartengo a una famiglia di obesi!»

La paura di ingrassare può condurre la persona a essere ossessionata dalle calorie e questa ossessione può bastare a farle prendere chili. Certuni dicono: «Ingrasso con l’acqua!» non riuscendo a capire come mai ingrassino mangiando così poco.

Una partecipante ai miei seminari me lo confermò raccontandomi questo episodio: «Ho vissuto qualche anno negli Stati Uniti. Durante quel periodo non mi sono più preoccupata del peso visto che la maggior parte delle persone che mi circondavano erano corpulente. Dopo un po’ mi sono resa conto che gli abiti mi erano diventati larghi malgrado non avessi fatto alcuna dieta. Ne ero felicissima. Tornata in Francia, ho ricominciato a preoccuparmi del peso e in poco tempo ho ripreso i chili che avevo perso».

Dal momento che facciamo ingigantire quello su cui concentriamo l’attenzione, le suggerii di mettere più energia a pensare alla Divinità che era in lei, ripetendosi la frase: «Faccio aumentare la Divinità che è in me e perdo i chili di troppo!»

Si può ugualmente spostare la nostra ossessione su qualcosa che ci sia favorevole, come un progetto a cui teniamo in modo particolare.

Sono forse ossessionato dal mio eccesso di peso?

Eccesso di peso per reazione:  la reazione a una persona può esprimersi in forma di resistenza. Per esempio, una madre dice sempre alla figlia: «Stai attenta alla linea!» «Non mangiare così tanto!» «Se ingrassi, quale uomo ti vorrà?» E la figlia di rimando pensa: «Mi amerà come sono e anche grassa!» «Non voglio essere amata per il mio corpo ma per quello che sono!»

Sovente si diventa come la persona con cui si era in opposizione. Si può essere in contrasto per paragoni del tipo: «Sei come tua madre…» Se la madre soffriva di un eccesso di peso, la reazione può condurci ad avere la stessa problematica.

Eccesso di peso per solidarietà: una persona vede l’amato soffrire per un eccesso di peso. Per alleviarne la sofferenza può a sua volta voler ingrassare per potergli dire: «Non sei solo con questo problema. Anch’io ho un eccesso di peso».

Ho voluto condividere il problema di eccesso di peso di una persona?

Eccesso di peso che diventa una scusa: una donna sposata con un alcolizzato si dice: «Sono obesa e lui mi accetta così, quindi posso sopportare il suo alcolismo!» Ma allo stesso tempo pensa: «Se fossi magra lo lascerei!» Il suo peso diventa allora la scusa per rimanere in quella situazione, poiché dietro di esso c’è la paura di ritrovarsi sola e di doversi mantenere.

Preferisco mentire a me stessa piuttosto che dover affrontare ciò che mi spaventa?

Eccesso di peso legato a regimi drastici: non c’è niente di più ingrassante di un regime drastico. All’inizio può essere incoraggiante perdere peso rapidamente. Ma ci si dimentica la differenza tra la perdita di peso e la perdita di grassi. La diminuzione di liquidi può farci credere di aver perso peso, ma sono i grassi che dobbiamo eliminare quando siamo in sovrappeso.

Inoltre, riducendo l’apporto calorico assunto quotidianamente l’organismo si abitua a lavorare con meno calorie. Appena si ricomincia a dargli un po’ più di nutrimento, di cui non ha bisogno, trasforma questo surplus in grassi di riserva. In questo modo le diete che fanno dimagrire rapidamente all’inizio possono far aumentare di peso in seguito. Non sarebbe meglio cercare la causa e rimediarvi gradualmente?

Eccesso di peso per identificazione (con salute, ricchezza, bellezza…):  ci sono persone per le quali l’eccesso di peso non è un problema poiché per loro corrisponde a essere in uno stato di salute.

All’età di ventiquattro anni ero in Grecia con mio marito e mi capitò di aver bisogno di un medico. Quando fummo da lui, si voltò verso mio marito e gli disse: «Tua moglie avrebbe bisogno di prendere almeno dieci chili!» Ero lontana dal pensare di essere magra, stavo molto bene con i miei cinquanta chili ma, per le persone di questo piccolo villaggio in Grecia, essere grassi era un segno di salute.

Per altre, un eccesso di peso può essere segno di ricchezza, soprattutto se sono circondate da persone denutrite. Per altre ancora è un segno di bellezza. Basta guardare i quadri del Rinascimento per vedere come le donne erano ben tornite. Mi ricordo di una paziente che non avrebbe voluto dimagrire per niente al mondo. Suo padre, che l’amava moltissimo, l’aveva sempre chiamata: «La mia bella grassa bambolina», e questa era l’immagine che le piaceva.

Infine, ci si può identificare con una persona in sovrappeso che si ammira, e volerle assomigliare. Vedi anche Bulimia.

«La soluzione è nella causa.»

Eccesso di peso sulla pancia: vedi Meteorismo.

ECCHIMOSI: nota anche come «livido». Frequente nelle persone che si sentono colpevoli di tutto e di niente e che si autopuniscono urtando negli oggetti.

Mi sono sentito colpevole di qualcosa?

ECLAMPSIA:vedi Gravidanza e Parto.

ECZEMA:affezione eritematovescicolosa. È generalmente collegata a emozioni che riguardano la perdita di contatto con la persona amata. Può trattarsi di assenza, partenza, separazione o di lutto. Può anche riguardare il fatto di sentirsi separati da un luogo o da ciò a cui si aspira.

L’eczema nei bebè e nei più piccoli sopraggiunge spesso dopo lo svezzamento, quando si perde il contatto con la pelle della mamma, o anche per la sua assenza prolungata se riprende il lavoro.

Eczema alla nascita:

Il bebè potrebbe aver temuto di perdere la madre o ne è stato separato troppo in fretta?

Attorno alla bocca del bebè:

Il bebè si è forse sentito separato dal seno della madre? O qualcun altro gli dà il biberon, mentre lui vorrebbe che lo facesse la sua mamma?

Sul sederino del bebè:

Chi gli cambia i pannolini? Forse il bebè vorrebbe che fosse la mamma a occuparsene?

Per curare l’eczema di un bebè o di un bambino piccolo è importante che la mamma lo rassicuri sull’amore che nutre per lui. Se è costretta ad assentarsi, gliene spiegherà il motivo, rassicurandolo sul fatto che non lo abbandonerà mai. Inoltre, è importante che dedichi del tempo a lui solo, prodigandogli anche carezze. Per un bebè il contatto fisico con la madre è fondamentale.

Se il bambino si gratta molto al momento di addormentarsi, è possibile che abbia paura di essere separato dalla madre. Forse si sente insicuro quando si trova solo nella stanza buia; si può allora lasciare aperta la porta della sua cameretta o prenderlo con sé per aiutarlo pian piano a essere tranquillo.

Eczema nel bambino o nell’adulto:

Eczema al cuoio capelluto:  dilemma tra il desiderio di essere notato (riconosciuto) e quello di non sapere come fare a integrarsi nel proprio gruppo di appartenenza.

Mi sento diverso dagli altri, incompreso, incapace di farmi accettare e amare dai miei compagni di classe o dai miei colleghi di lavoro?

Eczema alle palpebre: vedi anche Palpebre.

Ho così bisogno di riposo da avere difficoltà a concedermelo in questo momento?

Eczema alle orecchie: questo eczema può essere confuso con l’orticaria, anche se quest’ultima provoca pruriti più intensi. È legato a una tristezza causata dal non poter più sentire una persona cui si voleva bene o dal non essere ascoltati. L’orticaria alle orecchie è invece dovuta a un senso di esasperazione causato dal sentire o vedere una persona con la quale non abbiamo nessuna voglia di avere a che fare.

Sono triste perché non sento più una persona che mi era cara?

Penso forse che nessuno mi ascolti?

Una ragazza aveva sviluppato un eczema alle orecchie dopo la morte del nonno. Per aiutarla a liberarsi dal dolore della perdita, le proposi una terapia: in stato di rilassamento, le feci visualizzare una bella strada di campagna, un paesaggio, ascoltare il canto degli uccelli, sentire il calore del sole… Appena la sentii profondamente rilassata, le dissi: «Guarda: là dove la strada incontra l’orizzonte, guarda in quella direzione, vedrai una persona». La ragazza vide suo nonno. Le suggerii di dirgli tutto quello di cui avrebbe voluto parlargli. Lui le rispose attraverso di me: «Non sono più come mi vedevi una volta, ma ti sono sempre vicino. Quando vorrai parlarmi, non dovrai far altro che chiudere gli occhi, pensarmi e, ascoltando quello che ti dice il cuore, sentirai le mie parole come le stai sentendo adesso». Dopo questa seduta, l’eczema sparì del tutto.

Nel bambino, l’eczema che colpisce gran parte del corpo può esprimere una mancanza di coccole o essere legato all’allontanamento o alla separazione dalla mamma o da una persona che gli dona affetto.

Jade ha nove anni. Ogni giorno, quando torna da scuola, va a trovare i suoi nonni a cui è molto affezionata. Un giorno suo padre ha una discussione violenta con il nonno a seguito della quale non vuole più che la figlia vada a trovarlo. Un po’ di tempo dopo questo divieto, Jade sviluppa un eczema sulle gambe e poi anche sulle braccia. Si sentiva privata del contatto con i suoi nonni.

Nell’adulto, l’eczema che copre gran parte o tutto il corpo può essere dovuto al fatto di essersi sentiti allontanati, rifiutati o abbandonati da una persona che rappresentava la nostra fonte di affetto.

Ho vissuto il dolore della separazione o la perdita di una persona cara?

Ho paura di essere separato o di perdere una persona a cui tengo molto o di restare solo?

Eczema al viso:

Ho la sensazione di non poter essere me stesso?

Eczema al naso:

Ho la sensazione che gli altri non vedano chi io sia veramente?

È possibile che non mi senta riconosciuto nel mio giusto valore?

Eczema al collo:

Vorrei che i miei cari si interessassero alle cose a cui mi interesso io?

Eczema al seno:

Ho difficoltà a separarmi dal mio bambino?

Eczema nella parte alta della schiena:

Forse non mi sento sostenuto o spalleggiato?

Eczema alle braccia:

Può essere che abbia la sensazione di dover fare tutto da solo, di non poter contare su nessuno per aiutarmi?

Eczema ai gomiti:  vedi anche Psoriasi.

Vorrei che le cose fossero diverse?

Eczema alle mani:  si fa una cosa mentre ci si augurerebbe di poterne fare un’altra. Se la pelle tende a screpolarsi e a sanguinare potrebbe trattarsi di una mancanza di gioia sentendosi costretti a svolgere un compito che non ci dà alcuna soddisfazione, o non potendo fare ciò che ci renderebbe felici.

Il lavoro che svolgo corrisponde veramente a ciò che vorrei fare?

Una giovane soffriva da dieci anni di eczema alle mani. Solo una crema a base di cortisone riusciva a darle un po’ di sollievo. La giovane non amava occuparsi della casa, ma credeva che essere una buona madre volesse dire essere presente per i suoi figli. Di conseguenza si limitava a fare un lavoro di aiuto domestico da un vicino per poter essere in casa quando i figli rientravano da scuola. Doveva cambiare il suo modo di vedere per riconoscersi il diritto di intraprendere degli studi per poter fare ciò di cui aveva veramente voglia.

Eczema alla mano sinistra di un destrimane o destra di un mancino:

Ritengo di non essere sostenuto in quello che ho da fare?

Eczema alle gambe:

Sono nel luogo in cui desidero stare?

Eczema ai cavi poplitei (dietro le ginocchia):

Può darsi che non mi senta compreso e che abbia la sensazione di dovermi sempre piegare alle esigenze altrui?

Eczema ai piedi: ci si è potuti sentire impediti di raggiungere una persona cara o di seguire la strada a cui si aspirava. Per esempio, un giovane sogna di poter avere una formazione che si consegue solo all’estero. La madre, che è molto legata a lui, non accetta che il figlio si allontani. Per non procurarle un dispiacere, il figlio rinuncia al suo sogno e sviluppa un eczema sui piedi.

Mi sento ostacolato nell’avanzare lungo la strada a cui aspiro?

Eczema agli organi genitali (o intorno):

Mi sento allontanato dal mio partner?

Sono addolorata per la separazione da colui che amavo?

Mylène soffre da cinque anni di un eczema intorno alle labbra della vagina. Qualunque crema utilizzi, non riesce a fermarlo. Alla mia domanda se abbia vissuto una separazione, dapprima risponde di no, nella convinzione di aver risolto le sue emozioni passate.

Mylène viveva ancora nel dolore legato alla separazione dall’uomo che amava. Non aveva capito, e continuava a non capire, come fosse possibile che lui l’amasse e l’avesse lasciata. Il giorno della sua partenza, che non aveva mai dimenticato, le aveva detto che l’amava e avevano anche fatto l’amore.


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Per aiutarla a liberarsi dal dolore della separazione da quell’uomo, la riportai in stato di rilassamento in quella scena, dove però questa volta l’uomo le diceva: «Ti amo, per niente al mondo vorrei farti del male, sei sempre stata così buona con me, mi hai incoraggiato, sostenuto quando ne avevo bisogno, ma non sono abbastanza innamorato di te per decidere di sposarti e non voglio far nascere in te desideri che non sarei in grado di esaudire. È per questo che ho deciso di porre fine alla nostra relazione. Ti auguro di cuore di incontrare l’uomo che saprà veramente amarti». Dopo questo lavoro Mylène comprese ciò che quell’uomo aveva cercato di dirle con le parole «ti amo». Accettò e si liberò del suo dolore. L’eczema guarì.

EDEMA:gonfiore diffuso di un tessuto sottocutaneo in seguito a infiltrazione di liquido sieroso. È originato spesso dalla sensazione di sentirsi limitati nel proprio desiderio di procedere. Per esempio, mi piacerebbe cambiare lavoro, ma non ne ho i mezzi o non possiedo i diplomi necessari. Ci si può anche sentire limitati da una persona, dal nostro ambiente o anche dal tempo.

Edema al braccio: vedi Braccia.

Edema alle gambe: possiamo avere le gambe gonfie a fine giornata perché non smettiamo di pensare a tutto quello che ci resta da fare e al fatto che è già ora di andare a dormire.

Mi sento forse limitato nei miei desideri di libertà?

Mi sento forse limitato nel tempo per riuscire a fare quello che vorrei?

È possibile che mi senta diviso tra il desiderio di avanzare e il timore di dispiacere o di deludere?

Edema ai piedi:

Mi sento forse limitato nelle mie possibilità di avanzamento?

Edema al testicolo:

Mi sento forse limitato nell’espressione della mia mascolinità?

EIACULAZIONE PRECOCE: problema abbastanza diffuso negli uomini che può risalire a diverse cause. Negli adolescenti o nei giovani può essere dovuto alla difficoltà di gestire la propria eccitazione o all’ansia rispetto alle proprie prestazioni sessuali.

Negli uomini che hanno superato i venticinque anni può essere legata a una ricerca inconsapevole delle sensazioni provate nelle prime esperienze sessuali, che corrisponde a un’eccitazione rapida, un miscuglio di piacere e di senso di colpa legato a tabù sessuali per il fatto per esempio di masturbarsi.

L’eiaculazione precoce può rivelare una sensazione di insicurezza nei confronti del partner (paura di deludere, di essere lasciato per un’altra persona, che gli venga rimproverato di non essere all’altezza delle aspettative).

Può essere anche dovuta al fatto di vedere nella propria compagna una madre più che un’amante. Molti uomini a cui da piccoli è mancata la presenza o l’affetto della mamma sono attratti da donne attente e responsabili, con le quali si sposano. Con il tempo, soprattutto dopo la nascita di un bambino, finiscono per vedere nella loro compagna la madre più che l’amante, e questo li priva di risorse. È il caso di Didier. Con sua moglie soffre di eiaculazione precoce, ma non con le sue amanti, con le quali non ha problemi. Sul piano affettivo, è ancora un ragazzo che ha bisogno della mamma che trova in sua moglie, ma è con altre donne che si sente un uomo e con cui può esprimere la sua sessualità.

Infine questo problema può anche indicare la difficoltà ad assumere il proprio ruolo maschile. L’uomo che si sente dominato dalla sua partner può avere la sensazione di non occupare la sua posizione dominante e ciò può sottrargli le energie sessuali.

Ludovico non aveva mai sofferto di eiaculazione precoce fino al suo incontro con Karine. E neppure comprendeva la ragione di ciò che gli accadeva, visto che si sentiva molto attratto da lei. Dopo qualche anno Karine, esasperata da questa difficoltà nella loro vita sessuale, decide di interrompere la relazione. Ludovico si consola tra le braccia di un’altra donna che gli lascia completamente il ruolo dominante, e Ludovico si rende conto di non soffrire di eiaculazione precoce. Rivede Karine e le racconta la sua esperienza con l’altra donna. Karine rimane stupita, e improvvisamente capisce che il problema che aveva sempre creduto appartenere a Ludovico riguardava invece anche lei. Ne discutono, e Ludovico ammette che Karine era talmente dominante nel loro rapporto di coppia da creargli difficoltà a calarsi nel suo ruolo di uomo. Karine allora capisce, riprendono la relazione ma questa volta lei abbandona il ruolo maschile per assumere quello femminile. Il problema è risolto.

Che cosa mi provoca il problema dell’eiaculazione precoce?

– Mi crea una diminuzione del piacere?

– Mi sento in colpa di donare piacere sessuale?

– Ho la sensazione di aver preso il posto di qualcun altro?

– Questo problema mi permette forse di abbreviare la mia relazione?

Mi crea problemi nella mia relazione di coppia?

– Ho paura di non essere all’altezza delle attese della mia partner, cosa che mi crea molte tensioni?

– Mi sento costretto a rispondere alle sue aspettative?

– Ho difficoltà a rivestire il mio ruolo maschile nella relazione di coppia?

– Nella mia compagna vedo forse una madre più che un’amante?

ELEFANTIASI:malattia caratterizzata dalla presenza di un grosso edema su uno o entrambe le braccia (o gambe), più raramente sullo scroto, e da un ispessimento della pelle che assume un aspetto «pachidermico». È causata dall’alterazione della circolazione linfatica o venosa. Più frequente in Africa (dovuta a certe specie di filarie che possono provocare un’ostruzione circolatoria), è talvolta associata a un tumore al seno.

L’edema è per lo più legato al fatto di sentirsi limitati. Se a questo aggiungiamo un profondo senso di impotenza e di colpa, si può arrivare all’elefantiasi.

Margarita abita in una grande casa e, poiché sua madre si sente molto sola, le viene l’idea di proporle di vivere insieme. Sarebbe stato facile ricavarle un piccolo studio. Nonostante le argomentazioni e i tentativi per convincerlo, suo marito rifiuta di accogliere la suocera che viene così ricoverata in una casa per anziani, dove muore dopo due mesi. Margarita si sente in colpa, non può fare a meno di pensare che se avesse potuto prenderla con sé, sua madre non sarebbe morta. Qualche mese dopo le viene un tumore al seno che si complica con un’elefantiasi del braccio.

Ho vissuto un grande sentimento di impotenza di fronte a un’azione che avrei voluto compiere?

ELOCUZIONE RAPIDA:le persone che parlano in modo molto veloce e a volte incomprensibile sono sovente quelle cui non era permesso esprimersi quando erano piccole. Hanno così imparato a tacere o a parlare molto rapidamente, al punto di non concedersi il tempo necessario ad articolare le parole e riflettere su quello che stanno dicendo, ciò che spiega la loro incoerenza. Il problema nasce soprattutto dalla paura di non avere il tempo di ascolto sufficiente per potersi esprimere: «Ho molte cose di cui vorrei parlare, ma siccome ho paura di non avere abbastanza tempo per dirle, lo faccio in fretta». Questo ricorre molto di frequente in terapia. Aiutare le persone a prenderne coscienza permette loro di esprimersi meglio in seguito.

In passato mi è stato sovente impedito di esprimermi?

Ho avuto paura di esprimermi per paura di non piacere, di essere messo in ridicolo o perché mi sentivo insicuro?

EMANGIOMA ALLA PALPEBRA:malformazione costituita da una proliferazione di vasi sanguigni.

Voglio chiudere gli occhi su una situazione che mi addolora?

EMATOMA:ristagno di sangue (coagulato) in seguito a rottura di vasi sanguigni in un tessuto, per uno shock o una collisione violenta in un punto del corpo (vedi Ecchimosi). Poiché gli ematomi dipendono per lo più da incidenti, sono molto spesso legati a un senso di colpa.

Nei confronti di chi o di che cosa mi sarei sentito colpevole?

Delle dita: vedi Dita.

Mi sono forse sentito colpevole per dettagli quotidiani?

Ematoma sotto un’unghia: per esempio sotto l’unghia dell’indice.

È possibile che mi senta in colpa per aver abusato della mia autorità?

Delle dita dei piedi:

Mi sono forse sentito in colpa per dettagli del futuro?

Per esempio: sotto l’unghia dell’alluce.

È possibile che mi sia sentito in colpa per aver voluto fare le cose a modo mio senza tener conto del parere di uno dei miei cari?

EMATURIA:o sangue nelle urine, proviene nella maggior parte dei casi da una reazione secondaria a un problema che ha colpito i reni (pielonefrite, glomerulonefrite), la vescica (cistite) o l’uretra (uretrite). Può anche dipendere dalla presenza di cisti, tumori o calcoli renali. Vedi Reni, Urina e/o Uretrite alla voce Uretra.

Ho vissuto emozioni riguardanti il mio spazio che mi hanno colpito profondamente?

EMBOLIA: ostruzione di un vaso sanguigno da parte di un corpo estraneo (embolo) che può essere: un ammasso di batteri, di colesterolo, un frammento di sostanze tumorali o una bolla d’aria. Spesso si tratta di un coagulo di sangue proveniente da una trombosi.

Mi sto trascinando da tempo un problema che non riesco a risolvere e che mi blocca?

Embolia cerebrale: possono formarsi dei coaguli nelle cavità cardiache, aderire alle pareti, poi spostarsi verso le arterie del cervello e provocare un danno circolatorio di natura ischemica o emorragica. Vedi Incidente vascolare cerebrale.

Embolia polmonare: frammenti di un trombo staccato (coagulo di sangue) da una vena profonda (spesso di una gamba) che migra verso le arterie polmonari ostruendole. Può indicare un profondo stato di disperazione. La persona colpita, prima che le venisse l’embolo, può aver pensato: «A cosa serve vivere se nessuno sente la mia sofferenza!» Può dipendere anche da un senso di colpa per il fatto di essere vivi se ci si crede responsabili della sofferenza o della morte di una persona cara.

Mi sento abbandonato o incompreso dalla o dalle persone che amo?

Mi sento colpevole per non aver potuto fare niente per salvare una persona che mi era molto cara?

Mi sento colpevole della sua morte e non mi concedo il diritto di vivere?

EMICRANIA:dolore intenso che colpisce un solo lato della testa. Sopravviene sotto forma di crisi ed è accompagnato da nausea e talvolta vomito.

Le emicranie sono sovente in risonanza con una situazione emotiva vissuta in passato in cui ci si è sentiti costretti o minacciati. La paura di rivivere la situazione può far nascere in noi una tensione legata a un pericolo potenziale. Può trattarsi di subire un’influenza, di abuso o di impotenza. Così, ogni volta che ci si sente minacciati o costretti a fare cose controvoglia il disturbo si manifesta. La nausea e il vomito che lo accompagnano esprimono il rifiuto. Si può rifiutare il fatto di doversi sottomettere per ottenere ciò di cui si ha bisogno (bisogno affettivo o materiale). Vedi anche Mal di testa.

Ho vissuto una situazione di coercizione, di minaccia alla mia libertà o alla mia vita?

Cos’è che può risvegliare in me questo timore?

Emicrania che sopravviene ogni volta che potremmo provare piacere o essere felici: queste emicranie sono legate a un senso di colpa per il fatto di vivere. Così, quando si vive un momento felice, è come se una piccola voce interiore ci sussurrasse: «Tu non dovresti essere così felice, non dovresti nemmeno essere lì!» Allora arriva l’emicrania che rovina tutto il piacere.

Cosa ha potuto far nascere questo senso di colpa per essere al mondo?

Emicrania durante le mestruazioni:

Per me essere donna equivale a essere dominata, abusata o non rispettata?

Porto forse in me l’equazione essere donna = pericolo?

Una partecipante ai miei seminari soffriva di emicranie ogni volta che le venivano le mestruazioni. Alla domanda: «È possibile che per te essere donna equivalga a pericolo?» si mise a piangere. Le lasciai raccontare il ricordo che vi era collegato. Aveva subito un abuso da un amico del padre. L’aiutai a liberarsi dalle emozioni e a comprendere che, se aveva vissuto quell’esperienza, forse era perché doveva imparare a farsi rispettare. Poté aiutare la ragazzina che era stata a dire a quell’uomo ciò che provava. Poi, tornando verso di lei, le promise che non avrebbe mai più permesso di mancarle di rispetto. Dopo questo lavoro, si liberò completamente dalle emicranie.

L’emicrania può anche essere l’espressione di un senso di colpa nei confronti del piacere. Ci si può sentire in colpa per essere favoriti rispetto a coloro che amiamo e che consideriamo svantaggiati. Così, ogni volta che si prova gioia o piacere, inconsciamente si cerca di farla finire rapidamente o di rovinarla (per esempio il piacere di essere in vacanza, con degli amici a cui vogliamo bene ecc.).

Mi sento in colpa per il fatto di ricevere tanto dalla vita rispetto ai miei cari (padre, madre, fratello o sorella)?

EMIPLEGIA:vedi Paralisi.

EMOFILIA:malattia ereditaria caratterizzata da emorragie. Dato che colpisce soprattutto i maschi, pur essendo trasmessa per via femminile, ci si potrebbe interrogare spostandoci sul piano dell’anima del soggetto colpito: queste persone hanno subito prima di questa incarnazione profonde ferite da persone di sesso femminile?

Come sono le mie relazioni con l’altro sesso?

EMORRAGIA:importante perdita di sangue collegata a una grande perdita di gioia nella propria vita. La zona del corpo in cui si verifica l’emorragia è legata alla perdita di gioia. Ecco qualche esempio:

Emorragia digestiva:

Ho vissuto una grande perdita di gioia in relazione a una situazione che considero ingiusta?

Emorragia al naso: vedi Naso.

Ho vissuto grandi perdite di gioia nella vita?

Emorragia all’utero: vedi Metrorragia.

EMORROIDI:varici o dilatazione delle vene dell’ano e del retto. Sono sovente legate al fatto di costringersi a rimanere in una situazione in cui non si sta bene. Le emorroidi che sanguinano rivelano una perdita di gioia a causa delle pressioni a cui ci sottoponiamo.

In quale situazione ho la sensazione di forzarmi a vivere o a fare quello che non mi piace?

ENANTEMA:caratterizzato dalla comparsa di macchie rosse sulle mucose durante o nel caso di un’eruzione cutanea visibile, situata per lo più all’interno delle guance e della gola. L’enantema è per le mucose quello che l’esantema è per la pelle. Si tratta spesso di una fase di ricostruzione del tessuto epiteliale colpito. Questa fase può essere sgradevole e talvolta dolorosa.

Prima di aver avuto l’enantema:

Ho provato rabbia?

Mi sono sentito in colpa per aver detto qualcosa di cui in seguito mi sono pentito?

ENCEFALITE:infiammazione dell’encefalo, spesso associata a una meningite. Vedi Meningite.

Encefalite virale:  può essere provocata da un virus estraneo al sistema nervoso: influenzale, herpes, varicella, morbillo, rosolia, orecchioni ecc. Vedi la malattia corrispondente.

Encefalite acuta post infettiva dell’infanzia: l’infezione può sopravvenire nel corso di tutte le malattie infettive dell’infanzia, in modo particolare con morbillo, pertosse e difterite. Può assumere diverse forme: convulsioni, paralisi, alterazione delle percezioni sensoriali, disturbi psichici (vedi Infezione). Se ne può guarire completamente, ma spesso comporta postumi (epilessia, emiplegia ecc.).

Encefalite traumatica: insieme di sintomi osservati in alcuni atleti che praticavano la box.

Ho paura di riportare conseguenze alla testa a seguito dei pugni che ricevo?

→ Encefalite non infettiva: abbiamo temuto che il nostro cervello venisse danneggiato dalla malattia, paura di perdere il controllo o paura di una malattia mentale? Vedi Malattie mentali e Infezione.

Prima di avere questa encefalite, ho avuto molta paura per la mia testa o per il mio equilibrio mentale?

ENDOMETRIOSI: vedi Utero.

ENDOMETRITE:vedi Utero.

ENFISEMA POLMONARE:aumento del volume degli alveoli polmonari con la distruzione della parete alveolare che comporta l’impossibilità degli stessi di svuotarsi completamente durante l’espirazione. È caratterizzato dalla sensazione di mancanza d’aria, di essere senza fiato dopo il minimo sforzo. È presente soprattutto nelle persone di una certa età che per gran parte della vita si sono inibite il loro bisogno di spazio. Si sono trattenute dal vivere la propria vita per non deludere, per non venir meno ai principi stabiliti o per rispondere alle attese delle persone che le circondavano.

Sento di non respirare nella mia relazione di coppia, nella mia famiglia o nel mio ambiente di lavoro?

Che cosa sto aspettando per concedermi lo spazio che mi permetterebbe di avere un po’ più di libertà?

ENTERITE: vedi Gastroenterite.

ENURESI:minzione involontaria notturna. Può essere importante distinguere l’enuresi che manifesta un bisogno di spazio da quella causata dalla paura. La prima rivela un problema della vescica, mentre la seconda è legata a un’iperattività della funzione renale.

Enuresi per bisogno di spazio:  riguarda i bambini che hanno la sensazione di aver perduto ciò che rappresenta il loro territorio (il letto, un peluche), che lo sentono invaso per la presenza di un altro bambino che non rispetta le loro cose, che avvertono di non avere un posto all’interno della famiglia o di averlo perduto per l’arrivo di un altro figlio.

Succede spesso che un bambino «pulito» dopo la nascita di un fratellino o di una sorellina abbia di nuovo bisogno dei pannolini. Gran parte delle mamme crede che sia per voler essere trattato come un bebè, senza capire che questo fatto esprime piuttosto la paura del bambino di aver perso il suo posto all’interno della famiglia. La mamma che lo capisce potrà rassicurare il bambino dicendogli che occupa sempre lo stesso posto nel suo cuore. Può anche fargli disegnare un grande cuore in cui ciascuno avrà il proprio spazio.

Il bambino può anche sentire il proprio mondo invaso da uno dei genitori che gli confida i suoi problemi di adulto.

Per aiutare un bambino che soffre di enuresi, è importante fargli prendere coscienza del suo ruolo in famiglia, del suo spazio o del suo territorio. Poi verificare insieme se ha la sensazione di non occupare il proprio posto, se sente il suo spazio invaso o non rispettato.

Enuresi legata alla paura: quando una persona ha paura, viene stimolato il sistema simpatico che attiva il ritmo cardiaco, aumentando la circolazione sanguigna e di conseguenza il lavoro dei reni. La paura stimola nello stesso tempo la secrezione di adrenalina o di noradrenalina che causa il rilassamento dei muscoli della vescica.

Ci sono sempre più bambini che soffrono di questo tipo di enuresi, poiché molti vivono in un clima di insicurezza con tutto quello che sentono dire dagli adulti sulle crisi finanziarie ecc.

Ci sono poi le esigenze dei genitori, che vogliono che il figlio si realizzi, ma che non sempre si rendono conto che possono farlo vivere nel timore di far loro dispiacere. Inoltre, se un genitore si arrabbia perché il figlio ha bagnato il letto, questo si trasforma in un circolo vizioso per cui il bambino sprofonda sempre più nelle sue paure.

È quindi importante parlare con il figlio per sapere se la sua enuresi rivela un problema di spazio o di paure.

Se è legata alla paura, la soluzione è quella di rassicurarlo e, se ne sono la causa, di allentare le proprie esigenze nei suoi confronti.

Un’enuresi può prolungarsi fino all’età adulta ma è sempre il bambino dentro di noi che ha paura o che ha bisogno di spazio. Lo si può allora rassicurare andandolo a ritrovare, attraverso l’immaginazione, in un momento in cui ha avuto molta paura di essere sgridato, picchiato o abbandonato.

EPATITE:vedi Fegato.

EPATOMA:vedi Fegato.

EPICONDILITE:vedi Gomiti.

EPIFISI:vedi Ghiandola pineale.

EPIGLOTTIDE:cartilagine situata nella parte superiore della laringe dietro la lingua che ricopre la glottide. Nel processo di deglutizione, quando gli alimenti sono pronti per passare nell’esofago, l’epiglottide chiude l’ingresso alle vie respiratorie per impedire che il cibo vada nella laringe. Finita la deglutizione, chiude quindi l’ingresso della faringe per riaprire le vie respiratorie. Potrebbe essere paragonata a un ponte levatoio, che fa passare a volte le imbarcazioni e a volte le vetture. Rappresenta l’assimilazione. Occorre tempo per lasciar passare o l’uno o l’altro.

Soffocamento: quando si mangia troppo in fretta o si viene a conoscenza di una notizia che ci causa una forte emozione mentre stiamo mangiando, l’epiglottide può non chiudersi in tempo e lasciar passare degli alimenti nella laringe, ostruendo le vie respiratorie e causando il soffocamento.

Può darsi che non conceda abbastanza tempo a me stesso o per assimilare ciò che avviene in me?

Epiglottite: infiammazione dell’epiglottide che colpisce generalmente la laringe e una parte della faringe. Provoca difficoltà nella deglutizione (per inghiottire) che determina un accumulo di saliva, che a sua volta disturba la respirazione. È una delle manifestazioni più gravi della laringite (infiammazione della laringe).

La si incontra soprattutto nei bambini e nelle persone anziane. Nei bambini è spesso associata con il batterio Haemophilus influenzae. Tuttavia, come in numerose infezioni, ci si potrebbe chiedere quale sia la causa e quale la conseguenza. Vedi Infezione.

In un bambino:

Il bambino prova forse rabbia nel sentirsi continuamente spinto dai genitori a mangiare: «Smetti di giocare, mangia, mangia…» gli si dice.

Il bambino prova forse rabbia per il fatto di non potersi esprimere?

In un adulto:

Sono arrabbiato perché non mi si lascia tempo a sufficienza per mangiare o per esprimermi?

In una persona anziana che ha difficoltà ad alimentarsi:

Sono arrabbiato perché cercano più di rimpinzarmi che di farmi mangiare?


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EPILESSIA:caratterizzata da convulsioni o da alterazioni temporanee di una o più funzioni cerebrali. Le crisi epilettiche sono classificate in due grandi categorie: quelle generalizzate, che provocano la perdita di coscienza e coinvolgono tutto il corpo, e quelle parziali (l’epilessia temporale, per esempio) che invece non alterano la coscienza.

L’epilessia è anche conosciuta sotto i nomi di «grande male» e «piccolo male».

Il grande male: in questa manifestazione della crisi epilettica la persona grida, perde conoscenza, il corpo dapprima si irrigidisce, poi cade in preda a convulsioni incontrollabili. La respirazione all’inizio si blocca, poi è irregolare. Passata la crisi, i muscoli si distendono e la persona può perdere il controllo della vescica e degli intestini, essere confusa e disorientata. Può avere mal di testa e voglia di dormire. Qualche ora dopo potrebbe non avere più alcun ricordo di quanto successo. Se la crisi invece si prolunga, può essere fatale.

Il grande male è legato a una grande paura che non si riesce a gestire. Questa intensa emozione crea un «iperstress», l’equivalente di una sovratensione. Per non morire (poiché è questo che può accadere) il cervello toglie la corrente causando la perdita di coscienza. Le convulsioni sono l’allentamento muscolare da questo stress eccessivo o dalla sovratensione cerebrale. Bisogna quindi cercare l’origine della tensione. Nella maggior parte dei casi la si ritrova in una situazione vissuta in modo drammatico, come essere scampati a un annegamento, a un incendio o a un incidente dove ci sono stati dei morti, o per aver vissuto una guerra. È per questo che si avvertono le persone operate o che hanno subito incidenti con gravi traumi cerebrali del rischio di epilessia. Può trarre le sue origini anche dall’infanzia.

Il grande male nel bambino:  può essere causato da visioni notturne che il bambino non riesce a spiegarsi e che lo angosciano (vedi Sonno) o da conflitti tra i suoi genitori che provocano in lui il terrore di perderli.

Un bambino vede i suoi genitori litigare, la madre piangere mentre il padre esce di casa sbattendo la porta. Ha paura, è incapace di riportare indietro il suo papà e di consolare la mamma: tutto questo gli provoca un’enorme angoscia. Vorrebbe fare qualcosa per aiutare i genitori, ma allo stesso tempo se ne sente incapace. In seguito, ogni volta che si troverà sopraffatto dalla paura e dall’incapacità di agire avrà una crisi epilettica. Questa gli permetterà di liberarsi dall’eccesso di stress.

Ho vissuto una situazione in cui mi sono sentito travolto dalle emozioni e nello stesso tempo bloccato nell’agire?

Il piccolo male o l’assenza: comporta una perdita di coscienza che dura una trentina di secondi, priva di movimenti anormali. Può anche passare inosservata, la persona può sembrare semplicemente assente, presa da una fantasia o disattenta. Questo tipo di epilessia riguarda soprattutto i bambini. Può dipendere dalla difficoltà di accettare la propria incarnazione: l’anima del bambino si dibatte tra il desiderio di incarnarsi e il suo contrario, ciò che spiega le «assenze» che sarebbero l’equivalente di un autismo occasionale.

Mi è capitato di conoscere una bambina con questo problema. Alla mia richiesta di fare un disegno della sua famiglia si era ritratta, diversamente da come aveva raffigurato i suoi genitori, senza i piedi. Dopo aver lavorato un po’ con lei, le chiesi nuovamente di farmi un disegno. Questa volta si disegnò assieme al suo angelo che la aiutava in questa incarnazione. In questo disegno si era ritratta con i piedi. Avrebbe accettato di scendere in questa vita? Dopo questo lavoro terapeutico, le crisi diminuirono senza però sparire del tutto.

Esitavo tra la crisi isterica e il bisogno di attenzioni che la bambina cercava attraverso le sue crisi. Proposi ai genitori di non offrirle maggiori attenzioni durante questi episodi, ma piuttosto quando era allegra e ben presente. Continuai comunque a interessarmi di lei e scoprii un altro aspetto del problema: era figlia unica e i suoi genitori avevano molti problemi che rendevano loro la vita difficile.

Fu allora che compresi che la bambina aveva paura di diventare adolescente e poi adulta. A dieci anni era sulla soglia dell’adolescenza e si trovava confrontata con un’ambivalenza che il suo cervello non poteva reggere, che si poteva riassumere in questo: «Non voglio crescere, ma il mio corpo mi fa diventare grande. Voglio impedire al mio corpo di crescere». Il cervello riceve degli ordini ingestibili (tu mi fai crescere ma io non voglio crescere) che lo mandano in corto circuito, e da qui l’assenza o la perdita di coscienza.

Un’amica psicologa mi aveva fatto un esempio di doppi messaggi che il cervello non sa come trattare mandandolo in corto circuito: una donna regala due cravatte al marito, una blu e una rossa. Per farle piacere lui porta quella blu. La moglie allora gli chiede: «Non ti piace il rosso?» Per un momento l’uomo non sa cosa rispondere, e questo è quello che succede durante i momenti di assenza. Il cervello può ricevere al contempo due informazioni contraddittorie del tipo: «Voglio stare con le persone che mi circondano e non voglio stare qui».

Ebbi poi l’occasione di rivedere il padre della bambina e gli raccontai del caso di una persona che presentava disturbi del sonno e che aveva sofferto di epilessia da piccola, come conseguenza di visioni notturne. Fu allora che si ricordò che la bambina, quando era molto piccola, quando doveva andare a letto diceva di avere paura dei mostri. Loro non capivano che cosa volesse dire. Capirono meglio con le mie spiegazioni. È importante notare che l’epilessia può essere dovuta non a una sola, bensì a un insieme di cause.

È possibile che questo bambino possa non aver voluto nascere?

È possibile che questo bambino non abbia voglia di crescere?

Verificare anche se il bambino ha avuto visioni notturne che lo hanno terrorizzato.

EPITELIOMA:vedi Pelle.

EREZIONE, problemi di:vedi Impotenza.

ERISIPELA:dermo-ipodermite acuta, non necrotizzante, che riguarda il derma e l’ipoderma. La comparsa è spesso improvvisa, accompagnata da febbri, brividi e da una sindrome simil-influenzale, con l’apparizione dopo qualche giorno di un eritema caldo (placche rosse), doloroso ed edematoso. L’85 per cento delle erisipele si trovano sugli arti inferiori, il 10 per cento sul viso, più raramente su altre parti del corpo.

L’erisipela appartiene al gruppo delle dermo-ipodermiti assieme all’eritema nodoso e alla fascite necrotizzante. L’eritema nodoso si distingue per la presenza di noduli, la fascite necrotizzante per la necrosi dei tessuti affetti.

Lo streptococco beta emolitico del gruppo A è spesso presente, anche se non sempre. Forse si sono confuse le cause con le conseguenze? Vedi Infezione e Fascite necrotizzante.

Al viso:

Mi sono sentito in colpa o mi sono vergognato per essermi arrabbiato?

Ho subito un affronto che avrebbe potuto essere per me l’equivalente di uno schiaffo?

Agli arti inferiori:

Ho subito una forma di violenza che per me è come se fossi stato picchiato?

Ho nutrito rabbia per il fatto che mi impedivano di andare avanti?

ERITEMA:con questo termine si indica la comparsa di un rossore sulla pelle o sulle mucose dovuto alla dilatazione dei capillari sottostanti. Si differenzia da una porpora (micro emorragia all’interno della pelle) o da una dermatosi (malattia della pelle). L’eritema indica solitamente una reazione all’esposizione al sole, al freddo, ad alcune sostanze chimiche (coloranti, solventi ecc.) o a certi farmaci.

Di fronte a quale sostanza o medicamento reagisco?

ERITEMA DA PANNOLINO DEL NEONATO:alcuni neonati sono più sensibili di altri al contatto sgradevole di un pannolino umido o sporco.

Il bebè può essere infastidito per il fatto di essere lasciato con un pannolino bagnato o sporco?

ERITEMA NODOSO:patologia caratterizzata da un’eruzione dolorosa di placche e di noduli sulle gambe, di aspetto rossastro all’inizio, che assume successivamente una colorazione verdastra, giallastra e blu. Vedi Erisipela.

Può essere legato alla paura e al trattenersi dal procedere verso una nuova tappa della propria vita. In un adolescente, per esempio, questo può essere l’andare verso il mondo degli adulti.

Mi trattengo dall’avanzare verso cambiamenti importanti della vita che mi fanno paura?

ERNIA:consiste nell’uscita di un viscere dalla cavità che lo contiene allo stato normale. Esprime un desiderio di rompere, di lasciare una situazione in cui ci si sente intrappolati. Per esempio: l’uomo che dopo un divorzio si vede costretto a pagare gli alimenti per un lungo periodo, la persona infelice in una relazione di coppia che è convinta di non potersi separare ecc.

Ernia crurale: una porzione dell’intestino (sacco peritoneale) si infila sotto l’arcata crurale attraverso cui l’arteria e la vena femorale passano dall’addome alla coscia. L’ernia forma una sporgenza, una tumefazione nella parte interna della piega della coscia nella donna. Gli uomini soffrono per lo più di ernie inguinali.

Mi sento forse intrappolato nella mia relazione di coppia perché non posso permettermi di lasciare il mio partner, mentre avrei voglia di vivere altre esperienze?

Ernia iatale o diaframmatica: vedi Diaframma.

Ernia discale: vedi Disco intervertebrale.

Ernia epigastrica o della linea alba: una parte dell’intestino forma una sporgenza in una zona situata tra l’ombelico e la punta dello sterno. Questa patologia è tre volte più frequente negli uomini.

È possibile che io senta invaso da mia madre o da mia moglie ciò che considero il mio spazio segreto (i miei sentimenti)?

Ernia inguinale: più frequente nell’uomo, si sviluppa nel canale inguinale, dove passa il cordone spermatico per l’uomo e il legamento rotondo per la donna. L’ernia inguinale esprime molto spesso difficoltà di comprensione con il proprio partner. Ci si può sentire intrappolati nel rapporto di coppia.

In un uomo:

Ho difficoltà ad assumere il ruolo di uomo poiché la mia compagna vuole sempre dirmi quello che devo fare o decidere al mio posto?

Mi sento intrappolato nella mia relazione di coppia o nel matrimonio?

In una donna:

Può darsi che non mi senta sostenuta dal mio partner e allo stesso tempo costretta nella relazione di coppia che vivo con lui?

Ernia al testicolo:

In un ragazzo: può essere in relazione al fatto di non sentirsi accettato come tale (vedi Dolore ai testicoli alla voce Testicoli). Può anche dipendere dal sentirsi intrappolati in una situazione senza via di uscita riguardante la propria mascolinità.

Un esempio: una donna è stata ferita durante l’infanzia da un uomo (il padre, il fratello, il nonno ecc.), il dolore che ha dentro di sé nei confronti di quell’uomo la spinge a denigrare di continuo gli uomini e, di riflesso, suo figlio (che ama) dicendogli cose come: «Sei una nullità!» «Sei un ragazzaccio!» Il ragazzo può sentirsi rifiutato dalla madre e pensare che non lo ha desiderato, oltre a provare un senso di inferiorità nei confronti delle donne. Crescendo, a sua volta porterà in sé questo dolore nei loro confronti e, come la madre con gli uomini, cercherà di sminuire e di dominare le donne per avere la sensazione di essere loro superiore, cosa che gli provocherà molte difficoltà nelle relazioni.

In un adulto:

Mi sento forse intrappolato nel mio ruolo di uomo o nel riconoscimento dei miei attributi maschili?

Ernia ombelicale: vedi Ombelico.

ERUTTAZIONE o RUTTO:emissione rumorosa di aria proveniente dallo stomaco. Nei bebè si ha quando hanno succhiato il latte troppo in fretta. Nell’adulto il motivo può essere simile nel caso abbia mangiato troppo voracemente. Può anche essere legato alla presenza di gas nello stomaco. Vedi Stomaco.

Ho la tendenza a mangiare troppo o troppo rapidamente?

Sono teso o preoccupato quando mangio?


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ESANTEMA:caratterizzato da eruzioni cutanee di colore rosso o rosa, accompagnate da macchie o maculo-papule (macchie rosse piatte) nel morbillo e nella rosolia; da vescicole nel caso dell’herpes; da eruzioni circoscritte, leggermente in rilievo, nella scarlattina; da pustole nella varicella; da piccole pustole nell’erisipela.

Tuttavia, qualunque sia la forma che assumono queste eruzioni cutanee, corrispondono alla fase di «riparazione». Per ricostituire i tessuti epiteliali danneggiati, il cervello aumenta l’azione dei capillari nelle zone interessate. Questi trattengono una quantità maggiore di globuli rossi per avere più ossigeno e talvolta anche un maggior numero di globuli bianchi per fagocitare i batteri che trasformano la materia nei tessuti danneggiati. Questo provoca rossori, pruriti, dolore e a volte una sensazione di bruciore. Vedi la malattia corrispondente.

ESAURIMENTO PROFESSIONALE:vedi Burn-out.

ESOFAGO:prima parte del canale digerente che va dalla faringe al cardias all’ingresso dello stomaco, ha la funzione di far passare cibi liquidi e solidi, masticati, allo stomaco.

Rappresenta la nostra capacità di accogliere e lasciar passaregli alimenti ma anche le idee o le situazioni.

Problemi all’esofago sono di conseguenza segno che ci è difficile ricevere o accettare una situazione.

Acalasia: difficoltà nell’avanzamento del cibo verso lo stomaco, dovuta a un problema di apertura dello sfintere (cardias) che collega l’esofago allo stomaco; ha come effetto di rendere sempre più difficile e dolorosa la deglutizione, oltre a provocare dolori dietro lo sterno.

Mi sono forse sentito giudicato, ridicolizzato o umiliato di fronte a un gruppo di persone?

Vivo continuamente nel timore di essere sminuito o umiliato in quello che posso dire, al punto che quando mi viene fatta una domanda, la gola mi si chiude e mi fa male?

Dolore o nodo all’ingresso dell’esofago: può essere in relazione alla paura di ingrassare. Si ha difficoltà ad accogliere il nutrimento che ci si porta alla bocca o anche a ricevere tutte le cose buone che la vita ci offre. Ci si può sentire troppo appagati rispetto agli altri.

Mi sento in colpa per il fatto di mangiare cose che non fanno bene al mio corpo?

Ho difficoltà ad accogliere tanta felicità o tanti doni tutti assieme?

Ho paura del giudizio degli altri?

Dolore all’esofago: può essere in relazione a una situazione che si considera ingiusta, che non si può accettare, o a una situazione in cui ci si sente presi alla gola.

C’è una situazione che faccio fatica ad accettare o che mi preoccupa?

Varici esofagee: dilatazione delle vene dell’esofago.

Ho la sensazione che tutti gli sforzi che faccio per essere riconosciuto non mi causino che problemi, mentre altre persone, che ne fanno molti meno di me, ricevono apprezzamenti e riconoscenza? Trovo questa situazione ingiusta e inaccettabile?

Roger soffre di varici all’esofago e bruciori di stomaco. Ha un fratello che viene soprannominato «il genio» perché riesce molto bene a scuola. Lui invece è dotato di una capacità di cavarsela abbastanza eccezionale ma, qualunque cosa faccia, i genitori non ci fanno caso, gli elogi vanno sempre al fratello. Roger lo trova molto ingiusto e fa fatica a mandar giù il fatto che si notino meno i suoi sforzi del talento di suo fratello. Grazie al suo impegno e alla capacità di sapersela cavare, ottiene un posto importante in una grande azienda, ma ecco che si trova con persone che hanno diplomi molto più prestigiosi del suo. Sebbene nell’azienda occupi una posizione da dirigente, Roger si sente tenuto in minore considerazione dell’ultimo diplomato assunto, ciò che gli fa provare molta rabbia e un senso di ingiustizia. Poiché queste emozioni sono in risonanza con eventi della sua infanzia, gli effetti ne risultano amplificati.

Roger si liberò dei problemi all’esofago quando prese coscienza di quanto lui si fosse sempre sottostimato. Quando fu in grado di riconoscere che aveva capacità che nessun diploma gli avrebbe mai potuto dare e che nessuno aveva messo in discussione la sua competenza, eccetto lui stesso, le sue varici all’esofago si attenuarono e lo stomaco si calmò.

Esofagite: infiammazione acuta o cronica della mucosa esofagea. Esprime rabbia nei confronti di una persona che secondo noi beneficia di privilegi o di una situazione che si considera inaccettabile o ingiusta. Si può pensare o dire: «Non l’ho digerita» o «È una pillola difficile da mandar giù». «È troppo ingiusto!»

C’è una situazione che mi fa provare rabbia perché la considero ingiusta e inaccettabile?

Tumore all’esofago:

Mi sento preso alla gola da una situazione per la quale non vedo via di uscita?

Réjean ha un tumore all’esofago. È l’unico figlio maschio e suo padre ripone in lui tutte le speranze che un giorno gli succeda nel lavoro. Ha l’impressione che i suoi bisogni e desideri non abbiano importanza, che l’unica cosa che conta sia la sopravvivenza dell’azienda di famiglia. Anche se è malato, suo padre gli detta tutto ciò che deve fare. Réjean si sente preso alla gola dal padre a dall’azienda. Trova ingiusto che le sorelle abbiano tutti i benefici e lui soltanto i problemi.

Quando comprende che è il timore di dispiacere che gli ha impedito di esprimere i suoi bisogni e desideri, si libera del fardello che credeva di essere costretto a portare. Fa delle scelte per il suo benessere e guarisce.

ESOFTALMO:vedi Ghiandola tiroidea.

ESPETTORAZIONE: secrezioni prodotte con la tosse e gli starnuti. Vedi Raffreddore e Bronchite.

Espettorazioni con sangue: vedi Tubercolosi.

ESTREMITÀ FREDDE:indicano una cattiva circolazione sanguigna, un problema alla tiroide, una paura o una sensazione di solitudine. Vedi Freddolosità, Ipotiroidismo, Circolazione sanguigna o Morbo di Buerger.

In un momento specifico:

Di che cosa ho paura?

In un caso cronico:

Quali sono le emozioni di cui non riesco a liberarmi?

Sono forse associate a una patologia (malattia)?

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